Testimonianze / Don Antonino Maugeri è una benedizione di Dio, le sue opere meritano di essere valorizzate

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“Nessuno è profeta in patria”. Lo diceva nostro Signore stesso. Forse anche in questo caso è riscontrabile: non mi pare, infatti, che se ne parli tanto, non quanto meriterebbe a otto anni di distanza, da quando ha salutato questo mondo per salire alla casa del Padre.

Padre Maugeri (è di lui che parliamo), di Randazzo, fratello di un altro sacerdote, a sua volta in fama di santa vita, don Rosario, che a Randazzo ha sempre portato la Parola del Signore, è stato una figura senza uguali nella nostra città, una vera benedizione del buon Dio. Coltissimo (non per niente è stato assistente Fuci), non faceva mai pesare la sua cultura, musicista (pianista, organista, compositore), amante degli animali, e dei gatti in particolare, come è giusto che sia un buon cristiano, sulle orme di san Francesco, ovunque portava il sorriso e il profumo del buon Dio.

La voce popolare lo chiamava “santo”, fin da quando è arrivato da noi, dopo un periodo in cui era stato parroco a Fiandaca (ne parlava sempre nelle sue “prediche”), ed era diventato canonico della nostra bellissima e amatissima chiesa di san Pietro e Paolo, in Acireale, la chiesa dove c’è la statua del “Divinissimo” Cristo alla Colonna, veneratissima, (e giustamente) da tutti gli acesi e già da secoli. E quella resta sempre, per chi l’ha seguito per tanti anni, la sua “chiesa” (anche se, negli ultimi tempi della sua vita, è stato a san Paolo, con don Orazio Barbarino). Entrando in san Pietro, ancora sembra che lui sia lì, che da un momento all’altro debba entrare dalla porticina nascosta del “coro”, che debba subito togliersi il “trepizzi”, deporlo su uno scanno del “coro”, avviarsi all’altare e cominciare la Messa. Il suo sorriso, la sua parola.

Chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna e la grazia di Dio di poterlo seguire per tanti anni, sa cosa voglia dire l’espressione “portava il sorriso e il profumo del buon Dio”. Le sue prediche duravano sempre molto. E a quella messa, la sua, ci si andava proprio per le prediche. Avrebbe potuto parlare tutta la giornata: non solo non stancava mai chi lo ascoltava, ma dava gioia, ricchezza, spunti di pensiero, di riflessione. Erano una grazia di Dio le sue prediche.

Chi scrive lo ha “scoperto”per caso, almeno 50 anni fa, più o meno. Perché una domenica, non avendo fatto in tempo per la Messa abituale in un altra chiesa, per caso ha trovato la Messa delle 11 a San Pietro. Ed ha scoperto un mondo ricchissimo e impensabile. Da allora, la sua Messa è stata sempre quella di padre Maugeri.

Spiritoso, gradevolissimo nel suo eloquio, in cui riusciva a mettere anche filosofia, teologia, poesia, letteratura, musica (la “sua”!), citazioni in latino e battute in siciliano…..

Conferimento primo premio al concorso di Castagneto Carducci
Conferimento primo premio al concorso di Castagneto Carducci

Parlare con lui, in confessione, o per la richiesta di un consiglio, era abbeverarsi ad una fonte di serenità e ricchezza. Persona coltissima, si diceva, (d’altronde proveniente da famiglia di grande cultura) e musicista. Sedici anni fa, nel 2000, vinse il primo premio in un concorso a Castagneto Carducci ( in provincia di Livorno) – categoria “Messa in latino”- con un suo “Credo”,  che chi scrive ha avuto l’onore di dirigere, in sua presenza, ad Acireale, nella chiesa di Odigitria, grazie alla squisita ospitalità di padre Domenico Massimino, allora parroco di quella chiesa, ed ora, neanche a farlo apposta, a Randazzo, proprio nel luogo di provenienza di padre Maugeri.

Del resto, come musicista, don Antonino era stato un “bimbo prodigio”, come si dice: per testimonianza della sorella prof. ssa Cecilia, abbiamo appreso che già a tre anni suonava il mandolino ad orecchio. Moltissime sono le sue composizioni sacre (l’ inno a santa Venera, che ad ogni festa della santa viene cantato in città, è noto a tutti) ed alcune delle sue musiche sono state donate (così ci è stato detto) alla biblioteca Zelantea, altre al Seminario; altre sono sicuramente da qualche parte, in città. Che aspettiamo a valorizzarle con maggiore assiduità e attenzione? A Santa Maria Ammalati c’è già una “Schola cantorum” intitolata a padre Maugeri: ci auguriamo che venga sempre più valorizzata.

È vero che, ai nostri tempi, come diceva Tacito per i suoi, più volentieri che i nostri “externos colimus”, e che ben venga, anche i nostri valgono. E padre Maugeri sacerdote meraviglioso, musicista, uomo di cultura, esorcista, persona sempre disponibile all’ascolto e al dialogo con tutti, capace di una parola buona con tutti, vale. E quanto vale!

Ha amato la musica fino alla fine. È morto cantando (come ha spesso ricordato il fratello che gli era accanto alla sua morte), cioè componendo un canto, nel momento estremo, che pare fosse un omaggio alla Madonna, alla cui devozione esortava tutti. Anche dalla malattia ha saputo trarre santificazione.

Padre Maugeri suonava l’organo, quando le sue mani non erano sulla tastiera, o alle prese con un manoscritto di musica, o innalzate a benedire, tenevano sempre fra le dita il rosario. Sempre! Nell’espressione che vediamo nella foto, in quel sorriso, c’è tutto padre Maugeri: la musica che si fa preghiera e gioia. Ed è giusto che ce ne ricordiamo.

C. T.

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