Rai Vaticano / Il 24 dicembre su RaiUno “Viaggio nella Chiesa di Francesco” con lo Speciale Notte di Natale

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Il card. Parolin e Papa Francesco

Gli scenari geopolitici, il ruolo della diplomazia vaticana, il significato del Natale cristiano nell’intervista al Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, nello Speciale Notte di Natale di “Viaggio nella Chiesa di Francesco” di Massimo Milone e Nicola Vicenti, in onda subito dopo la messa di Papa Francesco su Rai Uno alle 23.25, in replica su Rai Storia il 30 dicembre alle 12.30

Il card. Parolin e Papa Francesco

Dice il cardinale Parolin: Il Vangelo? Con il Natale si riscopre la sua carica “rivoluzionaria”.
La Chiesa di Francesco? “È sulla via dell’umiltà che poi è la caratteristica del Natale: Dio che si è fatto uomo per condividere la condizione umana. Per qualcuno questa può sembrare una forma di debolezza e, magari in tanti criticano Papa Francesco, io penso sia la vera forza della Chiesa.”
La diplomazia vaticana? “La Santa Sede accompagna nel suo cammino l’umanità appoggiando tutte le iniziative di bene che ci sono a livello della diplomazia, talvolta esprimendo critiche, per certe scelte che a noi non sembrano per il bene dell’umanità”.
Le parole chiave del Natale cristiano? “Non temete, non abbiate paura, perché c’è l’annuncio di una grande gioia che è nato il Salvatore, che ci incontra personalmente nelle nostre realtà, nei problemi e nelle contraddizioni di ogni giorno, ma che porta dentro questa realtà la sua Salvezza”.
Nello Speciale riflettori accesi su Aleppo, Siria, che rinasce nel segno del perdono cristiano.  Una guerra che ha causato 350mila morti e 6 milioni di profughi. Lancia l’appello a non dimenticare  l’arcivescovo di Aleppo, mons. Antoine Chahda. Dice tra l’altro: “Qui i musulmani hanno imparato dai cristiani cosa significhi amare e perdonare”.
Tra le emergenze più volte richiamate da Papa Francesco, la corsa al riarmo e il rischio dei cambiamenti climatici. Intervista al presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, monsignor Sanchez Sorondo e al presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il professor Massimo Inguscio. Alla luce di un summit internazionale in Vaticano.
E ancora, nello Speciale, l’Italia che non si arrende. Il Natale vissuto tra le montagne del Bellunese sconvolte dal maltempo. Qui, attorno agli abeti sradicati, si è ritrovata una comunità nel segno della rinascita cristiana. Dice il vescovo monsignor Renato Marangoni: “la consegna del creato che fa Dio all’uomo è centrale e noi dobbiamo riconciliarci con la natura”.
In primo piano la storia di Ibrima, diciotto anni, tornato a vivere dopo il lungo viaggio della speranza, che lo ha portato in Italia dal Gambia. È stato accolto a Catania della comunità salesiana “Don Bosco 2000”, un centro di prima accoglienza. Nel suo futuro il sogno di studiare economia.
Nello Speciale,  ancora, riflettori su Cervinara, un paese a cavallo dell’Irpinia e il Beneventano, dove è nata la storia di uno dei maggiori scultori europei, Milot. Trent’anni fa era un profugo albanese accolto da una famiglia locale. Ha studiato all’Accademia di Brera. Oggi ha regalato al paese un’opera denominata “la Chiave dell’Accoglienza”, simbolica porta di accesso del paese.
E inoltre a Gerusalemme la mostra allestita dalla Custodia di Terra Santa per ricordare lo storico viaggio di Paolo VI nel 1964. Dice il Custode, il francescano Francesco Patton: “qui tutto ha avuto inizio 2000 anni fa. E tutto ritorna in questa terra dove da quel viaggio non si è mai interrotto il dialogo tra religioni e culture diverse”.

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