Libri / Presentata all'”Archimede” acese la tragica storia di Ines De Castro narrata dal prof. Statello

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Da sx: Scordo, Caramma, Statello e Cali

Nell’aula magna “G. Bianca” del liceo scientifico Archimede, l’omonima associazione composta da ex alunni e docenti, nell’ambito delle attività culturali promosse, ha tenuto la presentazione del libro del prof. Salvatore Statello “Ines De Castro, un mito lungo cinque secoli”.

A fare gli “onori di casa” il prof. Francesco Calì che ha espresso parole di elogio per il lavoro del prof. Statello su questa enigmatica figura di giovane donna vissuta nel XIV secolo, narrandone la vicenda amorosa che è stata causa della sua prematura e violenta fine.

Da sx: Scordo, Caramma, Statello e Cali
Da sx: Scordo, Caramma, Statello e Cali

La dottoressa Rita Caramma ha presentato il libro e intervistato il suo autore che ha narrato ai presenti questa intricata e violenta storia, svoltasi in Portogallo durante il regno di Alfonso IV. Durante la serata Marinella Scordo ha letto qualche pagina dell’opera. Statello da molti anni studia questa vicenda dai risvolti drammatici, e questa sua passione lo ha portato ad essere uno dei massimi studiosi della storia di Ines De Castro.

Nato a Regalbuto e laureatosi all’università degli studi di Pisa in lingue e letterature straniere con una tesi su Albert Camus,  è stato borsista del governo portoghese nell’estate del 1974. Ha studiato, nella sua lunga carriera di docente e giornalista pubblicista, tanti autori francesi e portoghesi tra cui l’umanista Cataldo Siculo Parisio. Ines De Castro arriva alla corte portoghese al seguito di donna Costanza futura moglie dell’erede al trono don Pedro. Costui si innamora perdutamente della giovane fanciulla che diventa la sua amata ufficialmente dopo la prematura scomparsa della moglie. Questo amore non è accettato dalla corte portoghese e, in assenza di don Pedro, re Alfonso IV manderà dei sicari per uccidere la giovane fanciulla. La storia ci narra della disperazione di Ines e dell’inutile supplica di aver salva la vita, circondata dai figli nati dal suo amore con Pedro. Purtroppo la spietata ragion di stato prevalse sulla pietà umana e, Ines de Castro venne decapitata. pubblico-1-640-x-480Quando don Pedro rientrò in Portogallo trovò la sua amata già seppellita, ma la sua furia si scagliò contro i sicari e quando salì al trono, si narra, fece riesumare il corpo di Ines, già defunta da ben sei anni, per incoronarla regina del Portogallo. Probabilmente questa parte della storia è solo leggenda, ma sicuramente don Pedro impazzì di dolore alla scoperta dell’orrendo crimine.

Il mito incomincia a sorgere pian piano, circa due secoli dopo la morte della giovane fanciulla, quando la storia di Ines De Castro verrà narrata da poeti e scrittori. Il primo componimento è di cinque secoli fa, ad esso ne faranno seguito molti altri in tutta Europa. In Italia Pietro Metastasio si ispirerà a questa triste vicenda per il suo “Demofoonte”, musicato da Antonio Caldara e rappresentato per la prima volta il 4 novembre 1733. Probabilmente anche Giacomo Leopardi, che conosceva “I Lusiadi” di Luis de Camoes,  si è ispirato in alcune sue composizioni al mito della bella Ines.

La dottoressa Caramma, nella sua intervista al prof. Statello, ha toccato interessanti punti della vicenda di questo certosino studio da lui condotto. L’opera verrà presentata all’istituto  portoghese  di Sant’Antonio a Roma, con il patrocinio dell’ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede il prossimo 26 gennaio 2017.

Gabriella Puleo

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