Carlo Calenda, leader del partito Azione, ha incontrato giovedì 23 ottobre gli studenti del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania. I giovani hanno così avuto la possibilità di discutere di politica, attualità, ma soprattutto della questione legata all’amministrazione siciliana. Si tratta di un tema che ha avuto un grande risalto mediatico, dopo le recenti dichiarazioni del senatore sul bisogno di “commissariare” la giunta regionale. A suo dire un’istituzione che segue logiche feudatarie e clientelari. Dopo una prima introduzione, Calenda ha risposto alle domande degli studenti in un confronto aperto e diretto.
Calenda università di Catania / I siciliani non sono un popolo a sé
Calenda ha più volte ribadito che i “siciliani non sono un popolo a parte”, ma cittadini italiani ed europei. Affermazione non casuale, che nasce due settimane prima, a Palermo, quando Calenda aveva ricordato di essersi sentito dire “in Sicilia si fa così”, come se l’isola non facesse parte dell’Italia.
Calenda università di Catania / Le istituzioni siciliane in mano a dei feudatari
La Sicilia è come un sistema feudale e clientelare, dove “i soldi pubblici vengono usati per garantire gli stessi voti alle elezioni successive”. Un meccanismo che, secondo Calenda, “si autoalimenta” e che trasforma l’amministrazione in una “istituzione estrattiva e parassitaria” non più capace di garantire diritti ai cittadini, citando anche il tema delle concessioni balneari.
Calenda università di Catania / Regioni da cancellare: più autonomia ai comuni
Il governo deve commissariare la Regione Sicilia. Calenda sostiene che anche quando dovesse cambiare l’orientamento politico della giunta “le strutture regionali non spenderebbero soldi per cambiare le cose, abbiamo i dati empirici di questo”. Calenda ha poi criticato il rapporto di dipendenza tra Regioni e Comuni: “Le Regioni hanno fatto in modo che i Comuni siano dipendenti da loro. Anche le Regioni sono strutture che si autoeleggono”. Secondo Calenda, bisognerebbe “cancellare le Regioni e restituire maggiore autonomia ai Comuni”, dove i cittadini sentano di più l’operato dell’amministrazione.
Calenda all’università di Catania / Conclusioni
Infine, alla domanda sulle reazioni del presidente della Regione Renato Schifani al commissariamento, Calenda ha risposto con tono diretto: “Si è offeso Schifani? Non me ne frega niente. La Sicilia va commissariata”. Dunque, rivolgendosi agli studenti presenti, Calenda ha invitato i giovani a essere più coraggiosi: “Siete troppo timorosi, ragazzi. Vi manca la faccia tosta”. Un incoraggiamento a partecipare e farsi sentire nel dibattito politico. Nonché anche: “dovete sentirvi europei”.
Giorgio Trombetta
