Si è svolta nella diocesi di Acireale l’annuale festa dei maturandi, occasione di vicinanza ai prossimi protagonisti dell’esame di Stato, che il servizio di pastorale giovanile e l’ufficio per la Pastorale scolastica organizzano come segno di speranza, impegno e chiamata all’unicità a cui tutti i giovani sono invitati.
L’evento, che non si è interrotto nemmeno nel periodo del COVID 19, ma che in quel momento ha cambiato format per raggiungere comunque i giovani diplomandi, si è composto da due tappe: la chiesa Gesù Lavoratore di Giarre e la parrocchia Cuore Immacolato di Maria ad Acireale che hanno ospitato l’evento, dal titolo “Datevi al meglio della vita”, che si rifà all’invito che Papa Francesco rivolge ai giovani nella sua enciclica Christus Vivit.
Le testimonianze
La festa dei maturandi è un invito alla condivisione che nasce dal desiderio di incoraggiare i ragazzi e benedire la prova tanto attesa della maturità. Condividere è anche saper raccontare e per questo è sempre importante avere testimoni capaci di raccontare la propria esperienza alla luce positiva della speranza.
Ospiti della giornata don Gaetano Pappalardo, Rosario e Aurora: a ciascuno di loro la libertà di raccontare il proprio cammino e di dare una testimonianza ai ragazzi presenti. Dalle storie di apparente fallimento di Aurora e Rosario alla capacità di scegliere il meglio della vita a cui donarsi, ricominciando non da sconfitti ma da protagonisti del proprio presente e creatori del futuro.
Don Gaetano ha invece consegnato ai giovani maturandi presenti tre parole chiave: stupore, condivisione e senso, dando il ritmo alla festa e aggiungendo poi che “non c’è giornata grigia, in cui un po’ il sole non splenda per voi“.
Il vescovo Raspanti vicino ai maturandi
Durante l’incontro, mons. Antonino Raspanti, vescovo della Diocesi di Acireale e presidente della Cesi, ha rivolto un sentito augurio e una benedizione speciale a tutti i maturandi. Nel video messaggio ha sottolineato come l’esame non sia solo una tappa scolastica, ma un trampolino di lancio verso una fase nuova di crescita e di responsabilità verso sè stessi e verso la società intera.
Barbara Condorelli, direttore dell’Ufficio IRC e della Pastorale scolastica, ha sottolineato in questa occasione l’importanza della collaborazione tra Scuola e Chiesa; connubio fondamentale per accompagnare i giovani nel loro percorso umano e spirituale. “La vita è davanti a loro”, ha affermato, “e nonostante le difficoltà, resta un dono bello da scoprire con coraggio e fiducia”.
Anche don Orazio Sciacca, direttore della Pastorale giovanile, ha voluto ricordare che la maturità non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un tempo nuovo, farcito di opportunità e nuove prospettive. “Desideriamo augurare ai nostri ragazzi – ha detto – di cogliere a piene mani la bellezza della vita, lasciandosi guidare dalla speranza e dal desiderio di realizzarsi pienamente”.
La consegna delle penne
A tutti i maturandi, come gesto simbolico e di incoraggiamento, sono state donate penne da utilizzare durante gli esami, segno tangibile della vicinanza della comunità ecclesiale e augurio di sapersi affermare nella vita senza dimenticare valori, responsabilità e credo.
Oltre mille le penne consegnate, 800 ai giovani presenti alla festa dei maturandi e 200 al precedente incontro che era stato riservato alle scuole di Lingluaglossa, incontrate in un momento antecedente alla festa per poter alleggerire le difficoltà logistiche degli Istituti scolastici del territorio pedemontano.
La riflessione di don Agostino Russo / L’augurio alla maturità
Ai giovani intervenuti si è rivolto, infine, don Agostino Russo. Il vicario generale della diocesi di Acireale ha portato i saluti del vescovo Raspanti ed è poi intervenuto rivolgendosi ai ragazzi in ascolto. A loro così ha detto: “Io vi auguro che voi non pensiate soltanto alla maturità scolastica, che è importante, ma di ricordare sempre che oltre alla maturità scolastica c’è una maturità più profonda e importante: la maturità umana. E, per chi crede, anche una maturità cristiana.
Una maturità che dipende da voi, da come scegliete di vivere la vostra vita in maniera impegnata. Avete ascoltato il canto ‘Sogna ragazzo sogna’, e io vi voglio dire una cosa importante: sognate ad occhi aperti, perché sognare ad occhi chiusi comporta il rischio che il sogno non si realizzi. Non bisogna sognare cose irrealizzabili: sognate cose che potete, e dovete, cercare di realizzare con forza nella vostra vita”.
La riflessione di don Agostino Russo / Unici, non fotocopie
Ha ancora proseguito, riferendo ai giovani maturandi che hanno partecipato alla festa un episodio a lui caro. “Vorrei raccontarvi un fatto, una storia che racconto spesso anche agli adolescenti. È un fatto realmente accaduto, quando ero parroco a Santa Venerina.
Dopo un po’ di tempo che ero lì, venne da me una signora e mi disse: ‘Padre, vorrei fare un regalo bello alla parrocchia. Vorrei donare una tovaglia di canapa con ricami in oro per l’altare del Santissimo’. Io le dissi che era una cosa molto bella e apprezzai l’idea. Lei mi diede il via libera per procedere. Dopo qualche giorno venne da me un’altra signora, incaricata dalla prima, e mi disse: ‘Padre, le chiedo un suggerimento. Vorrei fare un ricamo speciale sulla tovaglia. Mi dà un’idea?’ Io le diedi un suggerimento, ma lei mi rispose: ‘Mi dispiace, padre, ma non posso seguire il suo consiglio’. Le chiesi il perché, e lei mi disse: ‘Perché l’ho già fatto una volta. Io realizzo pezzi unici”.
.Quella donna era evidentemente un’artista. Ma sappiate una cosa: il più grande artista è Dio, che ha fatto di ciascuno di noi un pezzo unico. Ognuno di voi è un essere unico, autentico, originale, irripetibile. Voi ragazzi siete unici! Dovete capirlo: a Dio non piacciono le fotocopie. Non esistono due persone uguali. Neppure due gemelli sono identici. Nemmeno due gocce d’acqua lo sono.
Questo ci fa capire la bellezza dell’armonia nella diversità, ed è una ricchezza meravigliosa. Il Papa Leone ha detto: ‘Non sprecate la vostra vita’. La grande Madre Teresa di Calcutta diceva: ‘Date il meglio di voi stessi’. E San Giovanni Paolo II diceva, e con questo concludo: ‘Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro‘.
Il mio augurio è proprio questo: che voi, nella vostra vita, attraverso scelte importanti e talvolta anche difficili, possiate farne un capolavoro“.
Chiara Costanzo