Libri / “La casa delle sirene” di Valeria Galante, spaccato di vita napoletana dell’800

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La casa delle sirene

Valeria Galante, nel suo esordio narrativo de La casa delle sirene. I Morelli, una famiglia napoletana, ispirandosi alla vera storia della sua famiglia racconta la vita di tre donne.

La storia ha inizio nella Napoli del 1850 con le vicende di Elvira (1850-1866). Seguono i fatti della sua primogenita Angela (1867-1883), per poi concludersi con gli episodi della sua seconda figlia Giuseppina nel 1900 (1884-1900). Un romanzo tutto al femminile in cui le tre donne si presentano al lettore con una propria personalità e un determinante carattere distintivo nell’affrontare le vicissitudini della loro vita.

La casa delle sirene / Elvira

Elvira, figlia di un fallito imprenditore, per questioni economiche è costretta a sposare Giuseppe Morelli, secondogenito dell’imprenditore Amedeo, che ha fatto la sua fortuna commerciando tessuti. I Morelli, famiglia appartenente alla borghesia napoletana, scala l’onda economica del benessere per l’affermazione della casata nella società abbiente.
Il duro lavoro di ogni singolo membro della famiglia è premiato dallo stato di agiatezza alla stregua della classe nobiliare.
Come in tutti i matrimoni forzati, Elvira è infelice e triste delle sorti della sua vita. Ma nonostante si senta in una gabbia colma di sfarzo e gioielli, per mantenere un proprio equilibrio inizia a collezionare storie con uomini. Qui il coinvolgimento sentimentale è sopraffatto dal bisogno di denaro e potere.copertina La casa delle sirene

La casa delle sirene / Angela

Angela, la primogenita di Elvira e Giuseppe, è una bambina felice, viziata, cresciuta nella bambagia della dinastia Morelli tra pizzi e merletti. Donna sognatrice e romantica si innamora di Théo Blanchard, un giovane francese, che suo malgrado si rivela un amore impossibile. Il benestante Théo, per alcuni periodi dell’anno, soggiorna nella casa di villeggiatura di famiglia accanto al palazzo Morelli, con la sorella Valérie, donna di stravagante intelletto.

I fratelli Blanchard per Angela rappresentano la modernità e il futuro. Théo e Valérie vivono liberi da ogni condizionamento esterno. Hanno una visione aperta sui caldi temi sociali dell’epoca e scardinano tabù sessuali tenuti a freno dalla società perbenista. I fratelli, quindi, per Angela diventano modelli da imitare, lei che è cresciuta in una famiglia tradizionalista dove l’occhio sociale ha una nota rilevante.

La casa delle sirene / Giuseppina

Giuseppina, la secondogenita di Elvira e Giuseppe, “presa” dalla ruota per un voto fatto alla Madonna, è il personaggio brillante del romanzo. Bambina intelligente e incompresa per le sue attitudini di perspicace ragionevolezza, di carattere buono, ma soprattutto paziente, è costretta ad affrontare una famiglia i cui membri sembrano distratti dai valori umani e morali. Essi si dimostrano inaffidabili e incostanti nel turbinio degli eventi. A partire da Elvira, madre invisibile agli occhi di Giuseppina, e da Angela, la sorella che non ha mai accettato la presenza fastidiosa della sorella.

L’ipocrisia e le menzogne nella famiglia Morelli regnano sovrani. Tutti, tranne Giuseppina, custodiscono segreti e nonostante vengano tenuti ben conservati e suggellati, affiorano e inevitabilmente i membri sono costretti a farne i conti giorno dopo giorno.

Nel romanzo non mancano riferimenti storici su Napoli e su ciò che accade nel resto della penisola. Questi eventi fanno da sfondo a uno spaccato di vita napoletana della seconda metà dell’800, dove usi, costumi e tradizioni si intrecciano restituendo al lettore i colori e le emozioni di un periodo alquanto affascinante.

Valeria Galante padroneggia mirabilmente le parole adottando un linguaggio semplice. L’uso dei discorsi diretti rende più snella la lettura. Nonostante l’uso del modello narrativo tradizionale, non manca la forte presenza dell’autrice che qua e là afferma il proprio punto di vista su fatti e personaggi. Come se volesse esorcizzare gli avvenimenti della sua famiglia di origine di un passato che non può ignorare.

Marcello Proietto