Otium et negotium 14 / I trent’anni di vita nascosta di Gesù, oscuri ma per noi luminosi come la luce del Sole

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Carissimo lettore,

“Nel primo mistero della luce si contempla il Battesimo di Gesù”. Esistono i misteri del Rosario in siciliano che si cantavano nelle nostre chiese nel secolo scorso, ma tra questi non si trovano i “misteri della luce” perché introdotti da San Giovanni Paolo II, grande devoto della Madonna, nel suo pontificato.

La Madonna Odigitria (che indica il cammino) venerata nell’omonima chiesa di Acireale

Essi riempiono un vuoto che nei misteri del Rosario esisteva tra l’ultimo mistero del gaudio e il primo del dolore dato che ci propongono la contemplazione degli anni della vita pubblica di Gesù. Niente si conosce dei trenta anni della vita a Nazaret. I Vangeli dicono solo che Egli visse lavorando in una normale famiglia in quel piccolo borgo di cui Natanaele dice: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?” (Gv 1,46).

“Gesù che cresce e vive come uno di noi, ci rivela che l’esistenza umana, con le sue situazioni più semplici e più comuni, ha un senso divino. Benché abbiamo considerato tante volte questa verità, ci deve pur sempre riempire di ammirazione la considerazione di quei trent’anni di oscurità che costituiscono la maggior parte del tempo che Gesù ha trascorso tra gli uomini suoi fratelli. Anni oscuri ma per noi luminosi come la luce del sole. Sono, anzi, lo splendore che illumina i nostri giorni, che dà ad essi il loro autentico significato: perché altro non siamo che comuni fedeli che conducono una vita in tutto uguale a quella di tanti milioni di persone dei più diversi luoghi della terra.” (San Josemarìa Escrivà, È Gesù che passa”, n. 14).

Ricevi cari saluti da

Nino Ortolani

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