Teatro scolastico – 4 / “Chi è di scena”: sul palco studenti di tutte le età

0
30
Teatro scolastico Chi è di scena

Mercoledì 28 maggio due esibizioni a “Chi è di scena”, il Festival del Teatro Scolastico di Acireale. La prima alle ore 10,30 a cura delle tre sezioni CPIA ( Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) di Adrano, Giarre e Paternò .
La seconda alle ore 17 a cura dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Acireale.

Il CPIA ha aperto con il video realizzato nella casa circondariale di Giarre “Le emozioni dell’arte: tra serio e faceto”. È stata evidenziata l’assurdità delle differenze. E, da dietro le sbarre, le differenze hanno uno spessore notevole. I versi di “’a livella” di Antonio De Curtis (Totò) fanno tanto pensare all’immenso valore della vita. Che si fa perfettamente uguale e cancella ogni differenza quando raggiunge la fine.

Subito dopo, la sezione CPIA di GIARRE ha animato un’ampia panoramica sulla vita: dalla nascita, la prima età e l’adolescenza, alla seconda e alla terza età. Legati strettamente insieme da un “filo invisibile” che unisce genitori e figli.
Coinvolgente la documentazione di “Legami che non si vedono ma non si spezzano mai”.
Un racconto fatto di grandi emozioni, di gesti semplici, di bisogno e di concretezza di un amore indistruttibile.

hi è di scena CPIA Adrano
CPIA di Adrano

La sezione CPIA di PATERNÒ si è soffermata sui contenuti della canzone “Albergo a ore” e sul testo di Ficarra e Picone dedicato a don Pino Puglisi.

Chi è di scena / Il CPIA di Adrano in “Pane e rose”

Il CPIA di ADRANO, infine, ha proposto “Pane e Rose” come simboli dei diritti delle donne al lavoro e alla cura della persona.
Le testimonianze e l’impegno di Maria Giudice e Simone Weil vengono riportate sulla scena per esprimere condanna delle ingiustizie sul lavoro delle donne e impegno a lottare per il dovuto riconoscimento ai diritti di una loro dignità civile e sociale.
La sequenza di storie di sfruttamento e di una prova di lotta parlano di resistenza e di sogni di una speranza che deve farsi realtà nuova. Ed è proprio “la speranza a tenere dritta la schiena”.

“Pane e rose” puntualizza la necessità di un sostentamento indispensabile alla vita e la certezza di un sicuro approccio al bello e al buono della vita.
La presenza d’insieme delle tre sezioni del CPIA ha offerto una forte testimonianza di un teatro che unisce attori e spettatori per una prospettiva diversa di vita insieme.

Chi è di scena / I ragazzi dell’Istituto Giovanni XXIII

Nello spettacolo del pomeriggio, l’Istituto Comprensivo Giovanni  XXIII  di Acireale  ha  chiamato  sulla  ribalta  la genialità di Italo Calvino che fornisce sempre intuizioni meravigliose per un “Teatro nuovo”.

Istituto Giovanni XXIII
Istituto Giovanni XXIII

La dinamica della vita della città di Ersilia si protende alla ricerca di elementi che possono contribuire all’incontro con gli altri. La città è viva e crea e trasmette valori nella misura in cui nascono delle relazioni umane. Fatte di connessioni, incontri, scambi di idee, emozioni. E di obiettivi comuni da raggiungere. Insieme.

Perciò il titolo: “Camminando sul filo dell’altro”. E il filo va creato dove non c’è. E va scoperto dove se ne coglie un capo.
C’è una lunga corda che tiene uniti, all’inizio della rappresentazione, i ragazzi-protagonisti-attori. È proprio il filo che avvolge e lega. Che dà l’opportunità di ritrovarsi insieme. Che offre sicurezza, amicizia, condivisione. Ma scomparirà. Nel momento in cui si intuisce e si prende atto che si è stabilito un rapporto, che è nata un’ampia relazione con tutti gli altri.

La regia di Alosha-Giuseppe Marino

Fondamentale, quindi, il tessuto creato dalla regia di Alosha Giuseppe Marino: costruire l’incontro. E il fatto espressivo di ogni singolo attore diventa espressione corale. E si scioglie la magia dell’insieme.

Una recita intrecciata di gesti e di movimenti, di energia espressiva personale e corale, armoniosamente creata dalla convinzione di essere con gli altri, di gestire il presente e volgere la speranza al futuro. È il cerchio dell’insieme che ti rende libero e leggero e ti lascia volare, raggiungere mete, attraversare traguardi, sognare… Proprio il piccolo degli attori, alla fine dello spettacolo, ha voluto farci sapere di aver sognato. Sarà sicuramente un sogno che lo accompagnerà per tutta la vita.

I ragazzi del Giovanni XXIII ci hanno come colpiti con un dardo. Siamo stati “sciunniàti”. Raggiunti da un tiro di fionda. Non a caso il regista Alosha ha liberato in sottofondo, tra i canti, un motivo che ripeteva “lasciàtimi sciunniàri”.
E ci hanno bloccati, rapiti per accompagnarci al cerchio della vita. Dove non si è mai soli.

Anche per questo c’è una tradizione nel nostro Festival del Teatro: un dialogo finale tra attori e spettatori. È come una perla preziosa che si aggiunge alla collana. Perché ogni recita ha un senso se regala qualcosa alla vita.
Il Teatro scolastico, per sua natura, tende a farsi vita. Perciò la necessità di dialogare, di scambiare idee, di trovare il modo di volerlo un cerchio. Un cerchio che accoglie e raccoglie tutti.

Antonino Leotta