Vangelo della domenica (23 agosto) / Il cristiano riconosce in Gesù il senso della propria vita

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Canto al Vangelo ( Mt 16,18 )
Alleluia, alleluia. Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. Alleluia
Vangelo (  Mt 16,13 – 20 )
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore
Riflessione
La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Matteo nel racconto di Gesù che chiede ai suoi discepoli chi Egli sia per loro. Il brano si articola nel dialogo tra Gesù e i suoi discepoli.
Gesù nella prima domanda chiede ai discepoli chi è Lui per la gente e nella seconda domanda chiede direttamente chi è Lui per loro.
Alla prima domanda i discepoli rispondono in modo generico: “Alcuni dicono Giovanni il Battista,altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”; gli altri, la gente che non ha ancora incontrato personalmente Gesù, non sa ancora riconoscerlo.
Alla seconda domanda, quella cioè rivolta direttamente ai discepoli, risponde Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” e Gesù lo proclama beato perché ha accolto la rivelazione e per questo gli dà la funzione di “pietra” per la Chiesa insieme al suo stesso potere di legare e sciogliere.
Nella risposta di Pietro c’è la professione di fede in Gesù che si riconosce come il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Salvatore.
Il cristiano è l’uomo che fa esperienza personale con Dio e lo sa riconoscere nelle vicende della propria vita; non gli basta il “sentir parlare di Lui”, ma si lascia incontrare da Gesù, riconoscendolo come il suo tutto, il senso della propria esistenza.
L’ Amore interpella il cuore dell’uomo  chiedendogli chi sia per lui e il cristiano riconosce la  sua voce rispondendogli che è il suo amore per sempre, come ricorda il Salmo Responsoriale di questa domenica: “Signore, il tuo amore è per sempre”.

Letizia Franzone

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