Tv2000 / Il superconduttore Marco Presta presenta il piccolo vero “reality” “La Classe” in sei serate

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Si parlerà di scuola e dei troppi ragazzi che non terminano neppure il ciclo dell’obbligo: “Un piccolo reality dove nessuno vince e nessuno è eliminato, in cui si cerca soltanto di capire il fenomeno dell’abbandono scolastico e immaginare soluzioni in tempi plausibili”. La confessione: “Abbiamo un Papa con cui ciascuno di noi vorrebbe andare a mangiare una pizza”.
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Dieci ragazzi che hanno abbandonato la scuola durante l’adolescenza sono stati scelti per frequentare una classe speciale, con l’obiettivo di risvegliare in loro il desiderio di ritornare fra i banchi. Sono gli ingredienti de “La Classe”, il nuovo programma sulla dispersione scolastica che andrà in onda su Tv2000 a partire dal 23 febbraio (in prima serata il lunedì, e dal martedì al venerdì alle 13.55 con replica alle 19.30). Oltre alle lezioni che saranno trasmesse nel day time, il programma prevede sei puntate serali condotte da Marco Presta, voce della popolare trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio”: “Un piccolo reality dove nessuno vince e nessuno è eliminato, in cui si cerca soltanto di capire il fenomeno dell’abbandono scolastico e immaginare soluzioni in tempi plausibili”.
Su Tv2000 si occuperà di chi lascia la scuola. Ma lei che studente è stato?
“Fortunato. Non studiavo molto. Ho frequentato il liceo in un periodo in cui si pensava ad altro. Erano gli anni Settanta, quelli dell’impegno politico e delle contestazioni giovanili: si teneva un’assemblea studentesca un giorno sì e uno no. Quel periodo mi ha lasciato lacune che, nel tempo, ho cercato di colmare”.
Quindi i voti non brillavano…
“In realtà mi barcamenavo bene a chiacchiere, soprattutto nelle discipline umanistiche. E avendo fatto il classico, diciamo che me la cavavo nelle materie che contavano. Ne sono uscito indenne”.
Vede una scuola diversa oggi?
“Mi rendo conto di quanto la scuola sia cambiata attraverso i miei figli. Vive una situazione difficile. È una scuola in cui anche le cose essenziali sembrano conquiste. Poi ci sono la vitalità di tanti insegnanti e la voglia di difendere ancora la bandiera. E questo ci salva. Ma è un momento non felice per la scuola pubblica, tanto da essere anche uno dei motivi dell’abbandono. La scuola è fondamentale per tutti, non solo per i ragazzi che la frequentano. È una battaglia che deve essere vinta, se non vogliamo avere contraccolpi per l’Italia”.
Perché parlare di abbandono scolastico in televisione?
“È un tema importante, un problema serio per il Paese. I dati sono preoccupanti: il 17% dei nostri ragazzi abbandona la scuola dell’obbligo, con punte che sfiorano il 26% in Sardegna e in alcune Regioni del Sud. Della condizione della scuola si parla spesso ma di quest’aspetto assai poco. Era una causa a cui votarsi”.
Conduttore radiofonico, autore televisivo, attore. C’è spazio anche per la fede nella sua vita?
“Vivo la religiosità da italiano, ovvero pigramente. Sono credente, ogni tanto bazzico la Chiesa ma sicuramente in maniera insufficiente e con superficialità. È un difetto, lo ammetto. Mi consola, però, la certezza che si può sempre migliorare”.
Soprattutto ai tempi di Francesco…
“È un periodo entusiasmante, non c’è dubbio. Abbiamo un Papa con cui ciascuno di noi vorrebbe andare a mangiare una pizza. Ha grande simpatia e carica comunicativa, capacità di coinvolgimento emotivo. Per la Chiesa è fondamentale dare l’impressione di parlare al cuore della gente, non soltanto per dogmi e lezioni”.
Un Chiesa che interroga anche i laici…
“Papa Bergoglio tocca i cuori, così come faceva Papa Wojtyla. Non a caso le risposte di persone credenti e non credenti sono appassionate. Francesco rappresenta una speranza grande e un cammino coraggioso. Mi piace vederlo affacciarsi la domenica e salutare le persone, dire buongiorno e buonasera. La chiave per essere testimone del Vangelo è mettersi sul piano della gente comune. È una sfida anche per i laici come me”.
Riccardo Benotti
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