Spazio / NASA: missione Artemis 1, grande passo in avanti

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Artemis 1 lancio

La missione spaziale Artemis 1 diretta verso la Luna è partita lo scorso 16 novembre alle 6:47 UTC dal Kennedy Space Center in Florida. L’obiettivo principale dell’impresa è dimostrare come le tecnologie moderne siano sufficientemente avanzate da poter permettere dei viaggi rapidi e sicuri verso la Luna e verso Marte. La notizia della missione è un po’ passata in secondo piano ma costituisce nella realtà dei fatti un grande passo avanti per il futuro dei viaggi spaziali. Il lancio forma parte del “programma Artemis” della NASA, il cui nome deriva dall’omonima dea greca sorella di Apollo. La scelta del nome non è casuale poiché la casa spaziale americana vuole ricordare, ed in qualche modo continuare, il programma spaziale “Apollo” che portò Neil Armstrong e “Buzz” Aldrin sulla luna per la prima volta il 20 luglio 1969.

Artemis 1 / Obiettivi e piano di viaggioNavicella Orion mpcv

Uno dei fini della missione Artemis 1 è quello di testare lo Space Launch System (SLS) della NASA, ovvero il nuovo sistema di lancio delle navicelle nello spazio. Altro test riguarda la resistenza della capsula “Orion MPCV”, costruita dalla NASA appositamente per il programma Artemis per ospitare gli equipaggi. Il lancio prevede che la navicella si stacchi dall’SLS per proseguire il proprio viaggio verso la luna senza alcun equipaggio, in un viaggio di collaudo. Non è presente un sistema di allunaggio, infatti, la Orion orbiterà attorno alla luna per alcuni giorni per poi ritornare verso la rotta terrestre. La missione terminerà quando la Orion cadrà nell’Oceano Pacifico dove verrà recuperata da delle squadre di soccorso. Al momento la navicella ha raggiunto la Luna e sta orbitando attorno ad essa, inviando costantemente fotografie ed aggiornamenti, in attesa di ritornare sulla terra.

Artemis 1 / Complicazioni e rinvii

Il lancio era inizialmente previsto per il 2020 ma successivamente posticipato alla fine del 2021 per divenire concreto solamente nel novembre 2022. I primi tentativi, durante l’anno corrente, hanno subito cancellazioni per problemi tecnici (29 agosto) e per perdite di carburante (3 settembre). Il vero lancio test sarebbe dovuto avvenire alla fine di settembre ma a causa della formazione dell’uragano “Ian” che si è abbattuto sulla costa della Florida, la NASA ha deciso di posticiparlo ulteriormente a novembre. Anche durante il lancio di giorno 16 ci sono stati dei rallentamenti, più di un’ora di ritardo a causa di problemi di rifornimento di carburante. Alla fine fortunatamente il lancio è riuscito senza troppi intoppi, liberando la navicella Orion al di fuori dell’atmosfera terrestre.

Artemis 1 logoNASA / Il futuro del programma Artemis

Se tutto andrà per il meglio nel 2024 rivedremo la NASA riprovare il lancio con equipaggio con Artemis 2. Nel 2025, infine, con Artemis 3, è previsto di sbarcare sulla Luna, anche se per alcuni esperti il calendario potrebbe essere più lungo. Avverrebbe così per la prima volta dopo 50 il ritorno dell’uomo sulla luna. Dopo la corsa all’allunaggio, presa come sfida tra USA e URSS per dimostrare la superiorità dell’una rispetto all’altra non ci sono infatti più state missioni compiute. Tra il 1969 ed il 1972 furono 12 gli astronauti, russi ed americani, a mettere piede sul suolo lunare, da allora nessun altro.

Tra le motivazioni che hanno spinto i paesi a rinunciare vi è sicuramente quella economica, dati gli elevati costi di produzione dei razzi monouso. Sì, perché i razzi (in questo caso l’SLS) possono essere utilizzati una sola volta mentre ciò che può essere riutilizzato sono le navicelle collegate. Per il programma Artemis, ad esempio, sarà riutilizzata la capsula Orion (il cui prezzo si aggira ad un miliardo di dollari) qualora superasse il test. Fra le altre cose, la missione dovrà testare la resistenza al calore dello “scudo” del modulo Orion che al rientro nell’atmosfera sfiorerà i 40’000 km/h e una temperatura esterna di quasi 3000°C.

Ismaele Sarro

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