la volontà di andare oltre il ricordo

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L’attentato di Brindisi, dopo 5 giorni, ci consegna una sola verità: la violenza uccide, atterrisce, annebbia le menti, scuote i sentimenti, inquina la convivenza civile, ma non vince. Che sia stata la mafia, il terrorismo, la vendetta o la follia a fare scoppiare quella bomba che ha ripiombato l’Italia negli anni bui delle stragi (terroristiche, mafiose, senza matrici, misteriose), chiunque sia il mandante e qualsiasi sia il movente, entrambi sono stati sconfitti; come fu venti anni fa, con le stragi mafiose (soltanto?) che videro vittime i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo e i loro agenti di scorta. E se chi ha ordito l’attentato di Brindisi l’ha voluto collegare proprio al ventesimo anniversario di quelle stragi, per aumentare il clamore  e, forse, il terrore, ha invece scatenato la reazione coraggiosa dei giovani, innanzitutto, e di quanti altri vogliono vivere nella pace e nella legalità. Un sentimento e una volontà precisi ci sembra di avere scorto in tutte le manifestazioni dei giorni scorsi: la volontà di andare oltre il ricordo e la celebrazione per nutrirsi e vivere di legalità.

Pep

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