Incontri letterari / Ritratto delle donne di Gabriele D’Annunzio nella dotta relazione di Gabriella Puleo

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Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio

Si è svolto nei locali del Santonoceto di Acireale, il secondo appuntamento dell’itinerario dannunziano. L’incontro, organizzato dall’Associazione Kdiem, ha visto protagonista Donatella Sciacca, che ha prima introdotto e poi conversato con Gabriella Puleo su un D’Annunzio inedito che, abitualmente, non si trova sui testi scolastici.
Coinvolgenti le letture, ad opera dell’attore Antonio Castro, di alcune delle numerosissime lettere di D’Annunzio alle donne amate. Alberto Casella ha curato il montaggio del materiale audiovisivo.

Oltre ai numerosi partecipanti è intervenuto l’assessore Mario Di Prima. La relatrice Gabriella Puleo ha discusso, oltre che delle opere e della loro origine, anche delle  numerose figure di donne che sono state importanti per l’autore.
Teodolinda Pomarici la prima donna ad essere menzionata. D’Annunzio era ancora un ragazzino di soli 16 anni, ma, già invaghito da questa ragazza, comincia a scriverle delle lettere per corteggiarla. Teodolinda era la figlioccia della mamma di Gabriele e faceva parte della buona borghesia di Pescara. La loro non fu una vera e propria relazione ma solo un innamoramento di Gabriele. La ragazza non corrispose questo amore e non ebbe problemi a comunicarglielo.

Le donne di D’Annunzio: Giselda Zucconi

La seconda donna, da cui fu attratto D’Annunzio, fu Giselda Zucconi, un’altra musa che il poeta chiamò Lalla. Questa volta l’amore fu corrisposto, la relazione durò due anni anche se, vista la giovane età dei due, fu quasi un amore platonico. La ragazza era la figlia di un docente del collegio Cicognini,  e il poeta la conobbe quando andò a trovare il professore a Firenze. La loro relazione si basò, soprattutto, su una ricca rete di lettere d’amore anche quando, D’Annunzio, frequentò l’università a Roma.

Gabriella puleo e Donatella Sciacca
Gabriella Puleo, a destra, e Donatella Sciacca

La corrispondenza fu troncata nel 1883 quando Gabriele incontrò Maria Hardouin dei duchi di Gallese che, in seguito, diventò sua moglie. E questo fu l’unico suo matrimonio. Quarant’anni dopo, Giselda, cercherà D’Annunzio chiedendogli il permesso di pubblicare le loro lettere. Il poeta non dice di no, ma non dà neppure il permesso e il testo non vedrà mai la luce.

Le donne di D’Annunzio: l’unica moglie Maria Hardouin

Il padre di Maria Hardouin non accettò il matrimonio di D’Annunzio con la figlia per la differenza di classe sociale. A motivo di ciò  l’aveva diseredata e questo creò alla coppia numerosi problemi economici. Un anno dopo il matrimonio, D’Annunzio conobbe la giornalista Olga Ossani, una collega che frequentò nel periodo in cui per campare, faceva appunto il giornalista.

Olga era una giornalista famosa e d’assalto, una impegnata culturalmente che non poteva farsi coinvolgere in una relazione seria. Infatti vive quella con Gabriele come una parentesi. Però, finita la loro storia, non farà mai mancare il suo appoggio a D’Annunzio ogni qualvolta qualcuno lo attaccherà.

Un’altra donna importante per l’autore fu Elvira Natalia Fraternali Leoni (cognome del marito, conte) che lui chiamò Barbara. Questa relazione, lunga circa cinque anni, fu molto importante anche se tra di loro non ci fu una vera e propria convivenza. Ebbero solo un piccolo periodo felice presso un’ Eremo dove vissero per due mesi. Anche tra di loro la corrispondenza fu molto fitta e il sentimento fu sincero e, da entrambe le parti, disinteressato.

Ma anche questa relazione ebbe termine per il poeta quando si innamorerà di Maria Gravina di Cruyllas, sposata e appartenente ad una famiglia illustre di Palermo. Dalla Cruyllas ebbe due figli. La donna verrà accusata di adulterio e le viene tolta la custodia dei suoi quattro figli.Eleonora Duse

Le donne di D’Annunzio: la celebre Eleonora Duse

Dopo Maria Cruyllas entra in scena un’altra donna molto importante: Eleonora Duse. E’ proprio per lei che si trasferirà a Firenze, 1894 – 1904, e sarà una delle relazioni più importanti del poeta. Durerà oltre dieci anni, anche se con molti alti e bassi. Eleonora era molto innamorata di Gabriele, infatti finanzierà molte delle sue opere, avendone le possibilità, essendo già un’attrice molto affermata. Gli paga l’affitto della villa e persino la retta del collegio della figlia Renata. Anche questa grande passione finisce e i due non si vedranno più.

Eleonora muore nel1924 in America ma Gabriele farà di tutto per farla ritornare in Italia. Il poeta si rivolge allo Stato perché si impegni a riportare in patria il corpo dell’attrice che adesso si trova ad Asolo, un posto da lei amato. Al Vittoriale è possibile ammirare un busto della Duse vicino allo studio di Gabriele.

Lasciò Eleonora perché si innamorò di Alessandra Di Rudinì. Lei aveva ventisette anni e D’Annunzio quaranta. Era vedova e conobbe il poeta a Firenze durante il matrimonio del fratello. Per lei il Vate lasciò la Duse. La giovane diventò la sua compagna, incurante dello scandalo e della rabbia del padre. Il poeta le diede il nomignolo di Nike ma dopo il primo periodo felice, la ragazza si dovette  ricoverare a Firenze per un’operazione. Fu durante la convalescenza che Gabriele si invaghì di un’altra donna e la lasciò. In seguito lei entrò nel monastero delle Carmelitane.

Le donne di D’Annunzio: le ultime fiamme

La nuova fiamma era Giuseppina Giorgi Mancini o, come la chiamava lui Giusini. Una storia molto travagliata fatta di sensi di colpa di lei per un marito che la tradiva e beveva. Furono scoperti e lei fu costretta a lasciarlo, dopo di chè ebbe un collasso nervoso. Questa volta è Gabriele che ne uscirà sofferente.
Dal 1910 al 1915 il poeta sarà in Francia dove incontrerà Natalia, cantante, che diventerà la sua musa ispiratrice e lo aiuterà molto nella sua carriera: lo aiuterà, anche, a tradurre in francese le sue opere.

Dopo Natalia conosce Olga Brunner Levi, mecenate veneziana appartenente alla borghesia. Un grande amore, raccontato da un fitto scambio epistolare. Una relazione che diede scandalo perché lei era ebrea e sposata con Ugo Levi che non lasciò mai.
Una fitta passerella di donne, tutte belle e di un certo calibro culturale che non finiscono con Olga. Sono tutte donne carismatiche, dotate di una fine bellezza che conquistano il nostro poeta esteta. Ma, come ben ci sottolinea la Puleo, ogni storia non è fine a sé stessa.

Ogni donna ha contribuito all’ispirazione del poeta sia nel fitto epistolario che con ognuna costruiva, sia con la corposa serie di poetica che lo ha portato in cima alla vetta dei grandi poeti. L’appuntamento è ora con l’ultimo capitolo che si terrà agli inizi di marzo.

Mariella Di Mauro

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