San Martino: restaurati due quadri seicenteschi

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San Martino con la Madonna (G. Lo Coco)

Sono tornati al loro antico splendore, nella chiesa di San Martino ad Acireale, i due quadri raffiguranti “San Martino con la Madonna”, opera di Giovanni Lo Coco (1667-1721), e “I Santi Nicola, Mattia e Mauro” di Giacinto Patania (1612-1691).

Su sollecitazione della comunità dei fedeli e grazie all’interessamento della dott.ssa Agata Blanco, dell’ufficio diocesano per i beni culturali, la Soprintendenza di Catania ha provveduto a restaurare le due artistiche tele, che si trovavano in pessimo stato di conservazione.

I Santi Nicola, Mattia e Mauro (G. Platania)

Al primo dei due quadri è stata pure aggiunta una nuova cornice, realizzata a spese dei fedeli, i quali, attraverso il comitato di quartiere, presieduto dal sig. Francesco Foti, hanno manifestato la loro soddisfazione per questo importante intervento di recupero del patrimonio storico-artistico.

La chiesa di San Martino è piccola ma ricca di storia. Nasce come chiesa privata di patronato della famiglia De Maria. Al suo interno si trova la tomba di frà Martino De Maria, figlio del fondatore, il barone Marcantonio, che a proprie spese la edificò nel 1660 e, due anni dopo, vi istituì una cappellanìa. Il ritratto del fondatore, restaurato di recente, si trova in sagrestia (il prof. don Salvatore Arcifa ha provveduto a ricostruire il contenuto del cartiglio, in più punti quasi illegibile).

Oltre alle due pregevoli tele, al suo interno, si possono anche ammirare un grande crocifisso del XVIII secolo, la moderna statua di San Martino (1986), opera dello scultore altoatesino Giuseppe Flesser, e un interessante esemplare di sonagliera circolare in ferro, con molti campanelli (detta in siciliano “ciancianiddaru”).

Soprattutto grazie al contributo dei fedeli, che ne hanno intrapreso la ristrutturazione e l’abbellimento interno, la chiesa, negli anni ’80 del secolo scorso, è rinata dopo i decenni di incuria in cui l’avevano lasciata i precedenti privati proprietari. Passata in proprietà alla Curia diocesana nel 1984, venne riaperta al culto, sotto l’episcopato di mons. Giuseppe Malandrino, il 3 ottobre 1986.

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