Romania, un turismo senza ombre

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I fatti di cronaca nera che sempre più spesso nel nostro Paese vedono coinvolti cittadini rumeni, non ben dispongono a scegliere la Romania quale meta turistica, ma se si superano i pregiudizi, una visita nella “terra del conte Dracula” può riservare interessanti sorprese.

Dopo la caduta del regime di Ceausescu, nel 1989, grandi cambiamenti politici, culturali ed economici hanno interessato la Romania, ricca di contrasti e, per certi versi, difficile da decifrare, ma salta subito all’occhio del visitatore la voglia di riscatto di questo Paese e l’impegno nel valorizzare le risorse di cui dispone.

La Fijet (Federazione internazionale dei giornalisti e scrittori del turismo), che mira a veicolare il turismo nel mondo, ha scelto quale sede per il suo 53° congresso proprio Bucharest, riconosciuta capitale della cultura 2011. L’opportunità data ai soci di partecipare al congresso è stata l’occasione giusta per un tour alla scoperta dei vari volti della Romania.

Il primo impatto con Bucharest evidenzia complessi architettonici abenormi ,disseminati lungo viali ampi e trafficati, primo fra tutti il Palazzo del popolo, oggi sede del Parlamento e centro congressi, con le sue 300 stanze e 330 mila mq di estensione, testimonianza della folle mania di grandezza del dittatore che lo fece edificare.

Se la città, rinata, oggi presenta un volto europeo, non sfugge tuttavia all’occhio attento il contrasto tra il benessere degli hotel di lusso, dei bei negozi, della gente che può e il modesto tenore di vita dei tanti e il degrado architettonico dei vari quartieri, centro storico compreso, sfregiati dall’usura del tempo.

Il contrasto è ancora più evidente se ci si spinge all’interno del territorio romeno. Nella Bucovina sembra che il tempo si sia fermato: i paesaggi bucolici conservano intatti costumi e tradizioni secolari. La gente vive di agricoltura e pastorizia in piccole case pittoresche, lavora il legno di cui abbondano le foreste che coprono i monti,e mostra ospitalità semplice e cortesia.

La nostra guida turistica, Maria Barbu Halitchi, una donna minuscola dal cuore grande, ci ha accompagnati, nella nostra lingua, in questo tour esplorativo.  “La maggior parte del territorio rumeno, ci ha spiegato, non è stato modificato dall’industrializzazione, il cui lento processo è in corso, ma ha conservato la serenità dei verdi pascoli e delle foreste che hanno meritato alla Romania l’appellativo di “Giardino dei Carpazi”.

Si punta molto sul turismo. E’ innegabile il fascino della Transilvania, col castello di Bran, spacciato come il castello del conte Dracula, personaggio inventato dallo scrittore irlandese Bram Stoker. Non sono da meno la gotica Sibiu, la pittoresca Sighisoara con la sua architettura dall’influenza sassone, Sinaia, ricercato centro di villeggiatura tra i pini dei Carpazi, con il maestoso castello di Peles, circondato da un immenso parco.

I mnonasteri della Bucovina (Voronet, Moldovita, Sucevita, eccet.) poi, sono protetti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

La Romania, insomma, ha un potenziale straordinario per aspirare ad un turismo di qualità e non merita l’immagine negativa che qualche “pecora nera” ha contribuito a creare.

Graziella Maugeri

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