Sud Innovation Summit / Mezzogiorno Valley, a Messina si parla di innovazione tra imprese e territori

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Durante il Sud Innovation Summit 2025 si sono confrontate quattro realtà provenienti dalle regioni meridionali, coordinate dal moderatore Rosario Faraci, docente dell’Università di Catania. Il panel, dal titolo di “Mezzogiorno Valley: innovazione tra imprese, cultura e territori”, aveva l’obiettivo di dimostrare come anche nel Sud Italia sia possibile creare rete e sinergia tra imprese e innovazione. I partecipanti erano Mariarita Costanza, cofounder e CTO di Macnil; Paolo Ciaccio, vicepresidente di Entopan; Stefano Ricca, fondatore e CEO di Ricca IT; Luca Tesauro, fondatore e CEO di Giffoni Innovation Hub. Ripercorriamo i temi, scanditi dalle domande del prof. Faraci.

Possiamo davvero parlare di un Mezzogiorno Valley? La vostra è un’esperienza isolata o condivisa?

«Siamo in un evento che risponde già a questa domanda: molta strada è stata fatta e siamo sulla direzione giusta. L’innovazione si fa confrontandosi e creando rete, in Italia e in Europa» ha dichiarato Maria Rita Costanza. «Eventi di questo tipo sono un’opportunità per dimostrare che anche al Sud, e in particolare in Sicilia, si può fare impresa e innovazione. Non serve necessariamente lasciare la propria terra» ha aggiunto Stefano Ricca.

Come l’intelligenza artificiale e Internet of Things cambiano l’industria manufatturiera?

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui le aziende interpretano i dati, trasformandoli in strumenti per migliorare i prodotti e l’esperienza dell’utente. «Ritengo che serva cambiare mindset e adottare una visione a lungo termine affinché tutto questo crei vero valore», ha sottolineato Maria Rita Costanza. Secondo la cofondatrice di Macnil, il cambiamento deve partire dall’educazione: già nelle scuole elementari bisognerebbe insegnare cos’è l’intelligenza artificiale e come le nuove tecnologie influenzano la vita quotidiana. In assenza di una formazione adeguata, infatti, il rischio è quello di un uso distorto o inconsapevole dei mezzi digitali.

Partnership secondo Mariarita Costanza

Per Maria Rita Costanza, il vero valore dell’innovazione nasce dalla partnership.
«Non si cresce da soli, ma insieme alle università e alle altre imprese” sottolinea, evidenziando come la collaborazione tra realtà differenti sia la chiave per creare prodotti più completi e competitivi. La sua idea è quella di unire competenze complementari, anche attraverso l’acquisizione di aziende specializzate, per migliorare ciò che già esiste e costruire soluzioni solide, frutto di un lavoro condiviso tra esperti di diversi settori.

Come congiungere cultura e creatività per generare imprenditorialità e innovazione?

La risposta di Luca Tesauro risiede nel lavorare ad una tecnologia consapevole, capace di accompagnare il cambiamento unendo valori culturali e visione innovativa. Questo connubio apre la strada alla nascita di «nuovi posti di lavoro per giovani creativi che contribuiscono ad idee innovative e soluzioni originali per le aziende».

“Impatto” secondo Luca Tesauro

Per Luca Tesauro, l’elemento chiave dell’imprenditorialità contemporanea è l’impatto: la capacità di essere consapevoli della propria identità e, al tempo stesso, di fermarsi a riflettere sulla direzione di sviluppo del Paese. Innovare, secondo Tesauro, significa farlo nel rispetto dei valori e dei paradigmi che definiscono una comunità, costruendo un progresso che non sia solo economico, ma anche sociale e culturale.

Come le nuove generazioni di imprenditori digitali riscrivono il modo di fare impresa?

Stefano Ricca, imprenditore ragusano, descrive quindi gli albori della sua storia lavorativa. Un tempo Ragusa non sapeva come crescere: il territorio viveva un forte problema di emigrazione giovanile. Successivamente, ci si è resi conto che «investire nei giovani e nel territorio era l’unica strada possibile per costruire un futuro sostenibile». Anche senza un’università, Ragusa possiede un grande capitale umano: i suoi giovani. L’obiettivo è stato allora trovare un modo per «fargli “venire una cotta”», così dice Ricca, del proprio territorio. Nasce così “Hack Your Talent”, un’iniziativa dedicata agli studenti delle scuole superiori, che per un fine settimana diventano imprenditori delle aziende locali.

«Ora i giovani sono incollati a noi», racconta, «Le aziende sono sommerse di curriculum e i ragazzi non si allontanano, nonostante sia finita l’esperienza». Da questa energia condivisa è nata anche l’Oasi Digitale, una rete che oggi riunisce oltre 1.300 persone tra professionisti e imprese. È «un punto di riferimento attivo e produttivo per la città», capace di mostrare come anche nel Sud si possa costruire impresa partendo dalle persone.

Mezzogiorno Valley: “Generatività” secondo Stefano Ricca

Per Stefano Ricca, fondatore di Ricca IT, il concetto chiave è quello di generatività.
«Mi piace pensare che nella vita si riceve e si dona», afferma. «Noi riceviamo rapporti e idee, ma al tempo stesso contagiamo e condividiamo innovazione per generare crescita ed esplosione». Ricca interpreta la generatività come gratuità nella condivisione, un principio che trasforma la collaborazione in un motore di sviluppo. In questo modo, l’innovazione non nasce dall’individualismo, ma dal valore umano dello scambio e dalla capacità di creare insieme.

Qual è l’importanza di fare crescere le startup al sud?

«Il vero motore dell’innovazione è il team», afferma il Chief Networking Office di Entopan. Far crescere i membri che lo compongono significa costruire il cuore pulsante di un ecosistema innovativo. «Non basta trattenere gli studenti e i talenti al Sud: serve consapevolezza, la capacità di adattare i valori e la tradizione locali alle nuove sfide tecnologiche». Solo comprendendo appieno i rischi e le potenzialità della tecnologia, è possibile innestare la cultura nel processo di innovazione, generando soluzioni e progetti che uniscono sviluppo economico e identità territoriale.

Mezzogiorno Valley: “Innovazione armonica” secondo Paolo Ciaccio

Paolo Ciaccio, impegnato nell’Harmonic Innovation Group, promuove a livello globale il paradigma dell’Innovazione Armonica, un modello che mira a coniugare progresso tecnologico e valori umani. La riflessione di Ciaccio ruota attorno a una domanda cruciale: l’innovazione è davvero in armonia con la società o rischia di danneggiarla? Non si tratta solo di valutare l’impatto economico delle nuove tecnologie, ma di comprendere se esse possano diventare strumenti di bene comune, capaci di migliorare la vita delle persone e delle comunità. L’obiettivo è rimettere l’uomo al centro del processo innovativo, facendo della tecnologia un mezzo di supporto e non di dominazione. In questa visione, l’innovazione diventa armonia: un equilibrio tra progresso, sostenibilità e umanità.

Ascoltando queste storie di imprenditorialità e innovazione, diventa chiaro che il Sud Italia non è solo un territorio da raccontare in termini di difficoltà, ma anche un ecosistema capace di creare rete, opportunità e crescita. «Cerchiamo di guardare con positività al Mezzogiorno», conclude il professor Faraci. Storie come quelle raccontate al Sud Innovation Summit dimostrano che giovani e aziende possono costruire un futuro fertile, in cui innovazione, cultura e collaborazione diventano motori concreti di sviluppo.

Sabrina Levatino