La Piramide etrusca di Bomarzo: un mistero architettonico immerso nella natura

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Piramide etrusca di Bomarzo Etruria mistero architettonico immerso nella natura

In Italia, vi sono attrazioni che non hanno la rilevanza che dovrebbero avere, nonostante la loro maestosità e magnificenza archeologico-storica che cela narrazioni di popoli, epoche e culture passate che hanno forgiato la nostra storia, eppure non sono così particolarmente visitate. Fra queste mete inesplorate, troviamo la Piramide etrusca di Bomarzo, situata lungo la località della Tuscia (Viterbo) che, circondata da altri monumenti di stile etrusco, ospita segreti su cui tutt’oggi gli archeologi non sono riusciti a fare chiarezza; possiamo definirlo del tutto un vero e proprio ‘’mistero archeologico nella natura’’ del tutto irrisolto.

La Piramide etrusca di Bomarzo: la relazione con gli altri monumenti circostanti

La Piramide di Bomarzo, risalente al VIII-VII secolo a.C, è uno dei monumenti rupestri più alti d’Europa, considerando le sue dimensioni di nove metri di altezza lungo la parte a monte e 16 metri in quella rivolta a valle; essa è stata scoperta nel 1991 dagli archeologi Giovanni Lamoratta e Giuseppe Maiorano, per poi essere curata dal 2008 in poi da Salvatore Fosci.

Questo mistero architettonico immerso nella natura si accompagna ad una serie di monumenti di epoca etrusca ospitate dalla Tuscia viterbese, come le necropoli; troviamo la necropoli di Santa Cecilia, scandita da tombe scavate nella roccia e ruderi enigmatici, o quella di Norchia, ricca di tombe scavate nel tufo che si affacciano dall’antica via Clodia, usata dai romani per il commercio con le colonie etrusche.

Parco Dei Mostri Bomarzo Salvador Dalì Etruria
Il Parco Dei Mostri, detto anche ”Villa delle Meraviglie”, visitato da Salvador Dalì per un cortometraggio durante gli anni del 1950.

Ad esse si accompagna anche il Parco dei Mostri (detto anche ‘‘Villa delle Meraviglie’’), con sculture realizzate in stile manierista e piccoli casolari che ci fanno sentire quanto più che mai immersi nella vitalità di una popolazione che, sebbene il tempo, ancora oggi dota tale zona di un’aura misteriosa e affascinante. Il luogo ha affascinato Salvador Dalì, a tal punto da farne scenografia per un suo cortometraggio; da tale iniziativa, successivamente, sono derivati i primi lavori di restauro per via dello stato di abbandono in cui riversava il parco.

Piramide etrusca di Bomarzo: come si struttura architettonicamente e la funzione religiosa

Architettonicamente, la Piramide di Bomarzo si erige seguendo una forma tronco-piramidale ed è scavata nella pietra del ‘’peperino’’, una pietra vulcanica; per salire vi sono 28 gradini che permettono di arrivare in cima: si dice che continuino sottoterra, consentendo di smentire la data grandezza della piramide, supponendo dimensioni maggiori rispetto a quelle che le sono state attribuite.

Sopra il megalite, troviamo diversi elementi strutturali che ci consentono di ricondurre la funzione dell’edificio etrusco ai culti religiosi delle divinità naturali compiuti dai sacerdoti etruschi; oltre a tre altari, di cui due inferiori posti sui lati e uno maggiore posto alla sommità, gli archeologi hanno riscontrato la presenza di sedili (forse usati dagli etruschi per assistere ai riti religiosi) e di canali che consentivano di fare confluire fuori dall’edificio il sangue e ulteriori liquidi organici ricavati dai riti sacrificali; vi sono anche piccole nicchie, probabilmente un tempo adoperate dai sacerdoti per conservare il necessario per lo svolgimento della liturgia. La forma allungata dell’edificio simboleggiava la vicinanza con le divinità naturali oggetto di culto degli Etruschi, come se la sua verticalità permettesse di raggiungerle, di conoscerle.

Col passare delle epoche, vi sono state alcune modifiche architettoniche con le nuove popolazioni stanziatesi lungo il viterbese, ad esempio durante il Medioevo, epoca storica in cui il ‘’Sasso del Predicatore’’ (nome secondario per il monolite di Bomarzo) divenne un luogo per lo svolgimento del culto cattolico.

La Piramide di Bomarzo: il mistero sull’ordine architettonico e sull’autore

Tuttavia, la Piramide di Bomarzo presenta una serie di incertezze le quali, come detto, lo rendono come un ‘’mistero architettonico’’ immerso nel verde della Tuscia, soprattutto per l’ordine architettonico, per la datazione ad essa attribuita e per la popolazione autrice dell’edificio religioso.

Architettonicamente, molti studiosi hanno notato che la Piramide presenta una serie di elementi strutturali che non possono essere ricondotti allo stile artistico etrusco, fra cui ad esempio la forma del monolite: la sua forma tronco-piramidale non è propria delle piramidi etrusche, le quali prediligono forme orizzontali, ma tipica dell’architettura delle piramidi mesoamericane delle popolazioni Maya.

Chichen Itza architettura-mesoamericana Maya Etruria
Il tempio di Kukulcàn, uno dei complessi architettonici più importanti di Chichen Itza, città Maya, oggi nello stato dello Yucatàn, Messico

Anche le dimensioni e alcuni elementi architettonici del monolite non sono riconducibili alle popolazioni etrusche, stando alle osservazioni dell’Università della Tuscia: esso è un edificio in peperino, lavorato di oltre 8 metri di altezza, con una base perfettamente squadrata con angoli di 90 gradi, una serie di gradini scolpiti nella roccia viva e canali e vasche con funzioni idrauliche ancora dibattute, i quali mostrano una ‘’precisione incompatibile con gli strumenti attribuiti agli Etruschi’’, stando all’archeologo Giovanni Feo, studioso del monolite da decenni.

La Piramide di Bomarzo: il mistero sulla datazione dell’edificio

Dalle incertezze architettoniche della Piramide di Bomarzo, derivano anche quelle sulla sua datazione. Come detto, il monumento risale all’epoca etrusca (VIII-VII secolo a.C.), ma diversi elementi suggeriscono un’origine pre-etrusca, come l’assenza di simboli o iscrizioni tipicamente etrusche o la presenza di tecniche costruttive dissimili da altri monumenti etruschi documentati.

Necropoli di Santa Cecilia Piramide etrusca di Bomarzo
La Necropoli di Santa Cecilia con le sue tombe caratteristiche

L’orientamento del monolite, soprattutto, è rivolto verso configurazioni celesti oggetto di studio durante il periodo del 3000 a.C., studio correlato alla presenza dei Rinaldoniani: erano una popolazione stanziatasi nel viterbese intorno al 4000 a.C, solita a costruire edifici religiosi da cui potessero essere condotte osservazioni astronomiche, soprattutto dei solstizi e degli equinozi.

Tali anomalie hanno portato alla stesura di un rapporto riservato della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (PCAS-1932/47), il quale menziona ritrovamenti nell’area “di natura anomala e potenzialmente destabilizzante per la cronologia accettata”.

La Piramide Etrusca di Bomarzo: le anomalie correlate al campo magnetico

Le anomalie architettoniche e di datazione si sommano anche a quelle relative al campo magnetico su cui si stanzia la Piramide di Bomarzo: nel 2016, il team del professore Paolo Debertolis ha documentato che il sito archeologico presenta una proprietà di amplificazione sonora in specifiche frequenze, un pattern di risonanza che corrisponde a frequenze naturali terrestri e ad alterazioni locali del campo magnetico in prossimità della struttura.

Tali osservazioni sono appoggiate anche da un documento dell’INFN (RS-93/2), che classifica il sito tra quelli con “anomalie frequenziali significative che meritano ulteriori investigazioni”.

Tali misteri celati dietro questo complesso architettonico rendono Bomarzo una meta turistica irrestistibile, sebbene sia un luogo non convenzionale nel complesso del patrimonio artistico italiano; essa è una meta che ci ricorda il multiculturalismo che abita nel nostro passato, necessaria da rispolverare e da scoprire nei suoi segreti e anomalie che rendono Bomarzo una delle mete turistiche più affascinanti e peculiari del nostro territorio.

Rosetta Finocchiaro