Abbiamo dialogato con la prof.ssa Nellina Ardizzone, presidente del Club per l’Unesco di Acireale. La Ardizzone, docente di lettere nel liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale, da diversi anni è molto attiva per la valorizzazione delle peculiarità del nostro territorio.
Prof.ssa Ardizzone, come ha gestito la sua attività con il Club per l’Unesco?
Innanzi tutto, ci tengo a precisare che la collaborazione con il Club per l’Unesco è un’attività di mero volontariato. Tutto ebbe inizio dopo un mio master sulle biblioteche organizzato dal ministero e dall’Università della Tuscia dopo aver letto il “Libro Bianco” di Delors che parlava del nuovo modello di istruzione con riferimenti all’Unesco. Noi ci siamo interessate, entusiaste, su come divulgare queste idee e abbiamo capito che avvicinandoci all’Unesco, che ha una sua commissione specifica, le nostre aspirazioni avrebbero avuto piena realizzazione. Abbiamo cominciato nel 2001, assieme ad un gruppo di persone che condividono questi ideali. È da precisare che ogni club tutela determinati territori.
Il vostro club quali territori tocca?
Noi abbiamo diversi territori su cui operiamo. Abbiamo Acireale, la zona di Aci Sant’Antonio, la zona di Sant’Alfio, quella di Valverde e Santa Venerina. Abbiamo, inoltre, una sorta di collaborazione che ci permette di organizzare eventi anche oltre i nostri territori. Naturalmente dopo contatti con i club della zona.
Nellina Ardizzone, quali progetti avete portato avanti?
Al primo posto c’è sempre stata l’ottimizzazione del territorio acese. La prima cosa che abbiamo attenzionato è stata la valorizzazione della Basilica di San Sebastiano, che è stata inserita tra i monumenti messaggeri di pace. Da quel momento in poi sono stati eseguiti diversi concerti proprio per la pace. Ci siamo occupati della bellezza del patrimonio immateriale come l’”Opera dei Pupi”, che è una delle caratteristiche acesi. Aspettiamo, comunque, che altre peculiarità similari vengano inserite. Nel 2017, ad Acireale, si è tenuta l’Assemblea nazionale della Ficlu (Federazione internazionale Club per l’Unesco), evento importante che coincideva con i 70 anni della nascita di questi club. Erano presenti tutti gli esponenti più importanti delle federazioni: giapponesi, indiani, parigini…
In quale luogo si è svolta?
Abbiamo accolto gli intervenuti nel Chiostro di San Biagio dove, all’epoca, c’era un Resort che molti hanno utilizzato come alloggio. Il Comune ha organizzato un tour per la città per gli intervenuti. C’è stato, anche, un momento in cui gli ospiti hanno potuto degustare i nostri prodotti tipici dolciari. L’Ufficio turistico del Comune ha fornito delle brochure con indicazioni anche in altre lingue.
Nel 2004 è stato organizzato un convegno sul Barocco acese; e si era aperta una pratica per inserire Acireale nel patrimonio Unesco che poi non è andata a buon fine. Il club ha solo il compito di attenzionare le ricchezze del territorio ed è poi l’amministrazione locale che deve portare avanti le relative procedure.
Abbiamo attenzionato la valorizzazione del castagno millenario di Sant’Alfio, il cosiddetto “Castagno dei cento cavalli”. Per me rappresenta un luogo della mia infanzia e adesso è speciale per tutta la mia famiglia. Il mio è come un rapporto d’amore. L’amministrazione di Sant’Alfio ha portato avanti la nostra richiesta ed adesso il “castagno” è stato dichiarato messaggero di pace nel mondo. Adesso è conosciuto ed è anche una delle una delle meraviglie italiane. Abbiamo cercato di sensibilizzare anche gli alunni per le cose incantevoli del nostro territorio: le piazze, il bosco di Aci, la Timpa.
Nellina Ardizzone, quale ricaduta ha avuto il Castagno sul paese di Sant’Alfio?
Sicuramente è una identificazione del territorio di cui il centro può farsi fregio ospitando un monumento fonte di pace. Sarà un grande beneficio per la città tutta. Su mia proposta, il Comune ha accolto l’istituzione del premio “Sant’Alfio fonte di pace”. Ho proposto anche il riutilizzo del “Museo degli antichi mestieri”, realizzato tutto con materiale locale e originale.
Importante anche il fatto che gli alunni del liceo classico “Amari” hanno potuto realizzare, in questo luogo, il Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento). Adesso il museo può fregiarsi di una pubblicazione, nella quale sono segnalati tutti i beni che si trovano al suo interno. Sempre nel territorio è stata interessata l’associazione “Famiglie insieme” che si è occupata, coinvolgendo donne e bambini, dell’arte del riciclo. Nel periodo di ottobre aprirà l’associazione, come di consueto, le sue porte invitando le famiglie a trascorrere una giornata spensierata al museo. Si realizzeranno foto, disegni…
La città l’ha ringraziata con la cittadinanza onoraria. Cosa ha provato?
Io, abitualmente, quando realizzo qualcosa la porto avanti per il gusto di farla. Vedere una comunità intera che, riconoscente del lavoro svolto, mi ripaga con il conferimento della cittadinanza, per me è stata una delle più grandi gratificazioni ricevute. Mi ha ricompensata del tempo impiegato che ha lasciato in tutto il paese forte traccia. Vuol dire aver fatto sentire cittadini e bambini custodi di un grande tesoro: il Castagno e tutto il paese costruito a misura d’uomo.
Riconoscente ho donato per Pasqua a tutti i bambini una colombina. Il progetto è stato sposato dai giovani “Leo Club Giarre-Riposto” e così quello che è stato dato è andato a chi aveva bisogno. Emozionante il momento della cerimonia con la presenza dei bambini e delle donne che mi hanno donato un libriccino, creato da loro e con i disegni dei bambini, dove potrò scrivere le mie emozioni. Questo è stato un dono grande.
Progetti futuri di Nellina Ardizzone?
Progetto per il futuro è lavorare sulla transumanza, uno dei temi poco trattati ma fondamentali per l’umanità. L’argomento è legato al tema della salute e dell’alimentazione. Infatti, bisogna partire dal rispetto della terra proprio per i prodotti che essa ci dà e dall’allevamento del bestiame, perché la terra dà se è ben curata.
Un altro progetto è la valorizzazione dell’”Opera dei pupi acesi” e quindi l’artigianato. Sarebbe interessante valorizzare il “Museo del Natale San Francesco”, che ha sede accanto al vecchio ospedale e raggruppa opere di tanti artigiani e amatori acesi.
Anche il Carnevale, con le sue realizzazioni e quindi la professionalità degli artigiani della cartapesta, potrebbe rientrare nel patrimonio immateriale. Naturalmente la relativa pratica dovrebbe essere seguita dall’amministrazione comunale. Si potrebbero valorizzare i borghi marinari di cui Acireale è ricca. Gli acesi sono i custodi di un patrimonio molto corposo e variegato. Si dovrebbero creare attività proprio per valorizzare queste tradizioni evitando che chi cerca lavoro si allontani da Acireale.
Mariella Di Mauro