Interviste siciliane – 39 / Gaetano Fichera, illustre docente universitario, fu socio della Zelantea

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Professor Gaetano Fichera

Il protagonista dell’intervista di oggi è stato socio d’onore dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale e illustre professore ordinario di Analisi matematica all’Università La Sapienza di Roma. Abbiamo il piacere di incontrare il prof. Gaetano Fichera (Acireale, 8 febbraio 1922 – Roma, 1 giugno 1996).

Bentrovato, prof. Fichera. Cristoforo Cosentini, presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, nel 1996, anno della sua scomparsa, ha pubblicato un contributo su Memorie e Rendiconti per ricordare la sua figura di prestigioso docente universitario. Ci raccontate della vostra famiglia d’origine?

Sono nato dal prof. Giuseppe Fichera, docente di matematica nelle scuole medie, e da Maria Anna Abate, nella casa del nonno materno, l’ing. Rosario al n. 118 di via Dafnica ad Acireale.

Vostro padre vi ha trasmesso l’amore per la matematica?

Fu proprio così! Alcuni pomeriggi, in compagnia di mio padre, andavamo a passeggiare lungo i moli del porto di Catania. Lungo il tragitto papà mi parlava di matematica e io ho iniziato a prediligere fin da subito questa disciplina fra le altre. A soli 19 anni mi laureo in matematica a Roma col prof. Mauro Picone.Prof Gaetano Fichera

Dopo il conseguimento della laurea siete nominato assistente del prof. Picone.

A soli 27 anni sono titolare della cattedra di Analisi presso l’Università di Trieste e a 34 anni succedo al mio maestro presso l’Università di Roma.

Tra la laurea e il prestigioso incarico scoppia la Seconda guerra mondiale.

Prigioniero dai tedeschi a Firenze, riesco a fuggire l’8 settembre 1943. Nel 1944, mentre attraverso le linee del fronte, sono nuovamente catturato e sottoposto a sevizie, perché mi ritengono una spia degli anglo-americani. Mi rinchiudono nel carcere di Teramo e condannato a morte. Riesco nuovamente a evadere, ma i tedeschi mi ricatturano conducendomi a Mantova e poi in Germania. Durante il trasferimento evado per la terza volta riuscendo a non farmi catturare. Rientrato a Roma nel 1945, continuo i miei studi di matematica.

Cosa accadde a Taormina nel 1922?

Il 15 ottobre del 1922 molti studiosi in scienze matematiche a livello internazionale, riunitisi in occasione di un congresso, mi rendono omaggio ormai giunto ai 70 anni di età. Dopo aver ringraziato i convenuti, rivolgo un pensiero all’Università di Trieste che mi ha accolto ancora giovane vincitore di cattedra.

Nonostante la vostra residenza a Roma, siete sempre stato vicino all’Accademia acese.

Collaboravo tantissimo con l’Accademia. Ricordo che ho invitato il prof. Giuseppe Montalenti, l’allora presidente dell’Accademia dei Lincei, a tenere un discorso presso l’Accademia. Mentre io ho fatto una conferenza il 19 dicembre 1977 sul Contributo femminile al progresso della matematica.

Al prof. Cristoforo Cosentini non vi legava esclusivamente un rapporto accademico, bensì una profonda amicizia.

Quando il prof. Cosentini si trovava a Roma per lavoro lo invitavo spesso a casa mia. Ricordo che una volta lo portai in un ristorante cinese. Ci scambiavamo puntualmente gli auguri per Natale e Pasqua. Ricordo, inoltre, che mi telefonava regolarmente ogni anno il 7 agosto, giorno del mio onomastico, nella casa di villeggiatura a San Martino di Castrozza. Quando mi trovavo a Taormina presso Villa Paradiso per vacanza, mi veniva a trovare con piacere. L’ultimo incontro è stato il 27 dicembre 1995.

Marcello Proietto