Chiesa / Ricordo di monsignor Angelo Calabretta, esempio di fervido impegno pastorale

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Monsignor Angelo Calabretta

A cinquanta anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 4 gennaio del 1975, desideriamo ricordare la figura di mons. Angelo Calabretta, figlio della nostra amata Chiesa, presente in Acireale e figura fondamentale nella storia della diocesi di Noto, che servì come guida e pastore per 36 anni. La sua vita e il suo operato prima di sacerdote e successivamente di vescovo possono essere, ancora oggi, un esempio di dedizione e di fede per tanti.

Mons. Calabretta nacque ad Aci Platani il 22 novembre 1896. La sua vocazione al sacerdozio maturò ai piedi della Vergine SS. del Monte Carmelo, patrona della comunità platanese. Comunità parrocchiale alla quale rimase per sempre particolarmente legato. Nel suo cammino di fede e discernimento vocazionale al sacerdozio fu determinante la guida spirituale e l’incoraggiamento di don Sebastiano Centamore, sacerdote che per tanti anni operò come cappellano ad Aci Platani.ritratto di monsignor Angelo Calabretta

Ad Aci Platani la prima esperienza come vicario parrocchiale di monsignor Calabretta 

Entrato nel seminario, a soli 13 anni, nel 1909, mons. Calabretta si dedicò con passione allo studio e alla preparazione spirituale. In seguito alla sua ordinazione a diacono si spostò a Roma per frequentare la Pontificia Università Gregoriana, laureandosi in Sacra Teologia. Dopo aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1919, per la preghiera consacratoria e l’imposizione delle mani di mons. Giovanni Battista Arista, iniziò la sua prima esperienza pastorale come vicario parrocchiale proprio nella sua Aci Platani.
Successivamente, nel 1923, mons. Cento lo esonerò dall’incarico per nominarlo vice Rettore del Seminario Vescovile di Acireale. E gli affidò l’insegnamento della Sacra Scrittura e della Storia della Chiesa. Incarichi che testimoniano la stima e la particolare fiducia che l’Ordinario diocesano riponeva nei suoi confronti.

Monsignor Calabretta a soli 40 anni vescovo della diocesi di Noto

Il 16 luglio 1936, all’età di soli 40 anni, proprio nel giorno della solennità liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, ricevette la nomina a vescovo della diocesi di Noto. La sua nomina rappresentò un momento di grande gioia e speranza per tutta la comunità di Acireale e per la diocesi netina.

Mons. Calabretta guidò la diocesi di Noto dal 1936 al 1970, un periodo ricco di sfide e di cambiamenti, ma anche di crescita spirituale e pastorale. Fu un Pastore molto sensibile ai problemi della gente a lui affidata, e con tanto impegno, la guidava al fine di guadagnare tutti al Signore. Così come aveva fatto scrivere sul retro dell’immaginetta ricordo in occasione della sua ordinazione sacerdotale.

Cattedrale di Noto
Cattedrale di Noto

Molto belle le parole che volle consegnare ai fedeli di Noto nel giorno del festoso insediamento in diocesi, avvenuto il 18 ottobre 1936: «Mi vedrete spessissimo in mezzo a voi. E mi vedrete prodigo a non farvi mancare quel pascolo salutare della dottrina cristiana, di disposizioni salutari per la vita spirituale dei singoli e dell’intera diocesi».

Monsignor Calabretta protagonista di un attivissimo episcopato

Favorì l’incremento dell’Azione Cattolica e l’istituzione di borse di studio per il Seminario di cui costruì la nuova sede nel sito dell’ex monastero del SS. Salvatore.
Sviluppò il culto della Madonna Scala del Paradiso con due Peregrinatio Mariae nella Diocesi. Fondò il settimanale La vita diocesana. Fu uomo di preghiera, nella quale Egli chiedeva continuamente a Dio indicazioni utili per la buona riuscita della sua missione di vescovo.
Possiamo dire che il silenzio e la preghiera furono sempre il segreto della riuscita dell’attivissimo suo episcopato. Ogni giorno, alle cinque del mattino andava in chiesa e vi rimaneva almeno per tre ore; durante la giornata, poi, vi ritornava spesso e per lungo tempo ancora; Gesù Eucaristia era il suo pensiero costante.

Casa natale di monsignor Calabretta
Casa natale di monsignor Calabretta, dove è stata apposta una targa in suo ricordo.

Quando, con l’avanzare dell’età, capì che non era più in grado di garantire pienamente il suo Magistero di vescovo, non esitò a dimettersi per ritirarsi nell’OASI di Aci S. Antonio.
Qui, la sera del 4 gennaio del 1975, assistito amorevolmente dalla sorella Concetta, faceva ritorno al Padre.

Aci Platani, alcuni mesi dopo la sua morte, il 6 aprile 1975, giorno della festa della Madonna, a perenne memoria di uno dei suoi figli più grandi, sulla sua casa natale, pose una lapide.

 Giovanni Centamore