Libri / I viaggi di don Angel Artime e il carisma salesiano raccontati da don Giuseppe Costa

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don Angel Fernandez Artime

“Il Carisma della presenza e della speranza” di don Giuseppe Costa. 163 pagine, 15 viaggi, 56 foto, esattezza di dati e dettagli, diari di incontri per rassicurare e allargare gli orizzonti e come protagonista la Dignità dell’Educazione.
Si tratta del “globetrotter del carisma salesiano”, ossia del giramondo don Angel Fernandez Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, raccontato nei viaggi degli ultimi quindici mesi, nel libro a cura di don Giuseppe Costa, segretario e co-portavoce della Congregazione, per scoprire, con dati alla mano, quanto San Giovanni Bosco aveva profetizzato indicando su un mappamondo “i luoghi dove i suoi figli sarebbero giunti”. Così scrive don Costa nella presentazione.  Ed oggi, dopo 150 anni dalla fondazione della Congregazione “i salesiani vivono in 136 Paesi e proprio là dove il Fondatore li aveva indicati”.

I viaggi di don Angel Artime metafora per aprirsi al mondo

I viaggi di don Angel sono per costruire “ponti” tra le persone e le diverse culture, afferma nell’Introduzione il sociologo Franco Garelli dell’Università statale di Torino. Il viaggio diventa così una metafora per offrire possibilità, stimolare una verità, trasferire un concetto. Il viaggio, emerge tra le righe, è anche consegnare il cambiamento di punti di vista per aprire nuove porte. Per riprogettarsi e aiutare a trovare soluzioni prima insperate.Il carisma della presenza e della speranza

C’è un leit motiv in tutte queste visite – scrive ancora Garelli – anzitutto credere nei giovani, essere fedeli ai giovani, aver fiducia nelle loro potenzialità, trasmettere fiducia. E ciò implica “non avere pregiudizi nei loro confronti, accompagnarli con empatia nei loro cammini. Sostenerli nei momenti accidentati, condividere valori e suscitate libertà”. Sono tutte espressioni di don Angel quale testamento in ogni parte del mondo.

On the Road della terra iberica si spazia a quelle dello Zimbawe e Zambia, della Thailandia, Ungheria e Francia passando per il polmone verde della Terra, il Brasile, i paesaggi mistici dell’India. Fino a raggiungere contesti e realtà diverse come quelle dell’Italia, Stati Uniti, Croazia e Perù.
Il Rettor Maggiore parla delle esperienze di vita in viaggio che hanno segnato il proprio passo. E contribuito ad una visione del mondo variegata ed affascinante dove i salesiani incarnano e testimoniano la bellezza del Carisma. E, il Rettor Maggiore, da padre e pastore, esprime il suo grazie ad ogni salesiano e ringrazia “Dio in umiltà per la fedeltà al carisma salesiano come don Bosco sognava: cioè fedeltà all’essenza della fede, con un’opzione preferenziale per i poveri”.

Tre dimensioni nella lettura dei viaggi di don Angel Artime

Sono molti i punti di vista, a mio avviso, con cui accostarsi alla lettura dei viaggi del Rettor Maggiore. La dimensione di comunicare un vissuto s’intreccia al racconto dell’incontro con storie di vita che compongono una sorta di affresco di integrazione, reciprocità, stupore. Come l’esperienza con i giovani ed i confratelli degli Stati Uniti: «Guardandovi, io vedo una comunità cristiana entusiasta, che si sente a casa propria in un’opera salesiana e nella Famiglia Salesiana».

La dimensione dell’umano come un’esperienza autentica ed unica per saper decifrare i cambiamenti, imparare ad esporli alle sollecitazioni che provengono dall’esterno. Come la storia del missionario salesiano della Repubblica Ceca che vive in Siberia, in mezzo ai ghiacci, e ha una comunità che vive a mille chilometri di distanza e che riesce a vedere una volta al mese. Ma quanto basta per fare dire ai fedeli del luogo: “Dio non si è dimenticato di noi”.

La dimensione della religiosità come lettura credibile del quotidiano e creativa del carisma di don Bosco. Il successore di Don Bosco parla dei “miracoli” dei quali è testimone perché a fare grande la Congregazione sono alla fine le piccole storie. Una religiosità che il Rettor Maggiore sottolinea con poche battute parlando ai ragazzi ed alle ragazze di Bangsak: «Siete amati e speciali in questa casa di don Bosco. Cogliete questa opportunità per prepararvi al vostro futuro. Dio vi ama».

La presenza dei Salesiani in Ucraina

La dimensione dell’attualità come cittadinanza attiva. «Sono stato in Ucraina e in Russia prima della guerra, ora è difficile una visita, continuiamo ad accompagnarli diversamente. Questa realtà della guerra è un grande dolore, per me è incredibile che oggi stiamo di nuovo vivendo una guerra. Lavoriamo in mezzo a quella gente con i ragazzi e le famiglie e la guerra non è l’espressione di quelle famiglie.

In Ucraina abbiamo una presenza molto forte. Sedici opere salesiane tra l’Ucraina greco-cattolica e quella latina. Accogliamo le famiglie e già prima della guerra avevamo una casa per orfani e ragazzi abbandonati, parecchie scuole e spazi per i giovani. Ci sono anche i salesiani che quotidianamente vanno sulla linea del conflitto per portare gli aiuti. La nostra idea è continuare ad aiutare l’Ucraina salesianamente».

In ultima analisi don Costa ha saputo scegliere le parole perché sono diventate magiche. Hanno intercettato il lettore, lo hanno coinvolto, conquistato e permesso di compiere il mio viaggio solamente ascoltandone la presentazione avvenuta a Roma il 30 maggio presso il Collegio Teutonico della Città del Vaticano.

 

Maria Trigila

 

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