Crédit Agricole / Da Radicepura, l’impegno per la Sicilia tra innovazione, imprese e giovani

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Lo scorso 13 ottobre, nella splendida cornice di Radicepura, il tema dell’innovazione trova terreno fertile, grazie anche all’impegno degli ultimi anni di Crédit Agricole, insieme al tessuto imprenditoriale, l’università e l’entusiasmo dei giovani, che rappresentano il motore di un futuro produttivo e sostenibile, anche in Sicilia.  In una location immersa tra il verde e i profumi della Sicilia più autentica, si è svolta l’edizione 2025 dell’iniziativa “Il Sud genera futuro”. Un evento ormai annuale che la nostra testata segue per la capacità di incrociare contributi di autorevoli figure della finanza e dell’imprenditoria legate ad investimenti in Sicilia.

L’incontro, dedicato a impresa e innovazione, ha unito storie, dialoghi e prospettive tra economia, ricerca, sostenibilità e tecnologia. A moderare il dibattito Nicola Saldutti, caporedattore de L’Economia del Corriere della Sera, e Massimo Fracaro, responsabile editoriale.

L’intervista a Hughes Brasseur: la banca come alleato dello sviluppo

Il pomeriggio si è aperto nella sala congressi di Radicepura con un primo intervento da parte di Hughes Brasseur, Amministratore Delegato di Crédit Agricole Italia e Senior Country Officer. Ha offerto una riflessione sul ruolo delle banche nel sostenere la crescita sostenibile, ha sottolineato il ruolo chiave delle imprese e delle banche nel sostenere la crescita del Paese, in particolare nelle regioni del Sud, come la Sicilia.

Crédit Agricole Sicilia Radicepura

Brasseur ha ricordato che la storia del gruppo affonda le radici nel mondo agricolo: “Siamo nati più di cento anni fa da contadini che faticavano ad avere accesso al credito e che decisero di creare la propria banca. Quel legame con la terra, con la competenza e con la concretezza resta tuttora un tratto distintivo della nostra identità”. Il manager ha evidenziato come la vicinanza al territorio e la visione globale possano coesistere: un equilibrio che, a suo avviso, permette alle realtà locali di crescere con una prospettiva internazionale. Secondo Brasseur, “oggi il mondo non è più un unico mercato globale ma una somma di mondi frammentati”. Per questo motivo serve conoscere a fondo le specificità locali e, al contempo, essere in grado di valorizzare le opportunità che derivano dai mercati esteri.

Il ruolo delle banche 

Riguardo al ruolo delle banche, Brasseur ha ribadito che il credito deve essere accompagnato da un atteggiamento di responsabilità e dialogo: la banca non solo sostiene, ma guida e consiglia l’impresa anche nei momenti di difficoltà! “Quando il vento è sfavorevole la differenza la fa chi trova il coraggio di uscire dal porto. È in questi momenti che una banca deve essere un partner vero, in grado di aiutare l’imprenditore ad affrontare le sfide e a non abbassare la vela”.

Sul fronte delle sfide economiche attuali, Brasseur ha riconosciuto che le imprese si trovano a operare in un contesto complesso, segnato da trasformazioni digitali, difficoltà nel reperire competenze e rallentamento della crescita. Tuttavia, ha precisato, “è proprio nei momenti più difficili che si costruisce la differenza con la concorrenza”. Particolare attenzione è stata dedicata al tema dell’innovazione e delle start-up. Brasseur ha ricordato l’apertura del Villaggio Crédit Agricole di Catania, nato per sostenere i giovani imprenditori del Sud. “Cinquant’anni fa l’innovazione più importante nacque in un garage in California. Oggi, quel garage potrebbe essere a Catania”. L’obiettivo, ha spiegato, è accompagnare le nuove imprese in un percorso di crescita, mettendo a disposizione competenze, rete e strumenti finanziari.

 Crédit Agricole Sicilia Radicepura

Infine, il manager ha evidenziato come la biodiversità economica italiana, spesso considerata una debolezza per via della sua frammentazione, sia in realtà una risorsa capace di garantire resilienza. “Nelle crisi passate, chi ha resistito oggi è più forte di prima”, ha concluso, sottolineando che il futuro della crescita passa proprio da questa diversità, dal coraggio di investire e da una visione condivisa tra imprese, istituzioni e territorio.

Sicilia, innovazione e giovani: il ruolo dell’università: il parere di Enrico Foti 

Durante il suo intervento, il rettore dell’Università di Catania, Enrico Foti, ha voluto ribaltare un luogo comune che da anni grava sul Mezzogiorno. “Si parla tanto di terre rare ma noi quelle non le abbiamo. Quello che abbiamo sono i giovani, che sono straordinari.” Con tono deciso e una punta d’ironia, Foti ha raccontato la sua fiducia nelle nuove generazioni, ricordando come “quando qualcuno si lamenta della preparazione dei ragazzi, basta mettergli in mano un telefono per capire quanto siano in realtà capaci, curiosi e pronti a imparare.”

Il rettore ha invitato a cambiare prospettiva sul ruolo dell’università, che deve diventare un hub di futuro, un luogo di connessione tra formazione, impresa e territorio. “Dobbiamo trovare il linguaggio giusto per valorizzare le competenze dei giovani e costruire insieme percorsi nuovi, più vicini alle necessità del mondo del lavoro”. Foti ha spiegato come la sua visione per l’Ateneo catanese punti a studiare e lavorare in Sicilia, superando la narrazione che vede i giovani costretti a lasciare la regione per realizzarsi. “Non è più così!”, afferma.

Obiettivi e sfide per l’università di Catania 

Il nostro obiettivo è creare qui le condizioni per crescere, studiare e lavorare, senza dover cercare altrove ciò che possiamo costruire a casa nostra. Tra i primi progetti avviati sotto il suo rettorato figura la fondazione universitaria. Si tratta un’iniziativa che mette insieme università, imprese e professionisti per sviluppare percorsi formativi innovativi, corsi executive e collaborazioni dirette con il tessuto produttivo locale. “In aula non devono entrare solo i professori, ma anche i professionisti, perché il confronto con il mondo reale è ciò che rende la formazione davvero utile e moderna”.

Da ingegnere, Foti riconosce che le sfide di oggi non si possono affrontare con strumenti del passato: “I problemi contemporanei sono complessi. Serve una contaminazione più profonda tra saperi tecnici e umanistici. Solo intrecciando conoscenze diverse possiamo rispondere alle nuove domande della società e dell’economia.” Il rettore ha anche sottolineato il rischio della fuga dei talenti generazionale: “Vanno via i giovani e poi anche i genitori. Non possiamo assistere passivamente a tutto questo.”

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Questo intervento ha restituito l’immagine di un’università pronta a fare della Sicilia un laboratorio di innovazione, formazione e opportunità per i giovani.

La prima tavola rotonda: impresa, innovazione e territorio

Dopo le due interviste, si è aperta la tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Roberto Ghisellini, condirettore generale di Crédit Agricole Italia e Mario Faro, CEO di Piante Faro. Presenti anche Elita Schillaci, professoressa ordinaria di Imprenditorialità all’Università di Catania; Maria Cristina Busi Ferruzzi, presidente di Confindustria Catania e Francesco Tornatore, Cavaliere del Lavoro e Amministratore Unico delle Nuove Tecnologie Elettro-Telefoniche. Sedeva al tavolo anche Fabrizio Quagliuolo, Amministratore Delegato di Acquavera.

Nel corso dell’incontro svoltosi presso Radicepura promosso da Crédit Agricole, il dialogo tra imprenditori, accademici e rappresentanti del sistema produttivo ha restituito l’immagine di una Sicilia come terra di opportunità, resilienza e innovazione.

I pareri degli intervistati 

Francesco Tornatore ha evidenziato come le imprese italiane e siciliane abbiano reagito alle crisi con competenza, creando valore sul territorio e rafforzando relazioni internazionali. Fabrizio Quagliuolo ha ricordato l’importanza di bilanciare profitto, sostenibilità e legame con la comunità. Mario Faro ha sottolineato l’apertura internazionale come leva strategica. Infatti, la sua azienda oggi esporta in oltre 60 Paesi, trasformando ogni crisi in occasione di ripartenza e innovazione.

Elita Schillaci ha sottolineato il ruolo di innovazione e cambiamento, evidenziando la collaborazione tra università e imprese per formare giovani pronti alle sfide future: “L’innovazione è una disobbedienza ben riuscita. La speranza non è un sentimento, ma un’azione collettiva.” Il dibattito ha mostrato una Sicilia che investe su giovani, università e innovazione, guardando oltre i confini”.

Confindustria Catania: la Sicilia che investe nel futuro

Alla tavola rotonda di Crédit Agricole a Radicepura, c’era anche Maria Cristina Busi Ferruzzi, presidente di Confindustria Catania. “Non è complicato fare sistema. La Sicilia ha sempre affrontato le sfide nazionali, attraversando momenti diversi ma anche fasi di grande sviluppo.”

Con toni appassionati, ha illustrato i risultati di un Sud che cambia passo. “Le imprese del Mezzogiorno hanno beneficiato di 5 miliardi di crediti d’imposta, generando 22 miliardi di investimenti e 34 mila nuovi posti di lavoro. Il PIL del Sud è cresciuto del 7,1%, più del Nord e del Centro Italia.” Numeri che, ha detto, testimoniano un futuro possibile, fatto di lavoro, fiducia e innovazione. “Non si vincono le regate restando nel porto ma alzando le vele e cercando il vento giusto.” Un’immagine che racchiude lo spirito dell’imprenditoria siciliana, pronta a uscire in mare aperto.

Gli interventi di Faro, Schillaci e Tornatore hanno sottolineato che la Sicilia va vissuta e fatta crescere attraverso impresa, formazione e sostenibilità. A Radicepura, il dialogo tra università, giovani e imprese ha mostrato come il capitale umano sia la vera “terra rara” su cui costruire il futuro.

Elevator Pitch / Le nuove voci dell’innovazione

Spazio poi ai giovani innovatori con la sessione di Elevator Pitch, dove tre protagonisti hanno presentato i loro progetti con energia e visione. Si trattava di Giulia Marchese, data scientist, PhD e cofondatrice di Geen; Paolo Ferone, co-founder e CEO di Longeviva e Rosario Sgroi, founder di Yourbes. Le loro parole hanno portato sul palco il futuro. Un futuro fatto di intelligenza artificiale, ricerca scientifica e innovazione sostenibile. Investire nella Sicilia significa credere in progetti di eccellenza a Radicepura, dove Crédit Agricole accompagna le imprese locali verso la crescita sostenibile.

La seconda tavola rotonda: l’esperienza dei grandi imprenditori

La serata è proseguita con un secondo confronto tra figure simbolo dell’imprenditoria siciliana e nazionale. Marco Perocchi, responsabile banca di Crédit Agricole Italia; Giuseppe Condorelli, Amministratore Unico dell’Industria Dolciaria Condorelli. Giovanni C. Licitra, CEO e founder LBG Sicilia; Iolanda Riolo, presidente del Gruppo Riolo e presidente Irfis e Michele Leocata, Amministratore Delegato di Avimecc. Il dibattito ha messo in luce la capacità delle aziende siciliane di coniugare tradizione e innovazione, mantenendo standard qualitativi elevati e investendo nell’export.

Giuseppe Condorelli ha sottolineato come il consumatore moderno privilegi la qualità e l’informazione, premiando le imprese che puntano sull’eccellenza dei prodotti locali. Storie come quella di Condorelli, che ha saputo affermarsi sul mercato nazionale e internazionale. Conferma come, attraverso marketing e valorizzazione del brand, esistono esempi di resilienza e lungimiranza.

Giovanni C. Licitra ha raccontato il percorso della sua azienda, oggi seconda produttrice mondiale di farina di carrube, evidenziando l’importanza della diversificazione dei prodotti, della consulenza al cliente e dello sviluppo di soluzioni innovative. Il centro di ricerca e sviluppo rappresenta un punto di riferimento globale per la creazione di nuovi ingredienti e la valorizzazione dei sottoprodotti, a conferma dell’impegno del settore verso sostenibilità e economia circolare.Crédit Agricole Sicilia Radicepura

Iolanda Riolo ha sottolineato l’importanza di digitalizzazione, modernizzazione dei processi e strumenti finanziari a supporto delle PMI. La tavola rotonda ha mostrato nuovamente una Sicilia laboratorio di innovazione, con aziende capaci di valorizzare il territorio, affrontare sfide complesse e consolidare relazioni internazionali nel settore alimentare.

Perrocchi e Locata: innovazione, resilienza e tradizione al cuore delle imprese siciliane

Gli interventi di Perrocchi e Locata hanno messo in luce come le imprese familiari siciliane uniscano tradizione e innovazione. La gestione attenta delle filiere, gli investimenti in digitalizzazione, sostenibilità energetica e strategie ESG sono leve fondamentali per garantire competitività e crescita.

Entrambi gli imprenditori hanno sottolineato l’importanza di preparare le nuove generazioni, capaci di preservare i valori familiari e adattarsi ai cambiamenti economici e tecnologici. La capacità di cambiare passo e orientarsi con precisione sui mercati, anche globali, conferma il ruolo strategico delle piccole e medie imprese siciliane nel panorama produttivo nazionale. Dunque, la Sicilia conferma il suo potenziale imprenditoriale grazie a iniziative innovative a Radicepura, sostenute anche da partner finanziari come Crédit Agricole.

A chiudere gli interventi sono stati i giovani imprenditori Salvatore Ingrassia, Giuseppe Gullo e Luca Stante. Con i loro progetti innovativi in ambito tecnologico e accademico, sono testimonianza che il futuro passa dalla creatività e dalla competenza delle nuove generazioni. Dunque, nella splendida Radicepura, grazie all’iniziativa di Crédit Agricole, la Sicilia è apparsa in tutta la sua forza. Una terra viva, che crede nei giovani, nell’università e nell’innovazione. Un luogo dove le radici diventano futuro e l’impresa si trasforma in speranza condivisa!

Giorgia Fichera