Teatro / Allo Stabile di Catania “Guerra e pace” dall’8 al 17 novembre

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Guerra e pace

Dall’ 8 al 17 novembre al Teatro Stabile di Catania va in scena Guerra e Pace, adattamento teatrale dal romanzo di Lev Tolstoj. Lo firma nella regia Luca De Fusco, che traduce sulla scena un grande classico senza tempo.

La forza della storicità coniugata con la precisione drammaturgica della regia di De Fusco, -illustra una nota stampa – restituiscono sul palco la potenza dell’opera per indagare gli aspetti più profondi dell’animo umano attraverso il racconto delle vicende della Russia zarista. Racconto che si intreccia all’ampio ritratto della società nobile, oltre i confini di Mosca e San Pietroburgo, per abbracciare anche quella contadina.
Una nuova produzione del Teatro Stabile di Catania in sinergia con il Teatro di Roma e lo Stabile di Palermo. Produzione che si ricongiunge idealmente alla già apprezzata messinscena nella passata stagione di Anna Karenina, per completare il dittico ispirato alla letteratura dell’autore russo.Guerra e pace

È questo un affondo avvincente nelle pagine di una grandiosa epopea letteraria che, di generazione in generazione, continua a cogliere l’essenza della condizione umana. E ne fa esplodere con immutata immediatezza i lati oscuri e luminosi dell’umanità. Soprattutto oggi con la guerra di Ucraina nel cuore di questo nostro secolo cruento e nelle nostre coscienze di uomini e donne moderni.
Così, senza forzare l’attualizzazione del classico, il capolavoro di Tolstoj rimanda naturalmente alla complessa convivenza di vita e morte, gioia e dolore, guerra e pace.  Fattori, questi,  che determinano il ritmo della narrazione e la storia del mondo.

In scena “Guerra e pace” per non demonizzare la cultura russa

«In questa messa in scena teatrale di Guerra e Pace non si troveranno immagini della guerra in Ucraina o in Medio Oriente – afferma Luca De Fusco. L’unica scelta di politica culturale è quella di soffermarsi sulla cultura russa per non creare assurdi ostracismi alla straordinaria cultura di un popolo che nulla a che fare con la politica, a mio avviso esecrabile, di un governo. Ovviamente però non è un caso se mettiamo in scena uno dei maggiori titoli sulla guerra di tutti i tempi. E lo facciamo nel momento in cui ben due guerre devastano la vita di tante persone e la coscienza di tutti noi. Il problema è che non c’è bisogno di attualizzare il classico di Tolstoj. La convivenza tra guerra e pace, amore e morte, tiranni e popolo, parla già alla nostra coscienza contemporanea».

La visione registica è quella di contribuire a proteggere e custodire il patrimonio culturale, anche in un momento storico fra i più difficili dell’era recente, per rinsaldare un dialogo universale che superi confini e conflittualità, evitando che l’arte cada sotto qualsiasi forma di isolamento o negazione. E continuando a fare del teatro uno strumento di conoscenza, convivenza e pace.

Pamela villoresi e Paolo Serra
Pamela Villoresi e Paolo Serra, foto Rosellina Garbo

Il romanzo parla di giovani

«Altro tema che ci parla è quello dei giovani. Il romanzo intreccia la vita della giovane impulsiva, contraddittoria Nataša con quella del grande eroe romantico Andrei. Del problematico Pierre, un giovane che sembra uscito da pagine a noi molto più vicine, con quelle della straordinaria Marja che si sdoppia in due contraddittorie persone. Del fragile, tenero, appassionato Nikolai, della bellissima e perversa Helene. Su queste figure giovanili piene di contraddizioni regna la ironica saggezza di Annette e quella disincantata e acuta del generale che sconfigge Napoleone, Kutuzov. Kutuzov e Annette sembrano impersonare le due parole del titolo Guerra e Pace e della loro ironica saggezza sentiamo più che mai il bisogno”.

In scena Pamela Villoresi, e con lei a un nutrito cast di attrici e attori: Francesco Biscione, Raffaele Esposito, Giacinto Palmarini, Paolo Serra, Federico Vanni, Mersila Sokoli, Alessandra Pacifico Griffini, Lucia Cammalleri, Eleonora De Luca.

Dopo Catania lo spettacolo andrà in scena dal 21 gennaio al 2 febbraio al Teatro Carignano di Torino. E dal 4 al 25 febbraio al Teatro Argentina.

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