Coach e Calcio / La costruzione dal basso: solo moda?

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Effetti virtuale Calcio Salvo Pappalardo

Per i “coach” più preparati e impegnati nell’analisi del calcio moderno, la cosiddetta “costruzione dal basso” dell’azione di gioco richiede analisi puntuali. Tra le tante chiacchiere da bar ce ne sono alcune che colpiscono particolarmente per la loro ricorsività. Il “Calcio dei miei tempi” si rinnova quotidianamente di frasi che volgono al passato, tra il nostalgico e il laconico. Per esempio si può facilmente udire in ordine sparso: “prima si marcava meglio” accompagnato al sempre vivo “non ci sono più i difensori di una volta” e condito con un accusativo “colpa degli allenatori delle scuole calcio”.

Coach e Calcio / La costruzione dal basso: solo moda?

Oggi il dibattito dei lunedì si è spostato inevitabilmente sulla moda della costruzione dal basso. Si sente già in sottofondo l’eco dei nostalgici ripetere: è una trovata troppo rischiosa. E via poi ad alta voce, per corroborare la tesi, a snocciolare l’errore di Musacchio (Lazio-Bayern, andata ottavi Champions 2021), Bentancur (Porto-Juventus, andata ottavi di Champions 2021), quello di Bastoni (Inter-Juventus, andata semifinali di coppa Italia 2021), quelli di Alisson (Liverpool-Manchester City, Premier League 2021), ecc. ecc. Certo una volta…

Da una parte chi rimprovera agli allenatori una ricerca eccessiva ed esasperata del gioco dal basso, dall’altra… be’ tutti i tecnici. Sì, perché per gli addetti ai lavori questa opzione è strategica ai fini del gioco. Per capire un po’ meglio questo tipo di strategia e, magari, non farsi sopraffare dal bias della retrospettiva rosea, si prendano in considerazione i seguenti argomenti.

Coach e Calcio / La costruzione dal basso: la spiegazione strategica

Chi gioca a scacchi sa bene quanto sia importante una strategia per conquistare la vittoria, non meno importante, inoltre, è poi la capacità di saper variare tattiche all’interno della stessa strategia. La costruzione dal basso si propone, pertanto, come tattica che segue la strategia del dominio del gioco e della proattività. Chi gioca dal basso sta esplicitamente dicendo agli avversari “vieni, attaccami”, ma implicitamente la frase proseguirebbe “così approfitto degli spazi che mi lasci”. Lo scopo è quello di disequilibrare l’avversario e, così, sfruttando i propri punti forti, colpirlo nei punti deboli. Per esempio, squadre come l’Inter, che hanno notevoli doti offensive nell’1vs1 (vedi Lukaku), preferiscono farsi aggredire per poter così lasciare praterie da attaccare.

Coach Calcio costruzione dal basso 1
Figura 1: esempio di ricerca della costruzione dal basso. La squadra rossa costruisce nella propria metà campo e, grazie al portiere, gode della superiorità numerica. La squadra gialla va in pressing, così facendo si espone a tanti 1contro1.

Si ricerca, nello specifico, la superiorità numerica e posizionale in possesso. Quindi, se la squadra in possesso costruisce con 5 più il portiere e la squadra che pressa va con 5, chi sta costruendo ha un uomo in più mentre nelle altre linee ci si gioca l’1contro1. Se vanno in pressing anche sul portiere, ecco che uscire da lì significa, per chi è in possesso, avere la superiorità da un’altra parte. Giocarsi la superiorità in una zona per lasciare l’1contro1 in altri settori non è una novità: già Pep Guardiola, col suo Bayern, cercava di far entrare dentro il campo i terzini, così da isolare Ribery (da una parte) e Robben (dall’altra) con i loro rispettivi avversari. Sfruttare i propri punti di forza è, appunto, una strategia. La tattica è il come farlo.

Coach e Calcio / La costruzione dal basso: la spiegazione geometrica

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Figura 2: squadre disposte su un rinvio dal fondo.

Giocare dal basso allunga il campo. Questo tecnicismo vorrebbe significare che attraverso questa tattica si riesce così ad aumentare gli spazi tra i giocatori avversari. Il gioco del calcio, infatti, si dispiega su un campo da gioco di circa 10.000 m2. Quando vediamo i rinvii lunghi, le due squadre si dispongono in una sezione di campo probabilmente di 100 m2, ovvero dove probabilmente cadrà il pallone. Il gioco dal portiere, invece, fa allungare la squadra avversaria di almeno 35/40 metri, ovvero la distanza tra l’attaccante e il difensore di chi va in pressing. Questo perché il fuorigioco non esiste nella metà campo avversaria. Così i difensori sono costretti a rimanere nei pressi del centrocampo mentre il resto della squadra va in pressing: ecco che si allungano gli spazi.

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Figura 3: attraverso il gioco dal basso si allunga la squadra avversaria e si creano spazi di gioco.

L’idea è quella di sfruttare l’intera propria metà campo (circa 5.000 m2) per creare una situazione di vantaggio. Si noti come la costruzione “in corto” (passaggio al difensore nell’area piccola) sia una delle possibili opzioni attivabili: lo smarcamento di qualcuno tra le linee o anche in profondità sono alternative plausibili. Si vedano, ad esempio i gol del City su assist di Ederson.

Coach e Calcio / La costruzione dal basso: la spiegazione scientifica

Non si ha certo l’intenzione di scomodare il metodo scientifico, che ha rigorosi principi, e che per la dimostrazione di una tesi ha bisogno di più prove. Qui si vogliono, invece, riportare alcuni dati presi da una tesina del 2019/20 del corso FIGC in Match analyst che consentono se non di dirimere definitivamente la questione, per lo meno di trovare altri spunti di riflessione. Per prima cosa, il numero di palle perse su rinvio lungo è significativamente maggiore rispetto a quelle perse su costruzione dal basso. Banalmente perché lanciando lungo ci si va a giocare una palla contesa, mentre quando si gioca corto il passaggio potrebbe/dovrebbe risultare più facile. Chiaramente ciò che cambia è il rischio percepito: nel primo caso una palla contesa a centrocampo sembra poter essere meno pericolosa che una palla persa nella propria trequarti.

Il calcio è anche studio in continua evoluzione…

Nella tesi, inoltre, si va a vedere quante azioni iniziate con costruzione dal basso risultano poi efficaci per la creazione di un tiro in porta. Ebbene, su 161 azioni conclusesi con un tiro in porta e partite da rimessa dal fondo, 132 sono avvenute con passaggio del portiere nella propria metà campo e solo 29 con passaggio nella metà campo avversaria. Entrando nello specifico il 4,04% delle rimesse giocate corte si sono concluse con un tiro in porta, contro l’1,59% del lancio lungo nell’altra metà campo. Sono 2 i gol su passaggio corto e nessuno con passaggio lungo. Il numero di palloni persi (quindi riconquistati dagli avversari) su rinvio è di 0,53 a partita, ovvero il 2,59%, di questi il 34,09% su rimessa corta mentre il 65,91% su giocata lunga.

Questo è solo uno studio basato sul campionato 2019/20, che ci dice come i dati presentati propendano ragionevolmente verso un vantaggio nella costruzione dal basso rispetto alla rimessa lunga. Chiaramente, non si può assolutizzare questa conclusione, se non apportando altri studi. In definitiva, il dibattito sulla bontà e il vantaggio della costruzione dal basso dovrebbe spostarsi forse sulla soggettività del rischio percepito. In alcuni casi, infatti, il cervello umano valuta il rischio non su dati oggettivi, ma su quelli soggettivi. Vi siete mai chiesti perché l’auto ci sembra più sicura dell’aereo? Salvo Pappalardo Coach Calcio La Voce dello Sport

Salvo Pappalardo*

*Allenatore Uefa B, laureato in Economia aziendale e specialista in formazione, con esperienza in squadre afferenti alla FIGC 

La Voce dello Sport

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