Versi di pace / Aci Sant’Antonio, la poesia incontra la luce

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versi di pace

E se la presentazione di un libro diventasse occasione di riflessione ad ampio respiro?
È quanto accaduto  ad Aci Sant’Antonio per la presentazione del libro Versi di pace, edito dalla Voce dell’Jonio.
Il libro, nato dall’urgenza e volontà di sensibilizzare sul tema dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, è una raccolta di poesie sulla pace. Al di là di ogni retorica e svuotamento di senso, il risultato è stato quello di credere alla forza rivoluzionare della parola. E in particolare alla sensibilità, quel particolare sguardo sul mondo che solo la poesia riesce ad avere – facendo emergere diverse visioni di pace.

L’approdo a questo risultato è stato raccontato dal dottor Giuseppe Vecchio, direttore della testata La Voce dell’Jonio, insieme alla dottoressa Rita Messina, editor del libro, e alla poetessa Carmela Tuccari, la quale ha presentato diversi poeti che hanno partecipato alla raccolta, grazie alle preziose domande poste con garbo e attenzione dalla giornalista Agata Spinto, presentatrice della serata.

versi di pace, i relatori
Don Orazio Tornabene, le professoresse Carmela Tuccari e Rita Messina

La pace porta la luce nei cuori

Al di là della stretta attualità, la pace non è soltanto qualcosa di antitetico e oppositivo alla guerra, ma un sentimento contrario alla violenza, fuori e dentro di noi.
Non violenza – come ha sottolineato don Orazio Tornabene, direttore della Caritas diocesana di Acireale e presente alla serata in veste di poeta – significa scegliere con cura le parole da non dire. Le parole e gli atteggiamenti in cui stare, decidendo di non cedere alla rabbia che inevitabilmente ognuno di noi porta dentro.

Come ha rimarcato suor Rosalba La Pegna, colonna portante della comunità “Madonna della Tenda”, non violenza significa anche essere capaci di deporre le armi nelle guerre in famiglia, avere cioè la meravigliosa capacità di saper disinnescare.
Alla voce degli editori e dei poeti si sono aggiunte quindi le voci delle persone che nel loro quotidiano hanno a che fare con le povertà e le fragilità degli ultimi e dei bisognosi, insieme alle voci di chi vive in prima persona le difficoltà presenti sul territorio. Alla serata infatti erano presenti anche le autorità di diverse realtà locali.

coro Arti in musical
Il coro Arti in musical

Insieme a tutte queste voci si sono aggiunte quelle dei bambini del coro “Arti in Musical”, perché la musica, come la poesia, è linguaggio universale che supera ogni barriera in grado di allargare gli orizzonti.

Si è anche – e forse soprattutto – aggiunta la voce della testimonianza di una ragazza santantonese tornata da Teheran. Ha raccontato con parole semplici, ma solide e piene di profonda emozione, la preoccupazione di una ragazza italiana in Iran per motivi di studio nel momento dello scoppio delle proteste. E la fame e la voglia di libertà del popolo iraniano. Soprattutto ha raccontato l’urgenza e la necessità di capire che fare accoglienza, e farla bene, significa sviluppare un sentimento profondo di empatia. Significa cercare di capire da cosa e perché queste persone scappano, e cercare di comprendere le storie di ciascuno di loro. Ogni storia è diversa, anche se per certi versi uguale alla storia di tanti altri. A prescindere dal colore della pelle di chi scappa dalla guerra.

Laura Galvagno e altre ospiti
Laura Galvagno, a sx, e altre ospiti della serata

Quando la pace incontra la luce

Il vero risultato della serata si potrebbe riassumere nella sinergia e nell’incontro nato dall’intreccio di più voci. Perché come ha ben espresso con molto garbo e grazia la presentatrice della serata, la talentuosa giornalista Agata Spinto, «la pace si può fare se ci sono più voci. La pace è un sentimento corale».

L’organizzatrice della serata, Laura Galvagno, ha scelto non a caso il giorno di Santa Lucia, il giorno della luce, per lo svolgimento dell’incontro. Perchè essere luce significa essere ponti, e non muri, tra culture. O almeno tentare. Essere luce significa essere costruttori di pace.

Essere pace per
Poter ballare per strada, per la paura di baciarsi, per vivere una vita normale,
per i sogni dei bambini che rovistano nei cassonetti,
per gli studenti.
Per il futuro, per tutte le notti insonni, per le donne, la vita, la libertà!
(Versi tratti da Baraye, canzone divenuta inno della rivoluzione iraniana)

 

Chiara Michelle Messina

 

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