Vangelo domenica 3 aprile / Non condannare i peccati altrui ignorando i propri

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Gesù e l'adultera

Canto al Vangelo  domenica 3 aprile ( Cfr. Gl. 2,12 – 13 )

Lode e onore a te, Signore Gesù! Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché io sono misericordioso e pietoso. Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo  domenica 3 aprile (Gv 8,1 – 11 )

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Parola del Signore.gesù accoglie l'adultera

Riflessione sul vangelo di domenica 3 aprile

La Liturgia di questa quinta domenica di Quaresima, presenta il brano del vangelo di Giovanni, nel racconto della donna accusata di adulterio dagli scribi e dai farisei.

Il brano si apre con l’immagine di Gesù che recatosi di mattino presto al tempio, insegnava al popolo che accorreva a Lui. In questo contesto, alcuni scribi e farisei conducono davanti a Gesù una donna colta in flagrante adulterio. Ponendola in mezzo domandano a Gesù cosa fare di quella donna, poiché la Legge di Mosè condannava alla lapidazione, donne come questa.

Gli scribi e i farisei posero a Gesù questa domanda per metterlo alla prova e  avere motivo per accusarlo. Gesù non rispose subito alla loro domanda, ma si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, gli scribi e i farisei insistevano nell’interrogarlo ; Gesù,  allora, alzatosi, rispose loro dicendo: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Ma, tutti coloro che avevano accusato la donna, se ne andarono uno ad uno, lasciando Gesù solo, e la donna era là in mezzo.

Restò solo Gesù di fronte alla donna che non osava alzare nemmeno lo sguardo da terra.
La Misericordia di fronte alla miseria, da soli, senza più nessun giudizio che risuoni attorno.
La Misericordia prende l’iniziativa e si alza andando incontro alla misera ridandole nuovamente la dignità: si rivolge a lei chiamandola: donna. “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed ella riconoscendo in Gesù,  il Salvatore, rispose. “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più”.

Adesso che l’adultera ha incontrato l’amore misericordioso di Gesù, diventa la donna che è liberata dalle miserie del mondo, liberata da quei falsi piaceri che non saziano il cuore ma lo rendono adultero e infelice. Adesso è una donna che si può nuovamente rialzare e guardare negli occhi l’Amore che l’ha risanata.

Questo brano del Vangelo ci ricorda che non si deve mai puntare il dito verso gli altri con giudizio di condanna, poiché nessuno è esente da  peccati personali. Ed esorta inoltre, a confidare nell’amore misericordioso perché è sempre pronto a perdonare chi a Dio ritorna con tutto il cuore.  Come canta il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa Domenica: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”.

Letizia Franzone

 

 

 

 

 

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