Vangelo della Domenica (Diàlogos) / La vedova povera in spirito e gli umili “occasionali”. Gesù: “Chi offre tutto quanto aveva per vivere ha donato più di tutti”

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Canto al Vangelo ( Mt. 5,3 )Commento

Alleluia , Alleluia. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia

Vangelo ( Mc. 12, 38 – 44 )

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».Parola del Signore   

Riflessione 

In questo brano del Vangelo, emerge, dall’insegnamento di Gesù, quanto essenziale siano l’umiltà e la fede nella vita del cristiano, e quanto siano da ostacolo invece , la superbia e il voler apparire. Gesù, prendendo spunto dall’atteggiamento degli scribi che nella loro superbia e autosufficienza esternavano il loro ruolo di onore nel tempio, mette in guardia i discepoli dicendo di non assumere mai quel modi di essere, perché meritevole di condanna severa. Quell’atteggiamento assunto dagli scribi, è l’atteggiamento di chi pratica la religiosità di apparenza, una religiosità ricca di regole da osservare , ma  povera di autentico amore e di fede. La povera vedova invece, diventa modello da imitare. Le vedove, i poveri, gli ammalati, gli orfani, al tempo di Gesù, erano considerati  categorie di persone da emarginare dalla vita della comunità; Gesù, invece, la prende addirittura come modello elogiandola rispetto agli scribi. Gesù fa notare ai suoi discepoli,  la grande generosità e l’autentica fede di quella vedova. A differenza dei ricchi che offrivano il loro superfluo, la vedova invece, donava tutto ciò che aveva per vivere. Gesù qui fa notare come quella condizione di povertà e di emarginazione, fosse un luogo ricco di amore e di fede. La vedova non tiene nulla per sé, ma consegna tutto a Dio, consapevole del fatto che nulla manca a coloro che in Lui sperano… Una fiducia totale che scaturisce dall’umiltà. L’umiltà non dipende necessariamente dal non ave nulla, ma dalla consapevolezza che tutto ciò che l’uomo è e che possiede è dono di Dio; l’uomo è soltanto il custode di questi doni che nella propria vita è chiamato a donare agli altri per amore di Dio.  Quanta commozione fa nascere nel cuore di Dio l’umiltà, Dio resiste ai superbi e innalza gli umili…, l’umiltà spalanca il cuore di Dio concedendo innumerevoli grazie al cuore umile. L’umiltà è la condizione essenziale per la vericità del cammino cristiano. Carità e umiltà formano un’ autentica vita di fede. L’umiltà è quella virtù che fa prendere consapevolezza della propria povertà e allo stesso tempo della grande ricchezza che si possiede. L’uomo umile sa che nulla può senza Dio, e tutto può  con Dio. Il cuore umile ama Dio nel silenzio della preghiera, dentro quel bisogno di dialogare con l’Amore; il cuore umile sceglie l’essenziale evitando il superfluo e la vanità delle cose; il cuore umile tende piuttosto a far emergere gli altri nella loro bellezza, mettendosi piuttosto nel nascondimento; il cuore umile tutto vive con gratitudine e stupore, sapendo che tutto gli è donato per amore. Quanta ricchezza possiede un cuore umile e quanto arricchisce gli altri con la sua umiltà.

Letizia Franzone

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