Pandemia e dintorni / Dopo il lockdown coltiviamo anche la “carità culturale”

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Foto Sir / Marco Calvarese

Iniziata l’estate, il movimento cresce tutto attorno a noi: le località turistiche in particolare si stanno animando e già il flusso di visitatori e villeggianti si fa intenso, con le precauzioni del caso rese piuttosto blande e con l’evidente voglia di lasciarsi alle spalle il pesante lockdown.
Turisti sulle spiagge, ma anche in centro città, dove ammirare la singolare conformazione urbanistica, approfittare dei numerosi ristoranti tipici, ma anche conoscere e gustare la storia e l’arte, soprattutto l’arte sacra che ci ha lasciato preziosi gioielli da custodire e da esibire.

Foto Sir / Marco Calvarese

Proprio all’ingresso del centro urbano di Chioggia accoglie l’ospite un’artistica chiesetta quattrocentesca, aperta tutto il giorno, dedicata ai santi apostoli Pietro e Paolo, di cui celebriamo la festa a fine giugno, radici e colonne della Chiesa. Il vescovo Adriano, che ne ha deciso e seguito il restauro alcuni anni fa, recentemente completata con decorose suppellettili, l’ha voluta destinare alla preghiera personale davanti a un grande crocifisso che pende dal soffitto dell’abside. Proprio in questa chiesa abbiamo con lui pregato a fine marzo – collegati in streaming con la diocesi – per tutti i defunti di tutti i vicariati che ci hanno lasciato, nel tempo del lokdown, senza un rito funebre. Luogo di preghiera, di meditazione, di contemplazione sul mistero della croce e sulla fragilità umana, fisica e morale, che può diventare forza, come insegna la testimonianza dei due grandi apostoli e soprattutto la risurrezione di Gesù, e come ci esortano a riflettere i vescovi nel recente documento “E’ risorto il terzo giorno” per una rilettura “biblico-spirituale” dell’esperienza della pandemia. Quest’anno, in corrispondenza alla festa dei santi Pietro e Paolo non ci sarà la consueta colletta “per la Carità del Papa”, rinviata, appunto per l’emergenza della pandemia, al 4 ottobre (singolare coincidenza con l’evento della beatificazione del “nostro” padre Olinto Marella, grande apostolo della carità!), ma è sempre tempo per la solidarietà e per la generosità. Oltre alla carità materiale, serve anche la carità spirituale, che si può declinare anche come carità culturale, di cui non c’è meno bisogno. A questo riguardo, ritorniamo al tema dell’arte sacra che abbellisce così copiosamente il nostro centro cittadino: dal museo diocesano alla pinacoteca SS. Trinità e alla chiesa di S. Caterina, dalla cattedrale fino al santuario di S. Domenico, vero scrigno di opere preziose, è un tripudio di arte e di fede, un patrimonio da far conoscere a cittadini e visitatori (opportuno l’itinerario artistico-spirituale predisposto dalla Pastorale del turismo), anche, in modo particolare, ai giovani perché non si privino di goderne interiormente, distratti da troppe altre cose. Non trascuriamo questa dimensione, facciamola gustare a tutti, ravviviamo le radici perché la pianta non inaridisca.

                                                                                                  Vincenzo Tosello
                                                                 direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)

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