Calcio / Sueva rilancia l’Acireale: 1-0

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Acireale-Castrumfavara 1-0
Festa granata sotto la tribuna dopo la vittoria sul CastrumFavara

Sueva rilancia l’Acireale: 1-0. Marchionni pennella dalla sinistra, il numero 77 si avventa sul pallone che spiove in area e lo spedisce alle spalle di Scuffia. E’ il 37’ del primo tempo: su questo episodio, l’Acireale di Epifani, lottando con le unghie e con i denti, sarà capace di costruire la più preziosa delle vittorie.

Battere il Castrumfavara per cancellare la sconfitta di Scafati

Bastonato a Scafati, l’Acireale prova a rimettersi in piedi contro il Castrumfavara, formazione nata sulle ceneri del Canicattì (quanta amarezza per l’ennesima scomparsa della formazione biancorossa, avversario tenace anche nella vecchia Quarta Serie: ricordate le sfide del Comunale e del Carlotta Bordonaro?), che si è affidato a Pietro Infantino, tecnico bravo e navigato, con passaggi significativi in maglia granata come peraltro il suo secondo, Dario Di Dio (che gol, a Foggia, in quell’inutile spareggio perso con il Perugia).

i granata esultano dopo il gol del vantaggio
Marchionni esulta dopo il vantaggio dell’Acireale

Seconda giornata di campionato, ma è già finestra sul futuro, vietato sbagliare

L’Acireale è pressato dall’urgenza del risultato. Ovvio che senta la partita e il momento, consapevole di dover dare il massimo per ritrovarsi. Serve una vittoria, insomma, perché dal vecchio Tupparello parta un segnale inequivocabile. Rinnovato dalle fondamenta (altri due arrivi nell’imminenza dell’esordio casalingo: il centrocampista Tripicchio e l’attaccante Mal, ex Vibonese con un passato nel Cluj, massima serie rumena), l’undici di Epifani entra nella sfida con determinazione e vigore. Consapevole che il passaggio  è obbligato: serve vincere, insomma.

Acireale contratto in avvio, brividi su un’incursione Romero, Zizzania fa il miracolo

Ma è proprio questa consapevolezza che frena in avvio l’Acireale. Contratti e nervosi i granata subiscono per lunghi tratti il gioco dell’undici di Infantino. Il 4-4-2 dell’ex tecnico granata è semplice e lineare: buon fraseggio, qualche verticalizzazione di buona efficacia. Su una di queste Romero va ad un passo dal gol: bravissimo Zizzania a neutralizzare. Il pericolo corso sprona l’undici di casa. Chironi, uomo chiave del centrocampo nel ruolo di play basso, prova a sveltire la manovra che riceve buoni contributi sulle linee esterne da Marchionni e Sueva.

L'Acireale di Epifani
La formazione dell’Acireale schierata ieri in campo

Lampo granata prima del riposo: Sueva rilancia l’Acireale (1-0)

Ed è proprio da un’iniziativa di Marchionni che giunge, improvviso, il vantaggio granata: sul pallone pennellato dal numero 10 di Epifani, irrompe Sueva. 1-0 e partita che cambia. Sull’entusiasmo l’Acireale cresce, stringe d’assedio l’avversario e poco manca che raddoppi con lo stesso Sueva (conclusione sballata, stavolta). Ripresa di tutt’altro segno. La formazione agrigentina si scuote, ma è l’Acireale adesso che fa la partita. Infantino le prova tutte, ma la difesa di casa tiene con buona disinvoltura, rischiando in una sola occasione, peraltro per un malinteso tra Zizzania e la linea arretrata.

Epifani vince la sfida con Infantino, tre punti d’oro per l’Acireale

Epifani gestisce bene i cambi. Funzionale, sotto questo aspetto, l’inserimento di Capogna, che vivacizza la manovra e che con le sue iniziative riesce a tenere alta la squadra.  Che poco o nulla rischia fino alla fine e non senza avere sprecato qualche buona opportunità per chiudere il conto. Vince, insomma, senza rischiare più di tanto l’Acireale, conquista tre punti preziosi per la classifica e per il morale e può festeggiare con i suoi tifosi. Non molti per la verità (vuoti gli spazi solitamente occupati dalla tifoseria organizzata che ha dato voce al  suo dissenso con uno striscione esposto in Curva sud) ma la speranza che, superati certi malintesi, le tribune del Tupparello possano ritrovare i colori e le voci dei tempi migliori.

Nota a margine dell’autore

Prima di chiudere, mi perdonino i lettori una nota personale. Se sono qui a scrivere e a scrivere ancora dell’Acireale – ebbene sì, lo confesso, sono stato tentato, e fortemente, di mollare – lo devo a mio figlio Carmelo, che ci ha da poco lasciati, e che di Acireale e dell’Acireale è stato sempre innamorato. Il calcio per Carmelo, cittadino del mondo, era soltanto l’Acireale, sentimenti ed emozioni per lui altro colore non avevano se non il granata: lo immagino, da lassù, a seguire questo rinnovatissimo undici granata, a fremere per le sue sorti, nella speranza che, strada facendo, risulti capace di infiammare i cuori della sua gente. Grazie a Carmelo, allora, per la forza che mi dà. E un grazie, sentito e doveroso, all’editore di questo giornale, all’amico Peppino Vecchio, al quale mi legano gli anni più belli della mia carriera giornalistica, e a Mario Agostino, che coordina la redazione, per la fiducia e per lo spazio che mi concedono.

Giovanni Lo Faro

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