Politica / Vicenza: benvenuti, sindaci d’Italia

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In questi giorni Vicenza è il centro della riflessione politica e amministrativa per tutti i comuni italiani.
Dall’11 al 13 ottobre, infatti, il capoluogo berico ospita la 34ª assemblea nazionale dell’Anci, con 1.200 amministratori registrati, oltre 7.000 operatori del settore attesi, 126 giornalisti accreditati, 106 relatori, 8 ministri, 5 sottosegretari, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Paolo Gentiloni.
“Siamo orgogliosi – ha dichiarato il sindaco di Vicenza Achille Variati – di ospitare questo appuntamento fondamentale nell’agenda politica nazionale. I sindaci – ha aggiunto – rappresentano i Comuni, ovvero le comunità locali che esistevano ben prima dello Stato e oggi costituiscono il collante del Paese. In questa assemblea tratteremo temi forti, molto presenti a noi sindaci, tra cui l’accoglienza dei richiedenti asilo, la sicurezza nelle città, l’ambiente, le periferie e anche l’autonomia. Ma per chi verrà ad ascoltarci sarà difficile distinguere i diversi colori politici che ci contraddistinguono, perché i sindaci sanno parlare in nome e per conto dei propri cittadini”.
È un’affermazione che riassume in modo efficace l’identità stessa dei primi cittadini dei 7.978 Comuni d’Italia: rappresentare tutti gli abitanti e un’intera comunità. Un sindaco fallisce, non a caso, quando è percepito di parte e incapace a esprimere in modo unitario e condiviso la voce di un territorio. Ciò accade soprattutto quando l’appartenenza politico-partitica diventa prevalente rispetto all’appartenenza a una comunità e anzi questa è strumentale per la battaglia politica. Casi così ce ne sono, ma va riconosciuto che sono pochi e riguardano soprattutto le grandi città (magari le metropoli).
L’Italia è il Paese dei Comuni che costituiscono il luogo primo in cui la democrazia è cresciuta, si è rafforzata e, oggi, è difesa.
Nella crisi della politica e delle istituzioni che attraversa anche il nostro Paese, le Amministrazioni comunali rappresentano dei presidi di democrazia, di partecipazione, di pluralismo. Forse perché sono le istituzioni più a contatto diretto quotidianamente con i propri cittadini, forse perché resistono nonostante tanti (troppi) tagli e manovre penalizzanti (di destra e di sinistra), forse perché per essere amministratori oggi occorre innanzitutto e soprattutto amare la propria comunità e per questa essere disposti anche a sacrificare molti dei propri interessi. Fare l’amministratore e sopratutto il sindaco nel 2017 non è facile e molto spesso neanche gratificante.
Per tutte queste ragioni sentiamo di dovere riconoscenza a chi ha servito e serve il Paese come primo cittadino di un Comune.

Lauro Paoletto

 direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)

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