Ricordo / La favola di Totò Schillaci esempio di riscatto sociale

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Salvatore Totò Schillaci

Totò Schillaci ha aspettato che si inoltrasse settembre perchè fosse giunto il tempo di spegnere per sempre la sua Estate italiana. E non appena appresa la notizia della sua dipartita da questo mondo, si è istantaneamente scorporata la colonna sonora di un sogno magico durato ben 34 anni.

Salvatore Schillaci, passato alla storia semplicemente come Totò Nazionale  con i suoi gol regalati durante il Mondiale di calcio del 1990, il 18 settembre scorso, è uscito di scena. Senza clamori e senza aver fatto del successo l’obiettivo prioritario della sua vita, si è trasferito nella “stanza accanto”, come se avesse voluto togliere il disturbo da questa terra e lo ha fatto con la discrezione di sempre.
Lui che è stato il protagonista di una favola pulita che ha popolato le notti magiche del Mondiale  di più di trent’anni fa, è andato via in punta di piedi, lasciando l’impronta dell’eterno bravo ragazzo.Salvatore Schillaci

Totò Schillaci esempio di riscatto sociale

Partito ancora ragazzino dai campi polverosi del CEP di Palermo, è diventato, com’è noto, l’eroe di Italia ’90. La sua storia è un esempio di riscatto sociale e culturale, ci consegna la formula vincente di come, attraverso lo sport, ci si può salvare dalla mediocrità.
Penso fortemente che la statura di un gigante della portata di Totò, non sia stata determinata soltanto dal successo che, senz’altro, lo ha inscritto nelle pagine d’oro della storia del Calcio.

Piuttosto ricorderemo la sua testimonianza intrisa di umiltà e di coraggio nel reagire di fronte al disagio ambientale che, spesso, attraversa le vicende umane.
Totò ci insegna che con l’impegno e con la dignità, nulla è impossibile se lo si vuole. Nulla può frapporsi in un percorso quando ci si spende per combattere la subcultura che, purtroppo, costituisce l’humus di certi quartieri disagiati e li etichetta.

Bisogna dedicarsi con tenacia per migliorarsi ed inseguire la scia di sogni stupendi. Ne sono  prova il suo interesse e i suoi progetti realizzati a favore dei bambini e degli adolescenti del suo CEP. Ogni sua idea trovava compimento nel togliere i minori dalla strada, evitare che la loro purezza venisse contaminata e, pertanto, credeva tenacemente nel loro impegno in attività sportive.
Totò, con la sua grande sensibilità e lungimiranza, aveva condiviso e attuato, così, il metodo più pratico ed efficace per innestare nei giovani i principi della legalità e della democrazia.

Resteranno nella memoria i mitici sei gol ai Mondiali del ’90

Poco importano i risvolti e le ricadute nella sua vita di situazioni che hanno caratterizzato la sfera privata. Rimane, piuttosto, l’immagine chiarissima di un campione di vita. Congedandosi da noi, il nostro eroe ci rassegna nelle mani la foto di un
uomo tutto d’un pezzo che non si è lasciato manipolare dalla gloria, ma che ha fatto del successo un’opportunità di rinascita e di promozione sociale.

Tra qualche tempo, come di norma avviene per la quasi totalità dei personaggi pubblici, anche il suo ricordo comincerà lentamente a sbiadirsi. Non dimenticheremo, invece
e sicuramente rimarranno impressi nei nostri affetti, gli occhi spiritati e le braccia protese verso il cielo del grande Totò dopo aver segnato, tra gli altri, uno dei suoi mitici sei gol ai Mondiali del  ’90.
Con quel gesto grintoso sembrava innalzare tutto sè stesso verso Dio e ringraziarlo per avergli donato il privilegio e l’occasione di riscatto. Quell’opportunità a cui non ha permesso di fargli montare la testa, ma lo ha migliorato e lo ha fatto spendere per i suoi ragazzi.
Vai Totò, non mollare  mai e continua a regalare emozioni  in quel cielo che hai sempre desiderato!

 

Marcello Distefano

 

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