Erosione costiera / A Messina in gara il ripristino delle barriere della riviera jonica

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erosone riviera jonica

Prosegue nel Messinese l’opera di salvaguardia delle coste ad opera del governo della Regione. La Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, che fa capo al presidente Renato Schifani – informa una nota stampa della Regione – ha messo in gara i lavori di manutenzione dei pennelli e delle barriere frangiflutti nel tratto di mare della riviera jonica compreso tra Capo Peloro e il torrente Zafferia.

Circa venti chilometri di litorale in cui i marosi hanno danneggiato le strutture in massi realizzate in più punti a partire dai primi anni ’80. Le opere di “rifioritura”, come si dice in gergo tecnico, saranno affidate dagli uffici di piazza Ignazio Florio, diretti da Maurizio Croce, sulla base delle offerte che perverranno entro il prossimo 13 aprile. L’importo soggetto a ribasso d’asta è di due milioni e 496 mila euro.

barriere frangiflutti
Si ripristinano le barriere frangiflutti

Erosione riviera jonica: salvare la costa e le strutture private

«Finora – sottolinea il governatore Schifani – gli interventi costieri di questo tipo su Messina hanno interessato cinque chilometri del litorale tirrenico e sedici di quello jonico. Si tratta di assicurare costantemente la manutenzione di queste opere di protezione per salvaguardare,  intere porzioni di spiaggia. Oltre alle strutture pubbliche e private che si affacciano sul mare. Restituendole in tal modo a residenti e turisti lì dove i flutti rischiavano di cancellarle del tutto. A questo aspetto dedicheremo la massima attenzione consapevoli del fatto che i nostri lidi rappresentano, per la loro bellezza, un forte richiamo in ogni parte del mondo».erosione costa jonica

Erosione riviera jonica: si ripristinano i frangiflutti

In particolare, le scogliere esistenti sulle quali si dovrà intervenire sorgono nello specchio d’acqua antistante Capo Peloro. Sono i torrenti Papardo, Annunziata, Minissale e Zafferia e la chiesa di Santa Maria delle Grotte. Oltre a recuperare dal fondale, lì dove possibile, i massi scalzati dai flutti, si utilizzeranno nuovi blocchi in conglomerato cementizio simili a quelli preesistenti.

E’ stato calcolato che negli ultimi anni, proprio a causa dell’usura delle strutture frangiflutti, c’è stato un arretramento della linea di battigia di oltre cinque metri. Spesso, proprio in questi tratti dove si dovrà intervenire, le mareggiate hanno provocato seri danni agli stabilimenti balneari. E anche alla pista ciclabile che si trova sul lungomare.

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