Ginnastica / Simone, la donna dell’impossibile

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Dopo due anni di stop, l’immensa Simone Biles ritorna e aggiunge una nuova pagina di storia alla ginnastica: è sua l’esecuzione del salto impossibile, ora Biles II.

La nascita di una leggenda

«Non sono il prossimo Usain Bolt o Michael Phelps, sono la prima Simone Biles». Queste le parole di Simone Biles a Rio 2016 quando, appena diciannovenne e alla sua prima esperienza olimpica, partiva già da favorita e aveva già riscritto la storia della ginnastica artistica. E Simone non si sbagliava, lei non stava seguendo l’esempio di nessuno, lei stava diventando l’esempio da seguire e lo stava facendo a modo suo.

Nata in Ohio nel 1997, inizia a praticare ginnastica a sei anni, dopo averla provata durante una gita all’asilo e non passa molto tempo prima che il suo talento si riveli. Già da junior, nel 2011, iniziano i primi successi che si concretizzano l’anno dopo nella sua vittoria nazionale al volteggio. Passata nella categoria senior, non perde tempo e vince una medaglia per ogni specialità – di cui due ori – ai mondiali di Anversa 2013, diventando l’atleta più medagliata della competizione. La scia di successi continua e iniziano anche i suoi record: nel 2013 diventa la prima afroamericana a vincere un all-around mondiale; nel 2015, dopo aver vinto 10 medaglie – di cui 8 ori- tra il mondiale di Nanning e quello di Glasgow, diventa la prima e unica ginnasta donna della storia ad aver vinto 3 titoli mondiali all-around consecutivi.
Arrivano poi le Olimpiadi di Rio 2016 e anche lì, “la prima Simone Biles” non delude: la Biles torna a casa con ben quattro medaglie d’oro e un bronzo alla trave diventando così la prima ginnasta statunitense ad aver vinto quattro titoli in una singola olimpiade. Inoltre, con 19 medaglie vinte tra Mondialie Olimpiadi supera anche il record di Shanno Miller, diventando la ginnasta più decorata d’America..

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