Intervista / Il principe Emanuele Filiberto in Sicilia: “Noi Savoia abbiamo radici forti con l’Italia e il cuore è sicuramente qui”

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Il principe Emanuele Filiberto di Savoia è stato in visita in Sicilia per due il principe firma il registrogiorni. La collocazione dell’immagina votiva della Beata Maria Cristina di Savoia nella cappella dello Spasimo, nella basilica di San Nicolò, è  stato il motivo della visita del principe, in rappresentanza di casa Savoia, in onore di una loro antenata. La sua visita, voluta dagli ordini dinastici della Real Casa di Savoia che hanno accolto il principe con calore e affetto, è stata un momento di grande impatto per la città di Noto che intanto festeggiava la 37° edizione dell’infiorata. Manifestazione ormai conosciuta in tutto il mondo che ogni anno, nella terza domenica di maggio, si svolge con grande presenza di pubblico.

La Beata Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II di Borbone morì a soli 24 anni dando alla luce il suo primo figlio (il futuro Francesco II re delle due Sicilie) il 31 gennaio 1836. Donna pia e devota durante la sua breve vita aiutò sempre con gioia  e abnegazione i bisognosi e durante il periodo in cui fu regina consorte del regno delle due Sicilie fece graziare tutti i condannati a morte. Nel 1859 la Santa Sede la rese venerabile e il 2 maggio 2013 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto, riguardante un miracolo ottenuto grazie alla sua intercessione. Il 25 gennaio 2014 nel Pantheon dei sovrani Borboni, la Basilica di Santa Chiara a Napoli, dove ella riposa, si è tenuto il rito di beatificazione alla presenza di molti membri di casa Savoia e della casa borbonica.

Il principe Emanuele Filiberto, dopo aver partecipato alla funzione religiosa, ha visitato la città di Noto fermandosi spesso con la gente per le consuete foto di rito, strette di mano e commenti sulla bellezza del luogo. Pranzo a palazzo Impellizzeri e poi visita al palazzo Nicolaci, dove ha potuto ammirare dai balconi dello splendido edificio l’infiorata. Il giorno dopo il principe era atteso a Catania per inaugurare la mostra dedicata al centenario della Grande Guerra, nel sacrario della chiesa di San Nicolò l’Arena, ma per motivi di tempo ha potuto visitare solo la biblioteca Ursino Recupero, all’interno del poderoso complesso del monastero dei Benedettini. Anche questa visita è stata dedicata ai suoi antenati, infatti la delegazione di Catania delle guardie d’onore alle reali tombe al Pantheon ha “adottato” facendo spolverare e pulire due busti raffiguranti i re Umberto I e Vittorio Emanuele III, allocati nella sala Guttadauro dal 1934. Il principe dopo aver firmato il registro degli ospiti illustri ha ricevuto una targa artistica a ricordo della visita. L’evento è stato curato dal dott. Francesco Giordano il quale, con la direttrice della biblioteca, dott.ssa Rita Carbonaro, e il commendatore Giuseppe Valore, hanno ricevuto dalle mani del principe una targa di riconoscimento per l’importante lavoro svolto.

Il principe Emanuele Filiberto di Savoia, prima di lasciare la biblioteca, ha risposto ad alcune domande che  gli abbiamo rivolto.

– Che ricordi sono impressi nella sua memoria quando, insieme ai suoi genitori, è venuto per la prima volta in Italia nel marzo 2003?

“Ricordi emozionanti, scoprivo la mia patria. Noi Savoia abbiamo radici molto forti con l’Italia e il cuore è sicuramente qui. Subito dopo la mia visita a Napoli sono stato in Sicilia per il rally dell’Etna”.

– Le sue bimbe sono ormai adolescenti, cosa vuole trasmettere loro da genitore e come membro di una così antica e nobile dinastia?

“Una scala di valori importanti per essere pronte poi, da adulte, a viaggiare da sole. Sono importanti la famiglia, le radici vere. Con mia moglie e le bambine veniamo spesso in Italia, è giusto che conoscano il loro paese”.

– Gli ultimi re d’Italia non riposano in patria, a che punto sono gli accordi per poterli seppellire al Pantheon?

“Adesso i tempi sono maturi e la nostra richiesta al governo e al presidente del Consiglio Renzi è stata fatta. Noi vogliamo comunque che le salme degli ultimi re d’Italia riposino al Pantheon insieme agli altri re e non nella basilica di Superga, come qualcuno aveva proposto”.

– La regina Maria Josè è stata sempre descritta nei libri di storia e nelle biografie a lei dedicate come una donna forte, una protagonista del suo tempo che non si limitava ad essere la consorte del futuro re d’Italia, cosa non gradita a molti politici del tempo. Nella vita privata con voi nipoti come era?

“Una nonna fantastica, molto presente, interessante, un libro di storia vivente. Ho ricordi meravigliosi che mi legano a lei”.

Gabriella Puleo

 

 

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