Luoghi della fede 5 / Il monastero delle Benedettine nel cuore di Catania: preghiera e lavoro per magnificare il Signore

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In questo speciale Anno della Vita Consacrata donatoci da Papa Francesco, più volte ci è stato chiesto di condividere con altri la nostra storia e la nostra spiritualità. Ogni volta è un’occasione preziosa per guardare al «passato con gratitudine, vivere il presente con passione e abbracciare il futuro con speranza», così come lo stesso Bergoglio ci ha invitate a fare nella Lettera Apostolica a tutti i Consacrati (28 novembre 2014).

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Interno della Chiesa del monastero sito in via Crociferi

Noi siamo Benedettine dell’adorazione perpetua del SS. Sacramento e la nostra spiritualità è caratterizzata dalla centralità dell’Eucaristia; la monaca si inserisce, con la propria consacrazione, all’interno del mistero pasquale dell’Agnello immolato per la redenzione del mondo. Fortemente significativa è anche la devozione alla Vergine Maria, venerata come Abbadessa di tutte le comunità dell’Istituto. Lei è la prima adoratrice del Verbo incarnato, la “donna eucaristica” da imitare e alla cui potente mediazione fare ricorso.

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madre Mectilde de Bar

La nostra Fondatrice, madre Mectilde de Bar (1614-1698), una mistica della Lorena che ben si inserisce nella spiritualità d’oro del ‘600 francese, ha saputo innestare nell’antico ceppo benedettino il carisma dell’adorazione vissuta in spirito di riparazione. La Regola di san Benedetto (480-547) è la linfa delle nostre giornate offerte a Dio per tutti gli uomini, soprattutto per i più soli, i lontani, i dimenticati. Lungo la giornata, comprese le ore notturne, c’è sempre una di noi in adorazione davanti al tabernacolo, ma è tutta la vita a diventare adorazione: la celebrazione dell’ufficio divino, culminante nella celebrazione eucaristica, diventa Opus Dei, opera di Dio nell’intimo dell’anima che, non solo ne celebra la magnificenza nel creato e nella storia, ma diventa essa stessa prolungamento dell’azione divina. La dimensione prevalentemente contemplativa, favorita dalla clausura costituzionale, non esclude quella attiva che si esplica nel lavoro quotidiano della cura del monastero, dell’artigianato, della gestione di attività culturali o di accoglienza. Ma è soprattutto la ricerca comunitaria del primato della carità che diventa la contemplazione in atto e l’attività in contemplazione. Il monito della Regola a non anteporre nulla all’amore di Cristo diviene forza e stimolo per l’edificazione di quella pax benedettina che da sempre, lungo i secoli, ha caratterizzato la vita dei “cercatori di Dio”, ossia dei monaci e delle monache.

Il carisma mectildiano dalla Francia è approdato in Italia nel 1880 e in Sicilia nel 1910. Il nostro monastero “San Benedetto”, che vanta una ininterrotta vita monastica femminile a Catania sin dal 1335, purtroppo successivamente minata dal terremoto del 1693 e dalla soppressione del 1866, ha trovato nuovo impulso e rigoglio grazie all’aggregazione all’Istituto dell’adorazione perpetua e, da più di 100 anni, nonostante e andando oltre le nostre umane fragilità, è nel cuore della città di sant’Agata quella casa di preghiera posta sopra il monte, cenacolo di vita eucaristica dove ognuna di noi, nella fatica quotidiana di alimentare la comunione, cerca di crescere sempre più nella gioiosa donazione di sé abbracciando il mondo intero nel segno della comunione che tutti raggiunge e tutto rinnova.

Le Benedettine dell’adorazione

perpetua del SS. Sacramento di Catania

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