Ricordo / Don Vincenzino Di Mauro, amante degli emigrati e precursore dei tempi

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Don Vincenzino Di Mauro, nato a   Linguaglossa  il 4 luglio 1929, e ivi deceduto il 23 febbraio 2012, figlio, nipote e fratello egli stesso di emigrati, ha dedicato una grossa fetta della sua vita pastorale ai parrocchiani emigrati all’estero: Nord-Italia, Svizzera, Germania, Belgio, Inghilterra, Stati Uniti, Argentina, Venezuela, Australia e ai migranti provenienti dal Continente africano.
Questa sua attenzione non è sfuggita ai vertici della Diocesi di Acireale: sin dagli anni ’70, sotto il Vescovato di mons. Pasquale Bacile, ha ricoperto, ininterrottamente sino al 2010, la carica di Direttore dell’Ufficio Se.re.s. (Segretariato Regionale dell’Emigrazione Siciliana) della Diocesi di Acireale.
É stato più volte in missione, oltre che al nord-Italia, in Svizzera, Germania, Stati Uniti, Australia sia da solo che con i vescovi mons.  Giuseppe Malandrino e mons. Pio Vittorio Vigo, per incontrare le comunità degli emigrati e far sentire loro l’affetto della terra lontana.
Memorabili gli annuali incontri itineranti estivi del 27 luglio con gli emigrati immancabilmente in vacanza in Sicilia per visitare innanzitutto i propri genitori oltre che i parenti e gli amici.
Man mano che passavano gli anni, l’azione pastorale di don Vincenzino, sempre pronto a leggere i segni dei tempi, cominciò a diventare di più ampio respiro e la finalità dell’accoglienza fu orientata anche ai migranti provenienti dall’Africa, per i quali il nostro territorio cominciava ad essere una meta prescelta.
Ecco allora che, ancor prima della preghiera universale organizzata nell’ottobre del 1986 ad Assisi dal Papa San Giovanni Paolo II, don Vincenzino cominciò a rivolgere la sua azione di accoglienza alla folta colonia di marocchini presente a Linguaglossa e dintorni.

Indimenticabile la preghiera ad Allah e a Dio in cerchio, a Linguaglossa, nel piazzale del Centro Sociale – Oratorio oggi a lui dedicato, con arabi e cristiani che si tenevano per mano … e dopo la preghiera, tutti   a tavola a mangiare “cous-cous”  e “salsiccia e cauliceddi”, classico piatto arabo il primo e siciliano il secondo, anche se alcuni extracomunitari hanno preferito il piatto alternativo vegetariano con verdure di campagna e parmigiana. Il tutto finalizzato ad una  integrazione fra popoli di lingua e cultura diversa.
Don Vincenzino, quindi, baldo antesignano, pioniere e precursore dei tempi.

Egidio Di Mauro

nipote di don Vincenzo

 

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