60° sacerdozio / Il prezioso servizio di monsignor Paolo Urso ad Acireale e, come vescovo, a Ragusa

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mons. Urso

Il 7 ottobre 1962, appena una settimana dopo il suo ingresso in Diocesi come Vescovo ausiliare, Mons. Pasquale Bacile, nel novello Tempio del Sacro Cuore di Gesù, in  Acireale, ordinava Presbiteri i Diaconi Antonino Cristaudo, Salvatore Scuderi e Paolo Urso, alunni del nostro Seminario. Da allora sono passati sessant’anni.

Don Cristaudo ha già varcato i limiti del tempo, mentre don Salvatore e don Paolo, rendono grazie al Signore e ripetono con l’Orante: “La tua destra mi ha sostenuto, la tua bontà mi ha fatto crescere” (Sl 17).

Don Salvatore Scuderi, già parroco di Cannizzaro, è stato mio professore di Religione all’ITC “A. Majorana” di Acireale. Di lui, tutt’oggi, ammiro la cordialità e l’affettuosità. E soprattutto il suo stile, simpatico ed allegro, che mette a proprio agio chiunque ha la possibilità di avvicinarlo.

Prezioso ministero “curiale” di don Paolo Urso

Il nostro carissimo “don” Paolo (eccellenza non riesco proprio a chiamarlo), è stato per quarant’anni il nostro punto di riferimento, per il prezioso ministero “curiale” svolto, prima come Cancelliere e vicario episcopale per il culto e, poi, vicario generale fino al 2002, quando San Giovanni Paolo II lo nominò Vescovo di Ragusa.mons. Paolo Urso

Diciamo che era bello andare in Curia, incontrare don Paolo nella sua minuscola stanza dove, oltre ad indicarci le norme del Diritto, accoglieva sempre con un sorriso, una battuta, uno sguardo che indicava accoglienza, disponibilità all’ascolto e comprensione.
Una Curia “bella”, con gli indimenticabili Mons. Armando Magro, il Can. Ignazio Calì, Mons. Alfio Scuto, il Can. Salvatore (per tutti Turi) Messina, don Guglielmo Giombanco.
Bella perché qualsiasi problema posto veniva risolto con competenza: perché veramente “cantiere” di progetti e piani pastorali. (Tutto quello che la Chiesa diocesana ha vissuto dal post concilio fino al 2000 ha visto Mons. Magro instancabile promotore). Bella perché in essa si respirava e si godeva un clima di famiglia. Abbiamo fatto fatica ad abituarci al “nuovo” quando Mons. Magro rassegnò le dimissioni da Vicario Generale, e, quando, don Paolo fu trasferito a Ragusa.

Ricordo ancora come se fosse ieri la mattina del 16 febbraio del 2002 quando Mons. Gristina scese in Cattedrale e, chiamandomi in disparte mi annunciava la nomina di don Paolo a Vescovo di Ragusa e mi invitava a suonare le campane della Cattedrale alle ore 12, in segno di festa.
Lo accompagnammo a Ragusa il 12 aprile successivo, per l’ordinazione episcopale. “Il suo amore è per sempre”, fu il motto episcopale che scelse e sin dalla sera dell’ordinazione si pose alla guida della Diocesi con amabilità e attenzione, entrando – come era facile prevedere – nel cuore di tutti, che lo ricordano tutt’oggi, dopo sette anni dal suo “pensionamento”, con affetto e stima.

Una messa in Cattedrale

Come Chiesa diocesana ci ritroveremo lunedi 10 ottobre, alle ore 18,30, nella Basilica Cattedrale di Acireale. Per rendere grazie al Signore, per la fedeltà di questi due suoi figli.
Per dire a loro il nostro umile, ma sincero grazie, per l’amicizia e l’esemplare ministero sacerdotale ed episcopale da loro svolto.

Forse non tutti sanno che don Paolo è un lettore assiduo di libri e, soprattutto, di fiabe.
Mi piace pensare a questa ricorrenza giubilare come la più bella fiaba che Lui non ha letto, ma ha vissuto giorno per giorno, nell’intima comunione con Cristo, Pastore buono, per condurre tutti a “pascoli ubertosi e liete valli”.

Nella ricorrenza del trentesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Mons. Salvatore Gristina (17.5.2000), l’allora Vicario Generale (don Paolo Urso n.d.r.) ebbe a dire nel suo discorso: “E’ stato scritto che l’’uomo è il rischio di Dio. Le auguriamo che guardando Lei, il Padre possa compiacersi di aver rischiato bene”.
Lo stesso ci sentiamo, tutti, di ripetere nei riguardi del carissimo don Paolo e don Salvatore a cui, dal profondo del cuore, auguriamo quelle tre famose “S”, con cui l’amabile Mons. Armando Magro concludeva sempre i suoi messaggi augurali al Vescovo: “salute, servizio e santità”!

Don Roberto Strano

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