Disabilità e sport / Scherma senza limiti: un progetto per atleti “super abili”

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All’Accademia Musumeci Greco, la più antica del mondo, una serie di corsi sostenuti dalla Fondazione Terzo pilastro – Italia Mediterraneo per persone non vedenti e in carrozzina. Chi vuole seguire le lezioni, spiega l’erede della storica dinastia di maestri d’armi, “può venire anche cinque volte a settimana e chi vuole tentare l’agonismo non ha problemi: noi li instradiamo e portiamo a fare i campionati”. Un appello a sostenere l’iniziativa.

“Grazie al progetto Scherma senza limiti, sostenuto dalla Fondazione Terzo pilastro – Italia e Mediterraneo, da quest’anno siamo in grado di accogliere i diversamente abili in carrozzina, per corsi di scherma totalmente gratuiti. Quale migliore integrazione dello sport? Aiutateci con la nostra iniziativa sociale, diffondendo il nostro progetto. Può bastare un clic per rendere felice una persona e la sua famiglia”. Questa mail sembra una richiesta di sostegno finanziario e invece è, più semplicemente, una richiesta di adesione e divulgazione. Di che cosa? “Di un’iniziativa di alto valore sportivo e sociale, completamente gratuita”, spiega il suo ideatore e promotoreRenzo Musumeci Greco, erede della storica dinastia di “maestri d’armi”.scherma - Copia

Una lunga storia. L’Accademia Musumeci Greco è la più antica del mondo che fa capo sempre alla stessa famiglia ed è frequentata dal 1878 da tiratori di tutto il mondo. Nella sede storica di via del Seminario a Roma, sono passati i personaggi più disparati: da Marinetti a D’Annunzio, da Mussolini a Trilussa, da Re Umberto a Einaudi. Innumerevoli attori hanno imparato qui a maneggiare le armi: Tyrone Power, Errol Flynn, Gina Lollobrigida, Charlton Heston, Vittorio Gassman, Richard Burton, Monica Bellucci, Massimo Ranieri. Ora è diretta da Renzo Musumeci Greco, docente di scherma scenica al Centro sperimentale di cinematografia di Roma e presente su innumerevoli set cinematografici e d’opera per la miglior riuscita dei duelli più memorabili da “Caravaggio” a “Io, Don Giovanni”, “Macbeth”, “Il Trovatore”, “Simon Boccanegra”, “Faust”.

Aperti a tutti. Nel 2011, in occasione del centenario della nascita del nonno Agesilao, mitico campione, prese il via il progetto “Scherma senza limiti”, una serie di attività dedicate al sociale, tra cui i corsi per non vedenti e ora quelli per persone in carrozzina. Sono tutte sostenute dalla Fondazione Terzo pilastro – Italia Mediterraneo, nata sotto l’egida della Fondazione Roma; ciascuna richiede approfondite e specifiche preparazioni da parte dei maestri e adeguati adattamenti della palestra e delle attrezzature. Per i non vedenti è necessario che alla pedana siano fissate le strisce di metallo che aiutano a individuare il percorso e a non sbagliare negli affondi e quando si incrociano le armi. Dall’alto della sua esperienza Renzo Musumeci Greco afferma convintamente che “gli atleti in carrozzina non sono diversamente ma super abili”. Il loro modo di praticare questo sport è molto faticoso e, soprattutto per chi lo aveva già fatto e ora è diversamente abile, assai difficile. Infatti, la carrozzina è fissata al pavimento e gli atleti muovono solo il busto. “Le prime volte seguirli è quasi impressionante – dice Musumeci Greco – perché durante le gare non devono avere le protesi”. Per essere efficaci anche gli insegnanti stanno in carrozzina; i movimenti sono diversi, qui servono l’intuito, le finte, la velocità d’azione.

Tutti atleti. “Due dei nostri allievi sono olimpionici delle Paraolimpiadi di Sidney e di Atene e si stanno già allenando per Rio de Janeiro del 2016. A questo proposito, è bello notare come ci sia un forte m ovimento d’opinione che vorrebbe unificare Olimpiadi e Paraolimpiadi, che ora si tengono in successione: i partecipanti sono tutti atleti”, osserva ancora Musumeci. “Facendo quest’attività ci siamo resi conto che tantissimi diversamente abili, specie quelli in carrozzina, stanno chiusi dentro casa. In qualche caso, le famiglie ancora si vergognano ma in maggioranza non riescono a sostenere la fatica delle uscite. Un’ora di palestra significa uscire, entrare a fatica in ascensore, superare gli ostacoli sul marciapiede, salire e scendere dall’auto, trovare parcheggio e magari portare di peso il proprio parente sino alla palestra”. E come fanno le famiglie a sobbarcarsi tutte queste fatiche? “Alla fine diventa più semplice per tutti stare in casa davanti alla televisione. Non è bella questa constatazione, ma è la realtà”, ammette Musumeci Greco. “Per sviluppare le nostre attività sociali alla sede storica di via del Seminario che non è facilmente accessibile, abbiamo affiancato due sedi – prosegue -, due palestre scolastiche il cui utilizzo ci è stato concesso a seguito di bando. Ebbene, quella in zona Parioli ha un facile accesso mentre quella in zona Prati è un po’ più difficile da raggiungere. Nonostante sia uno spazio pubblico i costi per i lavori di ristrutturazione e adeguamento dovremmo sostenerli noi e non siamo in grado di farlo”. “Chi vuole seguire le nostre lezioni può venire anche cinque volte a settimana e chi vuole tentare l’agonismo non ha problemi: noi li instradiamo e portiamo a fare i campionati. Stiamo anche iniziando a fare dei video che vogliamo diffondere nelle scuole perché non c’è nulla come lo sport che aiuti nella socializzazione e nell’integrazione”.

 Paola Scarsi

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