Libri / “I giocatori invisibili” di Irene Giuffrida: quando il dolore guida le scelte di vita

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Ognuno di noi può scegliere se essere “un giocatore invisibile” della propria vita o muovere ogni passo alla luce del sole, con determinazione, osservato e, in molti casi, “criticato” dagli altri.
La scelta nasce libera o è la vita stessa a dettarla? Potrebbe, forse, dipendere da ciò che essa ha riserbato per ciascuno. Per Guido, il bel protagonista del romanzo “I giocatori invisibili”, appunto, le vicende drammatiche dell’infanzia hanno motivato lo svolgersi degli eventi futuri, evidenziando come il dolore della violenza fisica subita da bambino trascini con sé, in modo irreparabile, il dolore psicologico che devasta la mente umana.cor-i-giocatori-invisibili-380-x-609
Un romanzo “giallo”, ma non troppo, nel senso che la scena del delitto, in cui sarà vittima il giovane modello, non fa paura, né impressiona il lettore, giacché non è imperniato di sangue alcun indumento o le pareti di qualche stanza.
A trascinare il lettore dentro le pagine dell’opera sono le riflessioni, profonde, marcate, in alcuni casi “bombardanti”, dei soggetti presentati, basate sulla sofferenza, quella provata da chi ha in dono una bellezza fisica disarmante, che fa perdere i limiti della razionale esistenza, per intraprendere un cammino in cui il lecito diventa illecito ed il confine tra gioia e dolore non è più percettibile.
Le riflessioni di chi si abbandona all’amore fisico, passionale, al piacere, senza lasciare troppo spazio ai sentimenti o di chi ama, come Guido, bisessuale, per il quale l’amore “c’entra più con le anime”.
Tanti gli spazi temporali che si offrono agli occhi ed alla mente del lettore, perfino un romanzo dentro il romanzo, tanti gli scenari: il commissariato, l’ambiente universitario, lo studio di un pittore ed, infine, non a caso, la mostra d’arte. L’arte che tutto nasconde e tutto svela. Tante le “tipologie umane” che si incontrano tra le pagine, alcune accomunate dalla ricerca di qualcosa che, nel corso degli eventi, gli è sfuggito di mano, ma che ritorna sempre a ferire, lacerare, come il coraggio di affermare e difendere i propri sogni, la forza di superare la perdita di chi si ama e ci abbandona o, semplicemente, la voglia di vivere una vita ordinaria con gli affetti che la caratterizzano.
La scrittrice Irene Giuffrida, docente di Storia e Filosofia al liceo, giornalista pubblicista, offre ai lettori il suo primo romanzo  stampato nel maggio 2016 dalla Giovane Holden, dai connotati certamente psicologici, in cui “pillole” di filosofia caratterizzano l’opera ed accompagnano la lettura, in cui il climax, via via ascendente, guida alla suspense, come si addice allo scenario intricato di un delitto.

Rita Messina   

 

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