Cultura / “Scusate il ritardo”. In libreria il nuovo saggio di Gianni Pittella e Amedeo Lepore

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Il Mediterraneo cuore dell’Europa nel mondo globalizzato. È da questa premessa che Gianni Pittella e Amedeo COPERTINA-scusate il ritardoLepore hanno preso le mosse per ‘Scusate il ritardo’ (Donzelli, 2015), scritto con la collaborazione di Claudio Cipollini, coordinatore di undici progetti strategici tesi a rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno e la prefazione di Matteo Renzi.

I movimenti migratori a cavallo fra Africa ed Europa, il considerevole flusso commerciale che specie oggi passa per il canale di Suez (+123% negli ultimi tre anni), ma soprattutto la grande crisi, che ha cambiato il volto dell’Unione Europea conducendo – con i relativi vantaggi e svantaggi – a una maggiore integrazione: fenomeni di portata storica che la classe politica deve leggere e intendere tempestivamente, per non subirne le conseguenze senza poter contribuire a determinarle.

Nello specifico – anche sulla scorta del Position paper sull’Italia redatto dalla Commissione nel novembre 2012 – gli autori rilevano che una programmazione non pienamente esplicita e poco operativa, l’inefficienza tecnico amministrativa e l’assenza di piani nazionali di settore a cui fare riferimento abbiano rallentato lo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno, talora con l’intenzione distorta di farne un Nord di più modeste dimensioni, ignorandone invece i vantaggi comparati; a ciò si aggiungono la polverizzazione degli interventi, i ritardi nell’attuazione e la pluralità di livelli amministrativi, elementi che non dovrebbero più essere presenti nell’attuazione della politica di coesione per il 2014-2020.

Al Sud mancano anzitutto una solida cultura imprenditoriale – il “capitale sociale”, come già aveva sostenuto Robert Putnam in una sua celebre analisi del Meridione – e infatti è dalla coesione sociale  e da una nuova policy industriale che bisogna iniziare a cambiarlo, con il contributo indispensabile del network fra imprese e associazionismo (“La questione meridionale è, ormai palesemente, una questione sociale: di nuove povertà; di diversi bisogni; di frammentazione del tessuto civile. Non si può continuare a pensare che il sociale sia subordinato alla crescita e rappresenti un ambito su cui intervenire solo in presenza di un’economia fiorente. È esattamente il contrario. Se non c’è una comunità coesa, non c’è amore per le regole e non c’è sviluppo”). Su questi principi si fondano dunque i progetti strategici coordinati da Claudio Cipollini: idee e propositi molto concreti di cui il Premier potrà avvalersi nell’elaborazione di quel masterplan per il Sud del quale si sta facendo promotore. La volontà politica – e la leadership – faranno la differenza.

 

Elia Torrisi

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