Acireale / Quattro seminaristi ammessi agli ordini sacri in cammino verso l’ordinazione sacerdotale

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Il vescovo mons. Raspanti e i 4 seminaristi ammessi agli ordini sacri

Una grande folla di parenti, amici, parrocchiani e altri fedeli ha affollato la Basilica Cattedrale lo scorso 25 marzo per accompagnare quattro giovani seminaristi nel loro primo passo ufficiale verso il sacerdozio.

Il vescovo mons. Raspanti e i 4 seminaristi ammessi agli ordini sacri
Il vescovo mons. Raspanti e i 4 seminaristi ammessi agli ordini sacri

Infatti, nel corso della celebrazione eucaristica della Solennità dell’Annunciazione del Signore, il vescovo mons. Antonino Raspanti ha ammesso tra i candidati agli Ordini sacri del diaconato e del presbiterato quattro alunni del Seminario: Francesco Pio Leonardi, Orazio Sciacca (entrambi della parrocchia Maria SS. di Loreto di Acireale), Ludger Rakotonirina (Aci Platani) e Alfio Licciardello (Pozzillo).

Questo rito, che si compie dopo diversi anni di discernimento, rappresenta una svolta nel cammino vocazionale dei seminaristi: con l’ammissione essi manifestano la loro volontà di consacrarsi nel sacerdozio ministeriale e allo stesso tempo la Chiesa riconosce in loro i segni della vocazione e, annoverandoli tra i candidati all’ordine, si impegna ad accompagnarne il cammino fino al traguardo dell’ordinazione.acorretta mmissione 2 (353 x 531)

Nella sua omelia il Vescovo ha riflettuto sul mistero celebrato dalla liturgia – l’eccomi di Maria e l’incarnazione del Figlio di Dio – mettendone in risalto la pienezza di amore che in esso si rivela. L’amore vero, come quello di Maria, non ha bisogno del male per affermarsi. Il suo sì emerge al di là del no del male, perché è totale e incondizionato. Così ha augurato che sia per i giovani ammessi: il loro sì sia in quello obbediente di Gesù e ci serva a percepire ancora il sì di Dio per l’umanità.

Come segno esterno della loro nuova condizione, i neo ammessi hanno indossato per la prima volta la talare, l’abito nero proprio del sacerdote e durante la celebrazione il Vescovo ha imposto su ciascuno la cotta, la sopravveste bianca che d’ora in poi indosseranno nelle funzioni liturgiche.

 don Alfio Privitera

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