Acireale / Il 6 aprile all’Archivio storico si proietta “La vergine e il vulcano”, docufilm di Mari Cortese

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La vergine e il vulcano

Si terrà mercoledì 6 aprile alle ore 17.30, nell’Archivio Storico Diocesano di Acireale (Via Mons. Genuardi, 16), la proiezione del docufilmLa Vergine e il Vulcano: le eruzioni laviche nel culto mariano delle comunità etnee”.
Il documentario è prodotto dalla giornalista Mari Cortese, direttrice editoriale di Freepressonline, è promosso dalla Diocesi di Acireale e patrocinato dall’Arcidiocesi di Catania. Le riprese, svoltesi fra Acireale (Loreto), Randazzo, Vena e Mompilieri – si legge in una nota della diocesi acese – sono state precedentemente raccolte in un’anteprima, pubblicata lo scorso dicembre e ripresa da varie testate locali e nazionali https://youtu.be/M4DwXTUkJ64

basilica Santa Maria Assunta, randazzo
Randazzo, basilica Santa Maria Assunta

“La vergine e il vulcano” per promuovere il turismo religioso

Alla proiezione saranno presenti: il vescovo della Diocesi di Acireale, vice presidente della CEI e presidente della CESi Antonino Raspanti, il sindaco di Acireale Stefano Alì, il presidente del Consiglio di Catania Giuseppe Castiglione, il direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Acireale don Arturo Grasso, il direttore dell’Ufficio Turismo della CESi e della Diocesi di Acireale e responsabile del parco culturale ecclesiale “Terre dell’Etna e dell’Alcantara” don Roberto Fucile. Interverrà la giornalista e produttrice del docufilm Mari Cortese.
Modera l’incontro Gaetano Rizzo, giornalista e consigliere nazionale Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana).

Scopo del docufilm è alimentare il dibattito sull’importanza del turismo religioso e i suoi percorsi da scoprire, riscoprire e rispettare. Senza trascurare di prendersi cura della “casa comune”.
“Dopo gli anni della pandemia – dichiara Cortese è un segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’esigenza. La fede e la cultura quando si incontrano producono forme nuove di evangelizzazione senza dimenticare le radici della nostra identità cristiana”.

 

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