La prof.ssa Milena Rizzo: “Ecco perché è sbagliato il ‘fai da te’ nell’uso dei farmaci”

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Si parla sempre più spesso di uso e abuso dei farmaci e di appropriatezza dell’utilizzo degli stessi, facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento intervistando la professoressa farmacista Milena Rizzo, docente di Analisi dei farmaci I, presso la facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Catania.

 – Ritiene corretto pensare che ci sia un elevato numero di pazienti che abusa di farmaci?DSCN3365
“Le statistiche di vendita dei farmaci ci dicono che nell’ultimo decennio si è registrato un aumento di circa il 60%. Questo dato non corrisponde al reale consumo, poiché questa statistica comprende anche i farmaci da banco e si riferisce anche alla gran quantità di farmaci che giace negli armadietti delle nostre case. Partirei proprio da questa considerazione per dire che il primo abuso si fa in casa: utilizzando farmaci prescritti in altra condizione di malattia, magari ad un altro familiare, in epoca non recente che quindi non garantisce della corretta conservazione del farmaco stesso.”

 – Esiste una categoria di molecole che comporta maggiormente tale rischio?
“La categoria di farmaci più abusata sono certamente gli antidolorifici, seguiti da farmaci dell’apparato digerente. Nell’età pediatrica si sta rivelando una pericolosa abitudine all’utilizzo indiscriminato di antibiotici, senza prescrizione medica.”

 – Qual è il target di pazienti che più facilmente va incontro a rischio di abuso o assuefazione?
“Sempre i dati statistici rivelano che i maggiori consumatori di farmaci sono le donne. Oggi si sta cominciando a parlare di studi di genere anche in campo farmaceutico. La farmacovigilanza, cioè l’attenzione alla comparsa di effetti collaterali non descritti prima della commercializzazione del farmaco, deve essere massima poiché gli studi clinici si effettuano prevalentemente su individui di sesso maschile. È’ possibile quindi che effetti collaterali dovuti a d aspetti metabolici diversi tra i due sessi, non vengano evidenziati. Inoltre, evidenzierei un aumento fisiologico del consumo di farmaci dovuto all’allungamento della vita media, con la necessità di assunzione di terapie croniche da parte dell’individuo anziano.”

 – Come si instaura una dipendenza?
“La farmacodipendenza è intesa come abuso di un farmaco  che si sviluppa attraverso una fase di assuefazione e dipendenza essa chiama in causa farmaci psicotropi o “psicofarmaci”, sostanze usate, almeno in origine, con finalità terapeutiche. Gli psicofarmaci hanno uno spiccato ma non esclusivo tropismo verso il sistema nervoso centrale e le funzioni psichiche, sulle quali possono esercitare azione dipendogena. Per farmaco-dipendente si intende colui che, malgrado l’uso non occasionale della droga , riesce a mantenere interessi e legami con la realtà degli altri conducendo una vita molto vicina allo standard sociale. Il tossicomane è invece colui la cui dipendenza dalla droga è assoluta e tale da monopolizzare i suoi interessi; il soggetto giunge ad assumere una serie di comportamenti tipici (stile di vita) che definiscono questo tipo di ruolo. La dipendenza si instaura attraverso due passaggi obbligatori: l’assuefazione e la tolleranza. Il consumatore abituale di sostanze dipendogene subisce la cosiddetta “Drug dependence”. Questa consiste in uno stato di dipendenza psichica, fisica o psicofisica da una sostanza, originantesi in seguito all’assunzione della stessa su base periodica o continuativa. Per tolleranza s’intende una sub-sensibilizzazione ai normali effetti che la sostanza comporta (con conseguente “tolleranza” degli eventuali effetti dannosi). Per assuefazione s’intende la capacità di sopportare quantità sempre maggiori di una sostanza dipendogena senza sviluppare conseguenze rilevanti, avvertendo, al contrario, la necessità di aumentarne la dose per ottenere gli effetti desiderati.”

 – Come vigilare e controllare tale fenomeno per arginarlo?
“Per controllare il rischio di farmaco-dipendenza bisogna assolutamente contrastare l’abitudine dell’autoprescrizione, del “fai da te”. Incoraggiare il paziente o l’utente delle farmacie a chiedere consiglio ed accettare un consulto medico prima di attuare una terapia, è qualcosa che possiamo fare ogni giorno.”

Alessandra Distefano

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