Versi di pace / Alla Misericordia di Acireale la poesia come presa di coscienza

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Versi di pace alla Misericordia di acireale

Ancora una presentazione del testo “Versi di pace” edito da La Voce dell’Jonio. L’evento si è svolto presso i locali della Misericordia di Acireale. Erano presenti Salvo Raffa, presidente Csve, Alfio Vecchio, presidente associazione “Orazio Vecchio”, Orazio Maltese, in rappresentanza della Misericordia, Giuseppe Vecchio, direttore de La Voce dell’Jonio, Rita Messina, editor, Angelo Pagano, autore della postfazione.

Hanno declamato le poesie gli stessi autori presenti alla serata. Significativo il momento in cui Alfio Vecchio ricorda agli intervenuti la nascita de “La Voce dell’Jonio” ad opera del padre Orazio, nel 1958. Ricorda che  l’aveva coltivata come un figlio che è cresciuto e oggi è presente e forte.

poesie alla Misericordia
Da sx: Peppino Vecchio, Rita Messina, Orazio Maltese

Anche con la poesia si anela la pace

Come ad ogni presentazione, grande è l’emozione nell’evocare i motivi che hanno spinto “La Voce” ad organizzare questa raccolta di poesie. L’argomento non è stato cercato, come ha detto il direttore Peppino Vecchio, ma, esattamente come era accaduto con il testo “Non vedo l’ora” è semplicemente accaduto.
Era il momento giusto e la gente, poeti e non, da tutte le parti d’Italia, ha risposto all’appello con un pensiero personale. Hanno partecipato bambini ma anche persone in là negli anni.

Produrre una poesia vuol dire riflettere, vuol dire formare le coscienze a un’idea di pace. Vuol dire anche accostarsi al pensiero della solidarietà che, a volte, il ritmo frenetico della vita ci fa dimenticare. E’ anche un modo per sottolineare la fratellanza umana e il rispetto verso l’altro ad ogni livello: valori universali ed importanti a prescindere dalla guerra.

Pace, formare le coscienze con la poesia

Come ha detto l’editor, Rita Messina, ogni poesia è un piccolo mondo, ha una propria singolarità. E’ una presa di coscienza sul disastro della guerra e sulla necessità di tornare alla Pace. Perchè, in quasi tutte le poesie, più che parlare di pace si sottolineano gli orrori e le malvagità che la guerra provoca.  E i segnali si colgono in tante di queste liriche. Sono i fiori, i colori, i bambini e, soprattutto, gli sguardi: offesi, traditi, violentati, impauriti, che lasciano intravedere tutto l’orrore che la fame di potere produce in chi ci vive accanto.

Mariella Di Mauro

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