Disturbi psicologici / Fomo, la paura di “essere tagliati fuori”

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FOMO

Riportiamo le riflessioni della dott.ssa Pamela Cantarella in merito al FOMO  (Fear of Missing out), la paura di “essere tagliati fuori” tra i nuovi disturbi psicologici di adolescenti e giovani adulti. Dipendenza dalle “relazioni virtuali” e la paura di essere estromessi dalle “interconnessioni del mondo digitale”.

La società odierna, sempre piú globale ed interconnessa, è frutto di una vera e propria “rivoluzione tecnologica” che ha riguardato questi ultimi anni. Nella vita di tutti i giorni i dispositivi digitali sono diventati di fondamentale importanza, se non addirittura essenziali. Questo nuovo ed ormai imprescindibile “legame con la tecnologia”, da cui senza dubbio si traggono degli inestimabili vantaggi, ha un rovescio della medaglia non indifferente: se non saputo gestire nel giusto modo, può causare la perdita di controllo di certi meccanismi, con la conseguenza di rimanere in balia di essi, totalmente indifesi.

Dipendenza dalle “relazioni virtuali”

È quello che oggi purtroppo accade sempre piú spesso. La capacità di fruizione critica e responsabile dei nuovi media appare seriamente compromessa. Tanto da non permettere agli individui di potersi muovere in questa realtà senza subirla passivamente o rimanere imbrigliati in certe sue trame insidiose.

Conseguenza di ciò sono tutta una serie di problematiche piú o meno gravi, soprattutto di ordine psicologico, che riguardano chi non possiede le giuste “competenze mediali” affinché poter padroneggiare i meccanismi del Web ed i “nuovi ambienti e legami virtuali” nati con le moderne tecnologie. A tal proposito, tra i disagi del nuovo millennio, in modo particolare per adolescenti e giovani adulti, vi è proprio “la dipendenza dalle relazioni virtuali e la conseguente paura di un isolamento derivante dall’essere estromessi dalle interconnessioni del mondo digitale”.

FOMO, la paura di “essere tagliati fuori” tra i nuovi disturbi psicologici 

Questi effetti psicologici, provenienti da una evidentemente non adeguata fruizione delle nuove tecnologie, vengono fatti rientrare nella cosiddetta FOMO (Fear Of Missing Out), che letteralmente significa “paura di essere tagliati fuori”, ed è una significativa sfaccettatura delle “nuove solitudini nell’era dei social network e dei social media”. Senza le infinite interconnessioni virtuali oggi, ormai, è infatti impensabile vivere! L’utilizzo di questo termine nell’ambito scientifico della psicologia è molto recente e fa riferimento ad una nuova patologia dovuta proprio alla “dipendenza dalla Rete e dalla connessione sociale virtuale”, ( A. Przybylski et al, 2013).

relazioni virtuali

La FOMO viene considerata una vera e propria “nevrosi” creata dai Siti Social. E’ caratterizzata dall’apprensione che gli altri stiano vivendo esperienze gratificanti da cui uno è assente; dal desiderio persistente di rimanere in contatto con le persone nella propria rete sociale. (Jon D. Elhai et all, 2021).

Fear Of Missing Out

Il concetto chiave della Fear Of Missing Out è l’”ansia legata alla paura di rimanere tagliati fuori dalle connessioni e relazioni che si instaurano attraverso i Social Network e le chat dello smartphone”. Ció genera dei comportamenti compulsivi finalizzati alla riduzione dello stato d’ansia. Riguardano principalmente il controllo frequente dei dispositivi digitali e dei servizi di messaggistica. Questo per mantenere sempre attive le connessioni sociali ed evitare di perdere esperienze che si ritiene possano essere gratificanti, (M. Di Carlo, 2022).

Questa “nuova sfumatura della paura” interessa dunque lo stretto legame che ormai unisce in maniera indissolubile l’uomo ai dispositivi tecnologici multimediali, in particolar modo a tablet e smartphone, considerati quasi un prolungamento del proprio corpo data la loro “portabilità”, che hanno modificato totalmente la giornata e le abitudini: tutto ruota attorno ai dispositivi mobili che si hanno sempre a portata di mano!

Piattaforme Social

Tra le azioni strettamente connesse a ció vi è l’utilizzo delle piattaforme Social (Facebook, Instagram…), “strumenti tecnologici per la ricerca di connessione sociale, che forniscono la promessa di maggiori livelli di coinvolgimento sociale” (Ellison, Steinfield e Lampe, 2007). Essi però sono al contempo fonte di rassicurazione e di frustrazione: la socialità digitale può, in qualche modo, veicolare “sentimenti di solitudine” nel momento in cui, attraverso i Social -data la possibilità che offrono di essere costantemente aggiornati sulle attività ed impegni di tutti- si scopre che gli altri si riuniscono senza di noi, e che si divertono mentre ne rimaniamo “tagliati fuori”.

A causa di ciò si genera un “forte senso di esclusione sociale”, che deriva da un “confronto costante” che si ha con le pubblicazioni fatte sui vari Social Network, o con le varie attività sociali virtuali che si intrattengono in Rete. Un esempio è il senso di curiosità incontrollabile misto a forte irrequietezza. Nasce dal voler sapere a quante persone piaccia o meno una propria foto, un proprio post.

FOMO, la paura di “essere tagliati fuori” tra i nuovi disturbi psicologici

Ciò per evidenziare anche l”aspetto narcisistico” legato all’origine della FOMO tipica, ancor di piú, di quei soggetti che sono soliti alimentarsi dei commenti e dei like pubblicati sui propri canali di comunicazione: quando viene meno questo “nutrimento” si innesca una crisi di astinenza che spesso sfocia in comportamenti ossessivi e ansiogeni.

Volendo risalire all’origine di tali dinamiche bisogna assolutamente scavare piú in profondità e cominciare dall’affermare che “il sentimento di connessione con gli altri è un bisogno irrinunciabile che influenza la salute psicologica di ogni soggetto”. Con l’avvento della tecnologia le esperienze sociali e comunicative, anche se virtuali, sono state “amplificate”. I moderni dispositivi offrono l’opportunità di essere continuamente socialmente connessi (“always on”).

La “relazionalità” è dunque tra i “bisogni” fondamentali dell’essere umano:

lo si ritrova nella “piramide di A. Maslow”, famosa gerarchia che lo vede posizionato subito dopo i bisogni “fisiologi” legati alla sopravvivenza; o ancora nella Teoria dell’Autodeterminazione di E. Decy e R. Ryan, dove viene considerata di vitale importanza la “necessità di fare parte di un contesto sociale dove poter intrecciare reti e creare condivisioni”.

disturbi psicologici

Secondo tali assunti i soggetti, durante tutto il corso della propria vita, cercano dunque di gratificare questo loro bisogno: “essere continuamente connessi alla rete sociale”. È in questo senso che i Social Network possono rappresentare uno “strumento supplementare e di ausilio” per raggiungere tale scopo. Le piattaforme Social sono degli importanti strumenti di aggregazione alla rete sociale. Sono considerati -soprattutto dagli adolescenti- dei “canali preferenziali” con cui comunicare, intraprendere e mantenere relazioni.

FOMO, la paura di “essere tagliati fuori” tra i nuovi disturbi psicologici

La FOMO, nutrendosi anche di un’autostima fragile e di un’insicurezza date anche e soprattutto dalla delicata fase di vita che si sta attraversando – l’adolescenza -, attiva il “sistema di controllo sociale” e fa sentire al soggetto l’”essere tagliato fuori” come una minaccia alle connessioni sociali con gli altri.

L’attività di monitoraggio delle condizioni per cui gli altri potrebbero “escluderci o respingerci” è molto impegnativa. Dá luogo frequentemente a stati di disforia e lieve depressione. Quest’ultimi derivanti dall’ideazione ossessiva e dal timore di stare perdendo la competizione per avere un proprio ruolo nella società. Per essere accettati e supportati dagli altri, (P. Gilbert et all, 2009). Ecco che allora forse bisognerebbe intervenire “a monte” aumentando la consapevolezza dei pensieri e delle aspettative. Quest’ultimi generano l’ansia da esclusione sociale, e la capacità di gestione dell’”esperienza emotiva” legata ad essi.

Sarebbe opportuno partire innanzitutto da delle “buone dosi di realismo”:

non è possibile essere sempre continuamente connessi e controllare le attività online di tutti; cosí come bisognerá mettere in conto la possibilità di non partecipare a tutte le attività online di amici e conoscenti: senza per questo sentirsi “esclusi”. Un parallelo incremento di “attività offline” contribuirà a bilanciare il “virtuale” con esperienze reali. Quest’ultime favoriranno altresí il controllo di certi comportamenti ripetitivi disfunzionali e la riduzione del legame di dipendenza, con la Rete.

Come scriveva la Turkle: “Ogni tanto, separiamoci dal nostro smart-phone, per riprenderci il controllo su noi stessi…”. È chiaro che se la sostituzione dei comportamenti disfunzionali non si riesce a mettere in pratica, né si rivela sufficiente, non bisognerá esitare a chiedere aiuto a dei professionisti. Quest’ultimi potranno fornire un valido ausilio per mettere a fuoco il disagio ed individuare le giuste strategie per superarlo.

Pamela CantarellaCantarella Pamela

Psicologa Clinica abilitata, in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale, Responsabile Settore Comunicazione Pronto Soccorso Psicologico-Italia.

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