Intervento / Il canonico Salvatore Pappalardo: “Se volesse, Acireale potrebbe avere le scuole cattoliche”

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In seguito ad un invito, ho assistito ad una conferenza proposta dai Padri dell’Oratorio Filippino di Acireale e tenuta dall’Ispettore ministeriale, Rosario Musmeci. Egli, nel salone dell’Istituto San Michele di Acireale, con perfetta e sicura competenza, ha affrontato il problema della Scuola Cattolica, vale a dire della Scuola cosiddetta “privata” o paritaria, gestita dall’Autorità Ecclesiastica e, in particolare, quella esistente in Acireale.
Il salone, che ospitava la conferenza, era occupato a metà. Il pubblico era rappresentato da persone di età media e il conferenziere, provetto esperto di problemi scolastici, ha esposto con chiarezza i termini del problema e ha proposto un’affettuosa attenzione al problema. Poiché constatava che in città la “paritaria,” gestita dall’autorità ecclesiastica, è in forte crisi e quasi scomparsa, egli opportunamente citava la Costituzione, l’attuale legislazione scolastica, le encicliche del Papa, le lettere pastorali dei vescovi, gli articoli di alcuni giornali , pure la propria esperienza e le proprie riflessioni. Pertanto, faceva appello alla coscienza degli acesi, dei legislatori, dei politici, degli uomini di buona volontà. Ma forse non faceva appello al Clero diocesano, né alle parrocchie, anche perché i rappresentanti del Clero erano assenti, sebbene invitati. Agli applausi seguirono parecchi interventi. Discorsi forti, gestititi da persone competenti e, pure, risentiti di fronte ad un problema che si agita, almeno da cinquant’anni, senza alcuna soddisfacente soluzione. Anzi, ormai, quasi irreversibile!scuola cattolica 3 (512 x 384)corretta

Emersero parecchie proposte, numerose rimostranze, molti suggerimenti e commenti, frequenti applausi. Qualcuno volle spiegare, persino, il significato del termine “paritario”, facendo presente che esso sostituisce il termine “parificato” e che proviene dal termine francese “paritaire” e significa: cosa che è realizzata secondo la parità, che è in condizioni di parità. E, quindi, riguardo all’aggettivo precedente “privato”, ci sarebbe un progresso, un passo in avanti. Ma, di fronte a tale spiegazione, qualcuno osservò che, nell’attuale contesto, la Scuola paritaria, gestita dall’Autorità ecclesiastica non è in condizioni di parità., anche per motivi economici. Tra l’altro, ci si soffermò sul concetto di Scuola cattolica. Sul suo significato. Sulle qualità della Scuola Cattolica? E’ sufficiente che essa sia gestita dall’Autorità Ecclesiastica? Oppure da persone appartenenti alla Religione Cattolica? A questo punto, le varie opinioni si confrontarono, si intensificarono, concludendo che bisognava ottenere una soluzione. Ma quale soluzione? Già, come prima e meglio di prima: la sua crisi.

Tuttavia, se mi avessero consentito di intervenire, non avrei fatto alcun proposta, né espresso lamenti o rimproveri e neppure elogi. Avrei giustamente ringraziato l’Ispettore. Poi, considerando il fatto che le scuole di ispirazione cattolica ( o collegi) si sono spente in città e qualcuna, se c’è, languisce, avrei rivolto agli accaniti conversatori la semplice domanda: veramente volete, in Acireale, una Scuola Paritaria di ispirazione cattolica?….Se sì, createla, costruitela!…Impegnatevi! Non pretendete che essa si faccia da sé. Non aspettate le decisioni dello Stato o di altri. Lavorate, agite, costruite a costo di piccoli sacrifici, voi famiglie di cattolici osservanti, procurate se è il caso qualche risorsa. Non è vero che la crisi divori le scuole cattoliche! Dove i cattolici le vogliono, esistono. E’ possibile. Nessuna crisi imperversa. Infatti esistono, in Italia, parecchie scuole cattoliche, degne di questo nome, affermate e perfettamente efficienti, a partire dall’Università Cattolica del Sacro Cuore con le sue vaste ramificazioni, per arrivare al Liceo Leone XIII di Milano. Parecchie altre ne esistono, che sarebbe facile elencare, per non parlare degli istituti di Scienze Religiose. Scuole ricercatissime e contese dai candidati. Dove, alla qualità dei contenuti si associa quella dei docenti. Dove l’attualità degli studi assicura buone prospettive di lavoro.

Inoltre, se avessi potuto esprimere una particolare osservazione, avrei fatto notare che, da più di un cinquantennio, esiste in Italia un’unione professionale, di ispirazione cattolica: l’Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi, cioè l’Uciim. Essa accoglie tutti i docenti di scuola media. Fondata dal compianto Gesualdo Nosengo, più che orientarsi verso la formazione cristiana e cattolica degli alunni, si orienta verso la formazione dei docenti, per poi farla ricadere sugli stessi alunni e sulle loro famiglie.

Anche la Scuola dello Stato può formare e forma dei buoni cattolici. In caso contrario, molti potrebbero accettare una specie di manicheismo, distinguendo tra il mondo dei buoni e quello dei meno buoni. Tra Scuola buona e Scuola non buona. A parte il fatto che, nella Scuola, gestita dallo Stato, esiste l’insegnamento della Religione. Certamente i Media, l’intensificarsi delle comunicazioni e delle conoscenze, le applicazioni della tecnica, non rafforzano l’immagine dell’aureolato educatore di un tempo. Conta, più che una volta, la personalità del docente. Ma forse il tema della Scuola Cattolica non è un vero problema, neppure per la Chiesa. Essa lo ha già risolto per conto suo. Le Scuole Cattoliche, le possiede sin dai tempi di padre Agostino Gemelli e dell’Opus Dei.   Se i Cattolici osservanti di Acireale le vogliono, possono averle, persino superando con successo le barriere economiche, come risulta dagli esempi già citati. Il resto è fantasia!

                                               Can. Prof. Salvatore Pappalardo                  

 

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