Vangelo della domenica (5 novembre) / L’amore fraterno e l’umiltà ci rendono servi degli altri e non padroni

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Canto al Vangelo ( Mt 23, 9.10 )

Alleluia, alleluia. Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Alleluia

Vangelo ( Mt 23,1-12 )
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

Riflessione
Il brano del Vangelo che la Liturgia di questa domenica presenta, racconta di Gesù che parla alla folla ed ai suoi discepoli esortandoli a stare attenti a non cadere nell’ipocrisia. Indicando l’atteggiamento assunto dagli scribi e dai farisei che insegnavano la Legge ma solo a parole, poiché non facevano ciò che insegnavano agli altri, esorta i suoi discepoli ad osservare la Legge anche con la vita e la testimonianza di un autentico amore.
La Legge data da Dio a Mosè, deve essere vissuta e vivificata dall’amore, diversamente rischia di diventare una osservanza pesante e impossibile per l’uomo. Gesù smaschera l’atteggiamento religioso ipocrita di chi si mette in mostra per farsi vedere dalla gente che ambisce ai privilegi e ai primi posti, ponendosi come maestri. Smaschera quell’atteggiamento del cuore di chi è rimasto solo alla superficie della vita cristiana non giungendo al centro del messaggio del Vangelo che è l’amore, di chi è rimasto imbrigliato dentro il proprio egoismo e superbia, limiti, questi, che impediscono l’autentico incontro con Gesù, il solo ed unico Maestro e Salvatore.
Gesù esorta ogni uomo ad aprire il suo cuore all’Amore, a far entrare nella propria vita Dio, a capire che tutto gli è donato da Dio che è Padre e l’uomo ne è solo il custode e non il padrone.
Gesù ci indica la via dell’amore fraterno e dell’umiltà che ci rende servi gli uni degli altri e non padroni, ci apre a quella cura ed attenzione vicendevole che ci fa vivere autenticamente da figli di Dio e da fratelli, come dice Gesù nel brano del Vangelo “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato”.

Letizia Franzone

 

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