Il museo Diocesano di Acireale apre la mostra temporanea “Thesauri lignei ritrovati: sculture, sacre suppellettili e simboli votivi nella Sicilia orientale”, percorso culturale tra arte, fede e memoria ritrovata che mette in esposizione le statuette lignee del Bencivinni, patrimonio della tradizione siciliana.
L’esposizione, inaugurata mercoledì 28 maggio alla presenza di monsignor Raspanti e delle autorità civili, militari ed ecclesiastiche religiose, rende omaggio all’arte del legno intagliato, forma devozionale del territorio etneo.
L’iniziativa, voluta di concerto tra il Vescovo di Acireale ed il Ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini, padre Pietro Giarracca, nasce dal desiderio di restituire valore al patrimonio culturale sacro che nei secoli è stato espressione della spiritualità e dell’identità collettiva di tutto il territorio siciliano.
Le statuette in mostra
Le statuette lignee in mostra al museo, opere intagliate del Settecento siciliano, erano un tempo custodite nella chiesa dell’Immacolata di Linguaglossa, prima che fossero sottratte illegalmente. Oggi protagoniste della mostra, curata dalla storica dell’arte Carmela Cappa e dal direttore del museo diocesano don Antonio Agostini, le dieci statuette lignee raffigurano santi francescani e allegorie delle virtù cristiane.
Alte circa 30 cm, le sculture sono state realizzate da Pietro Bencivinni, artista di Nicosia, che nella prima parte del 1700 le intagliò affinchè decorassero la custodia-tabernacolo dell’altare maggiore della chiesa cappuccina di Linguaglossa.
L’equipe scientifica, composta da Grazia Nicotra e Marilisa Spironello, ha supportato le ricerche storiche e facilitato la realizzazione della mostra, che riporta alla vista di studiosi e amanti dell’arte le opere trafugate nel 1984 e ritrovate pochi mesi fa grazie all’azione congiunta dei Nuclei dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza e Palermo (sezione di Siracusa), con il supporto della Compagnia Carabinieri di Roma San Pietro. Le statue sono state restituite alla comunità di Linguaglossa nel dicembre del 2024, dopo 40 anni dal furto.
La parola agli organizzatori
Come ha ricordato monsignor Raspanti durante i suoi saluti ai convenuti, questa mostra si colloca come occasione importante per riscoprire il legame profondo tra memoria, identità e fede attraverso l’arte che ha caratterizzato la nostra storia.
“Questa mostra non è solo un evento artistico, ma un atto di restituzione alla comunità e alla storia”, ha in seguito affermato la dottoressa Carmela Cappa, durante l’inaugurazione, “le opere esposte raccontano la bellezza dell’arte e dell’artigianato siciliano, valorizzando la fede come momento di aggregazione e il lavoro manuale come espressione di bellezza condivisa”.
Nell’ambito dell’ampio progetto di valorizzazione del patrimonio diocesano si colloca anche la dichiarazione di don Antonio Agostini.
“Abbiamo riportato ad Acireale, cuore della Diocesi, un prezioso recupero. Con mostre temporanee come questa, il museo – la cui collezione permanente è di dimensioni contenute – si fa diffuso e coinvolge la cittadinanza nella riscoperta del proprio patrimonio artistico e culturale”.
La serata inaugurale, introdotta da una fase narrativa negli spazi dell’archivio storico e seguito da una visita guidata, ha offerto in questo modo una prima lettura critica e contestualizzata delle opere.
Il percorso espositivo
Le statue lignee fanno parte di un percorso espositivo che le mette in dialogo con altre opere affini provenienti a loro volta da chiese e conventi siciliani: tabernacoli finemente intagliati, reliquiari, oggetti liturgici, parati, argenti e dipinti.
Tutte le opere, frutto di intreccio di fede e artigianato, sono state accuratamente restaurate e valorizzate nell’esposizione, che ne fanno una testimonianza di vivace spiritualità popolare e di maestria artistica.
La mostra è il racconto di una spiritualità popolare che si mescola con la maestria artigianale che tra il XVIII e il XIX secolo si sviluppa principalmente nella parte orientale della nostra Isola. Il contesto di riferimento è quello del territorio religioso etneo.
Laboratori didattici e attività ludiche proposte al museo
L’offerta culturale che si lega alla mostra si amplia grazie a laboratori didattici sulle tecniche scultoree e pittoriche atte ad interessare appassionati e curiosi. Le attività saranno curate dall’associazione Cento Campanili.
Sarà possibile accedere alla mostra fino al 28 giugno. Dal venerdi alla domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. L’associazione Cento Campanili inoltre offre la possibilità di realizzare visite guidate, ma anche aperture straordinarie e attività per gruppi e scuole su prenotazione.
Chiara Costanzo