Mondiali / Dal flop del nuoto alla rinascita della spada

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Per quanto lunghi e difficili, i record sono fatti per essere battuti e non esistono vittorie impossibili. Dai mondiali di nuoto a quelli di scherma, una carrellata dell’ultima settimana per ricordarci che nulla rimane in eterno…

Dalle medaglie storiche al crollo di ogni certezza

Non ci sono medaglie impossibili, ma non ci sono nemmeno leggende eterne. Questo ci insegnano i mondiali di nuoto che si erano aperti con una storica medaglia d’oro mai vinta dall’Italia e che si chiudono con il crollo della certezza di avere un “super Greg” Paltrinieri sempre al top e con il dissolvimento di record che sembravano eterni. Con un bilancio di 14 medaglie totali e il vanto di essere l’unico paese a essere andato a medaglia in tutte le discipline, non si può di certo dire che gli azzurri del nuoto abbiano deluso. Tuttavia, dopo il miracolo compiuto da Ceccon nei 50 metri farfalla con una medaglia storica per il nuoto azzurro, ci si aspettava qualcosa di più. Anzi, si era certi di qualcosa in più con atleti che non ci hanno abituati alle delusioni.

La prima delusione viene proprio dallo stesso Ceccon nella finale del dorso, con quello che lo stesso ha considerato solo come il primo posto dei perdenti in una finale in cui partiva da favorito e che conclude con un argento che non poteva che stargli stretto. A questa prima “delusione” gli altri azzurri rispondono subito con forza. Nicolò Martinenghi conquista un argento nei 100 metri rana, ma sono le donne che stupiscono più di tutti. Arriva, infatti, dopo l’incredibile impresa di aver battuto le colleghe statunitensi dopo 8 anni di successi, un fantastico bronzo per le azzurre del Setterosa. Quasi non stupiscono, invece, le medaglie di Simona Quadarella che si mette al collo un argento nei 1500 metri stile e quella di Benedetta Pilato..

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