Giornata comunicazioni sociali / Don Arturo Grasso: “Il filo di Arianna nel labirinto digitale”

0
49
Giornata comunicazioni sociali 2025

Pubblichiamo il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di don Arturo Grasso direttore UCS Acireale e CESi.

In occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, tradizionalmente celebrata per la solennità dell’Ascensione di Gesù, quest’anno domenica 1° giugno 2025, ci viene offerta l’opportunità di riflettere in profondità sul senso e sulla missione della comunicazione nell’epoca contemporanea. La realtà, oggi, è segnata da continue trasformazioni dovute alla digitalizzazione, all’intelligenza artificiale e alla crescente complessità del panorama informativo.

Il tema offerto quest’anno dal compianto Papa Francesco è “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”.

Giornata Comunicazioni sociali / Il filo di Arianna nel labirinto digitale

Mi piace usare l’immagine che ci offre il mito del filo di Arianna perchè si presta efficacemente come metafora del compito odierno della comunicazione. Come Teseo che, dopo aver affrontato il Minotauro, dipende dal filo per trovare la via d’uscita dal labirinto, così anche noi comunicatori, i “nuovi Teseo”, ci troviamo immersi in una rete intricata di contenuti: notizie, immagini, narrazioni. In questo labirinto moderno, verità e falsità si intrecciano in modo sempre più indistinguibile, sfidandoci a navigare tra le informazioni con saggezza e discernimento.

Don Arturo Grasso
Don Arturo Grasso, presidente Ufficio Comunicazioni sociali diocesi Acireale e Cesi

L’infodemia, la disinformazione sistemica, le fake news, i deep fake e le manipolazioni algoritmiche rappresentano il “Minotauro moderno”, che minaccia non solo l’integrità dell’informazione, ma la coesione sociale e la dignità delle persone.

In questo scenario, quindi, il filo di Arianna, che rappresenta il principio di una comunicazione autentica, guida l’operatore della comunicazione, che non si limita a trasmettere dati, ma fonda la notizia sull’amore per la verità e sulla centralità della persona umana.

Arianna non consegna a Teseo un’arma per uccidere il Minotauro, ma gli offre uno strumento per non perdersi nel labirinto. La possibilità, quindi, di muoversi e di affrontare la verità delle cose. Allo stesso modo, oggi, la comunicazione non dovrebbe limitarsi a “vincere” o “convincere”, ma aiutare a orientarsi, a capire, a ritrovare un senso nel disordine apparente.
Per questo è importante una comunicazione disarmata, che rinunci all’aggressività e alla manipolazione, e disarmante, che sia capace nella mitezza di toccare il cuore e generare comunione, persino nelle divergenze.

Giornata Comunicazioni sociali / L’Intelligenza artificiale non può sostituirsi all’uomo

Come ha ricordato Papa Francesco, la comunicazione deve nascere dall’ascolto degli ultimi, dei fragili, di coloro che non hanno voce nel sistema mediatico globale. Essa non può essere funzionale a un’economia dell’attenzione che polarizza, divide, spettacolarizza, ma deve tendere a costruire ponti e non muri per generare speranza.

L’intelligenza artificiale – pur offrendo strumenti innovativi di supporto e analisi – non potrà mai sostituire la coscienza, la responsabilità etica e la relazionalità proprie dell’essere umano. Il discernimento resta prerogativa della persona, e la verità non può essere affidata esclusivamente a logiche algoritmiche.

Una comunicazione autentica richiede analiticità, profondità, rigore nella verifica dei fatti. L’adesione alla verità esige tempo, studio, capacità critica e responsabilità sociale. È necessaria una vera educazione alla comunicazione, che formi cittadini consapevoli e operatori culturali capaci di custodire il senso valoriale. Come afferma già Papa Leone XIV, solo una comunicazione capace di ascolto può disarmare le parole e generare comprensione, riconciliazione e pace.

La comunicazione non deve dividere ma unire

Il rischio, però, è comportarsi come Teseo: usare il filo per uscire dal labirinto, ma poi abbandonare Arianna, addormentata su un’isola. Così anche oggi, nella comunicazione, potremmo servirci della verità e poi lasciarla. Ma senza fedeltà a quel filo, ogni percorso perde senso e la verità “assopita” diventa fragile.

In un tempo in cui l’individualismo mediale rischia di frammentare il tessuto della comunità, la comunicazione è chiamata a diventare atto di comunione. La notizia, perciò, – in quanto servizio alla verità – non deve dividere, ma unire; non dev’essere veicolo di potere, ma strumento di giustizia e fraternità.

Don Arturo Grasso